L’ILIADE LETTA A TRENTO – Libri XVII-XXIV (fine)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2012 @ 5:42 pm

Detto altrimenti: martedì 27 marzo 2012 è terminata, presso la Biblioteca Comunale di Trento, il ciclo delle letture e commento dell’Iliade, curata dalla Professoressa Maria Lia Guardini (v. precedenti post del 31 gennaio, 11 e 29 febbraio, 9 e 11 marzo)

Libro XVII – La battaglia continua con sorti alterne ed interventi degli dei. Si tratta di una lotta “immensa” che riempie tutto il libro. Nessun altro libro ne è così pieno. Lotte “lugubri” per la difesa di un cadavere, che rappresenta l‘apoteosi del morto Patroclo, preludio allo strazio di Achille.

Libro XVIII – Achille apprende della morte di Patroclo e si sparge il capo d cenere, disperato, ululando al punto da farsi udire dalla madre Teti. Delle tue armi si fregia Ettore! ma per questo on ti preoccupare: te le faccio fare di nuove da Vulcano. Achille interviene nella lotta per impossessarsi del cadavere di Patroclo e riesce a portarlo al campo greco.
La prima parte del libro è tutta il dolore di Achille. Nella seconda parte si assiste alla fabbricazione delle nove armi di Achille da parte di Vulcano. Armi che emanano “orror divino”.

- - - - - - - - Achille si arma - - - - - - - - - - -

Libro XIX – Achille si riconcilia con Agamennone. E’ terminata l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei. Il sacrificio generoso di Patroclo ha portato ad una “nuova alleanza”, alla “riconciliazione”. Briseide compiange Patroclo. Prima della battaglia, come al solito, tutti a Tavola! Achille no. Piange e si arma, balza sul cocchio: dall’elegia del dolore alla sinfonia guerresca.

Libro XX – Giove proclama il “liberi tutti!” Cioè tutti gli dei sono liberi di intervenire nella battaglia. Gli dei scendono in campo. Achille ed Enea, Achille ed Ettore (che fugge, salvato da Febo). Achille fa strage di Troiani. Degli altri luoghi della battaglia non si parla.

Libro XXI– Il macello continua entro il fiume Licaone e il fiume Xanto. Battaglia fluviale. Gli dei intervengono. I Troiani fuggono entro le mura. Ogni speranza troiana è travolta. la strage è ormai

Lo straripamento del fiume Xanto (foto Achille)

“priva di nomi” (degli uccisi). Omero isola ed esalta il solo Achille, che, da solo, sconfigge un’armata intera. Lo straripamento dello Xanto che vorrebbe ingoiare lo stesso Achille ci riporta alle Cinque Terre …in Liguria … fango, sangue, incendi, stragi … un vera apocalisse, quasi uno tzunami accompagnato da bombardamenti al napalm.

Libro XXII– Achille scopre di essere stato ingannato agli dei,smette di inseguire il falso Agenore e si dirige verso le mura della città. Priamo ed Ecuba cercano di convincere Ettore a non accettare lo scontro con Achille. Ettore rifiuta, va al campo, fugge, si ferma, accetta la sfida, chiede ad Achille di rispettare il suo (assai probabile) cadavere, Achille risponde che vorrebbe sbranarlo vivo, con gli occhi studia un punto del corpo di Ettore non riparato dall’armatura, lo uccide, fa strazio del cadavere.

Achille fa scempio del cadavere di Ettore

 

Priamo ed Ecuba si disperano. Achille esagera, dimostra aikìa, disprezzo per i morti. Si evidenzia il dissociarsi di Omero da quella “civiltà” aristocratica-guerriera.

- - - - - - - - Pira funeraria di Patroclo - - - - - - - - -

Libro XXIII – Si ri-compiange la morte di Patroclo. Banchetto funebre. Achille sogna. Rogo e tumulazione di Patroclo. Giochi funebri in onore di Patroclo. La Formula Uno dei cocchi, la box, la lotta greco romana, i cento metri piani, la scherma, il lancio del disco, il tiro con l’arco, il lancio del giavellotto: una sorta di mini olimpiade. Ulisse imbroglia e viene rimproverato!

 

Libro XXIV – Gli dei decidono che Achille debba rendere il cadavere di Ettore e avvisano Ettore e Priamo. Grande colloquio fra i due. Priamo riporta a casa il cadavere di Ettore. Pianti, rogo ed esequie, molto più maestose di quelle rese a Patroclo dai Greci. Con questo libro, l’ultimo, Omero si riporta alla civiltà che desidera: quella regnata dalla bontà e dal compatimento. Tutta l’Iliade precedente è barbarie. Qui invece l‘odio è terminato. Achille è convinto non dai doni di Agamennone, ma dal dolore per a morte d Patroclo e dalle preghiere e dal dolore di Priamo. La belva Achille è addomesticata, anche perché ormai è sazia di sangue. Onore a Ettore … dulce et decorum est pro patria mori …
Tuttavia ci si sta dimenticando che anche Achille morirà e che Troia sarà distrutta.

Considerazioni finali

- - - - - - - - A destra, di profilo, Maria Lia Guardini - - - - - - - -

Maria Lia Guardini, Professoressa “vera”, cioè colta e comunicativa. Voci raccolte fra i ragazzi di ieri, suoi alunni, la descrivono severa. Io stesso, da giovane studente, in altra città, ebbi professori “severi” che poi oggi sono quelli che ricordo con gratitudine, perché mi hanno formato, nella cultura e nel carattere.
Ciò che Lia (mi ha detto di chiamarla così … ho impiegato un po’ a riuscirci, ma ne sono orgoglioso) … ciò che Lia ha fatto è stato instradarci nella comprensione assai più che letterale, cioè nella comprensione del tempo di Omero, di un Omero intelligentemente contestatore di una civiltà guerriera, degli eroi (e non eroi) ivi descritti, degli dei pieni di vizi umani, del rapporto con gli dei del tempo, anche attraverso frequenti attualizzazioni dei comportamenti, delle situazioni, dei giudizi su persone e accadimenti.
Lia ha sollecitato in noi la curiosità, l’attenzione, la voglia di capire e di gustare un’opera che definire “pietra angolare” della letteratura non è una esagerazione.
Non è stata una lettura e commento, come forse taluno potrebbe intendere, del tipo “Università della terza età”, ma una lettura a casa e, “in aula”, l’esposizione dei nostri singoli interventi di ”alunni” che si inserivano nella ricca messe di suggerimenti, spunti e sottolineature che Lia sottoponeva al nostro ragionamento.
Il contributo che Lia offre non è per tutti. Infatti è solo per chi abbia il desiderio di ascoltarla. Già, perché di questo si tratta, del desiderio che Lia fa insorge in chi ha la fortuna di ascoltarla di arricchirsi (dell’Iliade), in quattro o cinque sedute, come io stesso – ad esempio – non mi ero arricchito in un intero anno di scuola. E dire che frequentavo il liceo Classico A. D’Oria di Genova, famoso per la sua severità ed esigenza soprattutto verso lo studio del mondo classico. Ora aspettiamo la prossima serie di letture: Eneide? Luciano? Plauto? Vedremo. Nel frattempo … grazie, Lia!