L’INGANNO DEGLI ORDINI DI GRANDEZZA E DEI BENEFIT NON COMPUTATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 10:22 am

Detto altrimenti: una sorta di paravento agli occhi di chi è distratto   (post 1778)

Anche "al giorno"!

Anche “al giorno”!

Roma. Due persone, una presidente di un ente pubblico ed una a capo di una grande società pubblica, mi dicono: “ A Roma si vive bene si ti puoi permettere di girare in taxi e per farlo devi avere almeno uno stipendio di 4.000 euro al mese, cosa che noi non abbiamo”. Io non ho ribattuto, anche se ho considerato quella “excusatio non petita” oltre che una “vera accusatio” anche un insulto alla mia intelligenza.

Roma. Indagine sulle super buonuscite. Un tale al quale si contestava di avere percepito una buonuscita dopo solo quattro mesi di impegno in una posizione pubblica, risponde: “Si, ma poi si tratta di soli 140.000,00 euro … di cosa stiamo parlando … via ..”. Mio commento: no comment.

Ecco, c’è chi oggi conta sul fatto che anche in certe posizioni, sia applicato lo stesso ordine di grandezza del proprio. E invece … E poi, c’è chi oggi conta sul fatto che la gente possa credere esagerate alcune già anche troppo elevate remunerazioni “apparenti” (ovvero “quelle che appaiono”), contando sul fatto che tutto sommato “cii va anche bene” perché – sempre tutto sommato – ce la stiamo cavando con poco. Infatti, guai se si conoscesse la nostra effettiva retribuzione!

Un possibile esempio: il livello dello stipendio di certa dirigenza pubblica? E’ 100. Ok, è già molto, ma – ancora una volta “tutto sommato” – accettabile da parte dell’opinione pubblica. Tuttavia come sarebbe valutato quel livello retributivo ove si scoprisse che oltre alla voce “stipendio” vi è una “indennità di carica” che può arrivare ad essere 1:1 (cioè a raddoppiare la voce stipendio), anch’essa interamente pensionabile?

Dice … ma tu, blogger, ti riferisci a casi specifici? Rispondo: no, io intendo solo riportare ogni valutazione all’interno di un’unica scala dimensionale, come ha fatto il Premier Renzi quando ha detto che nessuno nel sistema pubblico (comprese le banche sovvenzionate dal pubblico, n.d.r.) può/deve essere remunerato più del Capo dello Stato. Aggiungo: senza che questo imperativo possa essere eluso da trucchi di varia natura e specie.