INCONTRI – 15) ALESSANDRO AICHNER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Aprile, 2012 @ 5:22 pm

Alessandro Aichner all'Associazione Culturale Lavisana

Detto altrimenti: volare necesse est, alzarsi … sempre di più … anche per i Trentini! Dall’aereo a reazione di Caproni ai moderni palloni frenati di Alessandro Aichner (this is Trento too!). Una ciliegia tira l’altra. ’Accademia delle Muse”: Enrico Fuochi vede alcuni “reperti storici” in casa di Cristina. Cristina è la nuora del Dr. Garbini, ufficiale medico a bordo della “Città di Milano”, nave  appoggio del dirigibile “Italia” del Comandante Nobile. Si recuperano foto. Enrico, esperto fotografo dilettante ma non tanto dilettante, le restaura. Nasce un libro, una mostra nelle gallerie a Trento, alcune riunioni in circoli privati e pubblici. Da ultimo, su iniziativa dell”Associazione Culturale Lavisana, Presidente Dr. Daniele Donati, a Lavis, presso la biblioteca comunale, la sera del 2 marzo scorso. Enrico, suo figlio Luca … elicotterista. Entrambi amici di Alessandro. Accanto ad Enrico e Cristina, a Lavis siede Alessandro Aichner, Trentino esperto di volo e – fra l’altro – anche di palloni frenati.

Alessandro, solo un cenno alle tue esperienze lavorative passate e attuali
La mia esperienza di lavoro è principalmente elicotteristica. Nel 1985 partecipai alla prima sperimentazione italiana di elicottero di soccorso coordinato da una centrale operativa ospedaliera (Viareggio). Nel 1987 fondai e feci “decollare” una società di elicotteri specializzata nel soccorso. La prima attività: il servizio di “Verona Emergenza“ che assieme a “Bologna Soccorso” furono i banchi di prova del 118, il numero unico del soccorso. Poi l’assegnazione della gara per il soccorso in Alto Adige (due elicotteri), poi la gara di Bergamo, quella di Brescia, poi nuovamente Verona, e infine le tre basi della Toscana in consorzio con altri operatori. Ho provato a partecipare a gare di appalto anche in Puglia, Basilicata e Calabria , ma non sono mai riuscito a vincere … In Alto Adige, nell’estate 1999 la società di elicotteri fu la prima in Italia ed unica fino ad oggi, a realizzare un servizio di elisoccorso primario notturno. (primario = con atterraggio presso il luogo dell’incidente). Nel 2000 ho ceduto la società ad uno dei primi gruppi finanziari privati italiani e mi sono dedicato alla famiglia e all’aerostato di Roma. Dal 1997 al 2002 vicepresidente Eurami – Stoccarda (società di certificazione di qualità per servizi di elisoccorso). Ora sono consulente aeronautico generico fisso. 

S. Ten. Comandante Pilota Martino Aichner

Come e quando è nata la tua passione per il volo in genere?
Papà è stato Sotto Tenente pilota sugli  aereosiluranti Savoia Marchetti SM 79 durante la II° guerra mondiale, decorato di medaglia d’oro VM. In  casa si respirava spesso aria di volo.  A 16 anni ho ottenuto il brevetto di pilota di aliante a Trento. In seguito quello di elicottero e infine la “abilitazione” all’aerostato frenato.

 

Aereosilurante Savoia Marchetti SM 79 (il "Gobbo maledetto")

 

 

 

 

 

La motivazione della medaglia d’oro a papà Comandante Martino?

Partecipava, quale capo equipaggio di apparecchio aerosilurante, alla luminosa vittoria dell’Ala d’Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo. Incurante della violenta reazione contraerea che gli danneggiava gravemente l’apparecchio, portava decisamente l’attacco ad un cacciatorpediniere nemico, che colpiva con grande precisione affondandolo.  Nuovamente colpito dalla reazione avversaria, ammarava con grande perizia, rendendo possibile il salvataggiio del personale di bordo. Cielo del Mediterraneo, 14 e 15 giugno 1942″. (La cronaca e la storia della medaglia d’oro al V.M. è raccontata  dal Capitano Martino Aichner nel suo libro “Il Gruppo Buscaglia – Aerosiluranti italiani nella seconda guerra mondiale”, Mursia 1991).

Come e quando è nata questa tua specifica passione?
Nel 2000, ho trovato in Internet il progetto dell’aerostato frenato “più grande del mondo” realizzato da due giovani italo –francesi di Parigi. Mi sono precipitato a trovarli ed abbiamo cominciato a lavorare per installarne uno in Italia, a Roma, con un anno di preparazione a Bologna. 

Il pallone frenato "Ottavo Colle"

Cosa è il pallone frenato?
E’ un aerostato a gas collegato a terra tramite un cavo che si può avvolgere attorno ad un verricello. I movimenti di salita e discesa sono dovuti allo svolgersi e riavvolgersi del cavo, diversamente rispetto a mongolfiere e palloni liberi. Frenato sta per vincolato. Tutti gli aerostati (palloni dirigibili mongolfiere) possono volare in modo vincolato cioè legati a terra con un cavo che ne limita l’ascesa. La differenza sta nel fatto che il pallone frenato può volare solo in modo vincolato. Ciò determina una specifica categoria nell’ambito degli aerostati. Il vantaggio del vincolo è di permettere voli brevi e ripetitivi e dunque di trasportare tante persone.

Quali sono i precedenti storici?
Henry Giffard, un francese che negli anni d’oro del volo in mongolfiera e in pallone, ha progettato questo sistema per trasportare passeggeri nel il cielo di Parigi,e in particolare durante l’esposizione universale del 1878. Poi sempre Giffard ha portato il sistema a Torino per l’esposizione universale del 1884.

