ESODATI: EQUITA’ ANCHE PER I LORO DIRITTI ACQUISITI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Marzo, 2012 @ 7:23 pm

Detto altrimenti: cosa si intende fare per gli esodati?

Esodato (bruttissimo neologismo da “esodo”, azione di colui che se ne va, lascia, abbandona, in questo caso, il lavoro) è l’ex lavoratore il quale, avendo previsto che entro breve avrebbe ricevuto la pensione, ha accettato di dimettersi o è stato “dimesso” e che ora, a seguito dell’innalzamento del periodo per potere ricevere la pensione, si trova senza lavoro senza pensione per alcuni anni. Che fare? Qualcuno lo deve sostentare, ovviamente.

A mio sommesso avviso era ed è un diritto acquisito anche il diritto che questi lavoratori erano convinti a buona ragione fosse tale, cioè “acquisito”, di poter far conto sulla legge che vigeva al momento della loro uscita dal mondo del lavoro.

Infatti non possono essere acquisiti solo i diritti alle super retribuzioni, super pensioni, super liquidazioni, super benefit scandalosi di politici, bancari, burocrati e manager pubblici (o anche privati, se ricevono contributi o finanziamenti pubblici). Come pure sembrerebbe ingiustamente acquisito il diritto a continuare a far finanziare partiti politici che non hanno più alcuna rappresentanza in parlamento e che poi si trasformano in fondazioni o le creano e che poi … insomma avete capito (comunque “a loro insaputa” per carità …).

Il TG3 sera del28 marzo 2012 ha interrogato alcuni parlamentari di tutti i partiti sul problema degli esodati: i parlamentari hanno chiaramente mostrato di non sapere “cosa” fossero costoro (“Esodato? Chi era costui, direbbe il Manzoni) e comunque di non conoscere nemmeno l’esistenza del problema.

Il governo però li conosce. Pare infatti avesse previsto che costoro sarebbero stati  70.000  e pertanto  si sarebbe preparato a sostenere economicamente tale massa di esodati.  Ora invece sembra che gli esodati possano essere oltre 300.000. Ed allora, prima di imporre altre tasse a carico della popolazione, innanzi tutto si recuperino risorse finanziarie a carico degli sprechi e delle esagerazioni cui si accennava sopra.

Riforma del lavoro? Ok, ma non solo dei licenziamenti, e non solo di una parte dei lavoratori, ma anche delle retribuzioni, di tutte, comprese quelle oltre €350.000 all’anno! Una rivisitazione completa anche di questo aspetto  si impone. Altrimenti sarà una mezza riforma. Oppure mi verrà a significare (per dirla con Camilleri) che la riforma non se ne occupa perchè “quello” non è lavoro. Fate vobis.

Ora, poiché questo mio scritto potrebbe essere interpretato a critica un po’ di tutti i settori della politica, vorrei pregare di non etichettarlo come “antipolitica”, lungi da me …  che invece anelo ad  un po’ di vera politica, cioè di interesse per la Polis, per lo Stato, cioè per tutti i Cives, i Cittadini … Se poi proprio volete etichettarlo, definitelo per quello che è: contro questo modo quanto meno superficiale di fare politica.

Intendiamoci: se non fossero intervenuti i Presidenti Napolitano e Monti, avremmo preso la via della Grecia. Quindi, grazie, Presidenti, grazie!  Tuttavia un mio importante e notissimo capo in una società trentina della quale ero direttore, una volta mi disse: “Non dobbiamo soffermarci a elencare ed elogiare le cose fatte bene. Questo è semplicemente il dovere di ognuno. Vediamo piuttosto ciò che ancora non va” Ed era un Trentino molto, molto noto … vi assicuro … un Presidente anche lui … chi mi conosce indovinerà: lo aspetto nei commenti al post.

P.S.: Stime errate? Mi ricordano il Gen. Custer, il quale aveva mandato un soldato in cima alla collina a stimare quanti fossero gli indiani che si accingevano ad attaccarlo. “Sono 20.004, Signor Generale: uno di sentinella a ciascuno dei quattro angoli dell’accampamento e gli altri  … saranno …. 20.000”.