POST “ANTOLOGIA” E POST CREATIVI: GLI EDIFICI PARLANTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Dicembre, 2014 @ 4:30 pm

Detto altrimenti: articoli “antologia” e articoli creativi ovvero due edifici  mi parlano      (post 1784)

Uno dei post precedenti, quello sull’Accademia delle Muse … ecco, quello è un “post antologia” ovvero “raccolta di fiori” (altrui). Io mi sono limitato a mettere insieme (sia pure faticosamente) molti dati, molte notizie, alcune foto, ad impaginare il tutto. Di mio cosa c’era? Il lavoro di “antologo”, raccoglitore di fiori. Gli articoli di questo tipo, stranamente, sono i più impegnativi, almeno per me.

Ed allora, arrivato a casa dopo le commissioni della mattina, mi sono detto: rilassati e vediamo un po’ cosa hai portato a casa da raccontare nel tuo blog. Ed eccomi qui, con un “post creativo” che non corredo di alcuna foto in quanto cercherò di disegnarne le immagini con le parole.

A passeggio per Trento

Passo accanto ad un primo edificio: architettura fascista, pietre scure, lisce, architetture pesanti, presuntuose, retoriche, arrotondate all’esterno ed all’interno e quindi volumi interni difficili da riempire se non di … vuoto! Mi sono detto: è un bene che siano ancora al loro posto, sono pezzi della nostra storia di ieri e non è giusto che la Nostra Storia di Oggi li cancelli (le lettere minuscole e le maiuscole non sono utilizzate a caso). Ho immaginato di vivere in quell’epoca, di passare accanto a quelle muraglie, loro piene di “vuoto potere aggressivo”, io apparentemente vuoto di qualsiasi capacità difensiva, tuttavia inattaccabile: infatti è stato come se io mi stessi muovendo all’interno di quel periodo, dotato però di un potere magico: quello di poterne  denunciare le violenze sapendo di essere assolutamente invulnerabile. Che dire? Un regalo che ho ricevuto dalla Storia.

Proseguo nella mia camminata. Un altro edificio “parlante” questa volta un idioma gradito. Una casa monofamiliare del primissimo novecento; due piani; tre blocchi che si incastrano uno nell’altro: i minori nel maggiore, su livelli diversi a seguire la pendenza della collina che li “ospita”; finestre trifore e cornici delle porte in marmo rosa; l’intonaco esterno nuovo, di colore giallo antico. I tetti spioventi, quelli dei blocchi minori fino a lambire il davanzale di qualche finestra del nucleo edilizio principale: mi piace pensare che siano lì per consentire le uscite notturne al gatto di casa che al chiaro di luna va ad incontrare la sua micina. Volumi in movimento, la bellezza e l’equilibrio che vincono sulla “dimensione a prescindere”.

Ecco, qui sopra ho cercato di pubblicare due foto: non in bianco e nero, non “a colori”, bensì due foto “a … parole!”. Questo è ciò che intendo quando parlo di “post creativo” contrapposizione al “post antologia”.