C’è stato un utilizzo bellico?

Prima Guerra Mondiale

Fino dal 1794 le armate francesi furono dotate di aerostieri, osservatori piazzati sui palloni frenati per spiare le mosse del nemico (tradizionalmente, a  quell’epoca, gli austriaci e i prussiani). Gli austriaci impararono subito,a loro spese, i vantaggi dell’impiego degli aerostati, e così dopo poco li impiegarono, a loro volta. Nel 1849, durante l’assedio di Venezia da parte degli austriaci, vi fu il primo bombardamento aereo della storia. E gli Italiani, già durante le cinque giornate di Milano, nel 1848, utilizzarono le mongolfiere per lanciare volantini anti austriaci oltre le barricate e verso i paesi circostanti. Durante l’assedio di Parigi nel 1870 gli aerostati furono utilizzati per spedire la posta oltre le linee nemiche (servizio organizzato dalla Direzione delle Poste, con pilota a bordo e con regolare pagamento del francobollo!). Anche Leon Gamberlé, futuro primo ministro francese, più conosciuto con il soprannome di Gambetta, durante l’assedio, utilizzò un pallone per fuggire a Tours da dove poi raggiunse Bordeaux.
In quegli anni tutte le maggiori potenze europee si dotarono di corpi militari di aerostieri.
Durante la prima guerra mondiale, con l’entrata in campo degli aeroplani da guerra armati di mitragliatrici, gli aerostati divennero obbiettivi vulnerabili e il loro impiego come osservazione della prima linea nemica, cominciò a tramontare. I palloni frenati ritornarono operativi durante il secondo conflitto mondiale utilizzati, senza persone a bordo, come ostacoli alla navigazione aerea al fine di salvaguardare una determinata zona dal volo nemico.

Sopra Villa Borghese, Roma

Ci fornisci qualche dato tecnico?
Il Pallone frenato “più grande del mondo” ha un’altezza da terra di 35 metri (quando sta fermo al suolo). Ha un cavo di vincolo di 150 metri di lunghezza cui si deve aggiungere l’altezza dell’aerostato, per ottenere l’altezza massima raggiungibile (185 metri). L’involucro, il pallone vero e proprio, ha un diametro di 22 metri. Compresa la navicella dei passeggeri (da vuota), il peso complessivo dell’aerostato è di 2,5 tonnellate.
Il gas contenuto nel pallone è elio, e la quantità contenuta nell’involucro, può sollevare 5,5 tonnellate. La capacità di sollevamento netta ( o utilizzabile) è, per differenza, di 3 tonnellate. Di queste, 2000Kg sono il così detto “carico utile” ( utilizzabile per sollevare fino a 30 passeggeri); i 1000 Kg che rimangono sono la trazione operativa di funzionamento. Il sistema permette di salire e di scendere alla velocità di 1 metro al secondo; sono necessari quindi di due minuti e mezzo per salire a 150 metri, ed altrettanti per scendere. Nelle condizioni di peso descritte si può volare con un vento che raggiunga i 15 Km/h. Oltre questa intensità di vento bisogna diminuire, progressivamente, il numero di passeggeri imbarcati. Si può continuare a volare fino al limite di 50 Km/h, oltre il quale è necessario sospendere l’attività di volo e ancorare a terra il pallone. Un vento che soffi a 50 Km /h è un vento molto forte! Ho scoperto a mie spese, che il “Ponentino”, il vento romano che rinfresca i pomeriggi estivi, al di sopra dei tetti delle case , supera abbondantemente i 50 Km/h.

... anche per i bambini ...

Parliamo un po’ della letteratura
Sugli aerostati è stato scritto moltissimo. Per oltre cento anni l’aeronautica è stata rappresentata solo dagli aerostati. Più degli aeroplani, gli aerostati hanno suscitato nell’animo umano l’espressione poetica del volo, sia per aver realizzato il sogno millenario, che per la loro stessa natura: silenziosi e trasportati dal vento. Poiché io sono una delle persone meno indicate per parlare di questo argomento, mi limiterò alla accezione bibliografica del termine, indicando di seguito quelli che ritengo i più significativi, fra i pochi libri che ho letto sull’argomento, e tra i tantissimi che sono stati scritti.

– Il più illustre riferimento è certamente : L’Aeronautica Italiana nell’immagine 1487 1875
di Timina Caproni Guasti e Achille Bertarelli, edito dal Museo Caproni – Milano nel 1938.
Edizione prestigiosa di un libro oggi introvabile, conservato al museo Caproni di Trento.
Partendo dai disegni di Leonardo da Vinci, elenca tutti gli studi sul volo pubblicati prima del 1784. Da quella data iniziano le ascensioni degli Italiani, elencate progressivamente e con grande dovizia di particolari, per terminare con la conferenza sull’aeronautica del professor Colombo a Milano nel 1875. Poi inizia la sezione delle immagini: stampe d’epoca e riproduzioni di quadri.

Il Comandante Martino Aichner, qualche anno dopo

– Un manuale completo che assomiglia ad una vera enciclopedia sull’argomento è il libro “Aerostati “ di Marco Mairani – Silvana Editoriale, oggi in nuova veste con il titolo “i Palloni Volanti” per i tipi della Hoepli.

– I palloni della guerra, di Giuseppe Magrin edizioni Gaspari

– Ascensioni di guerra, di Francesco Pricolo stampa Policrom – Roma

– E infine “L’Aeronautica a Bologna” di Raimondo Ambrosini, edito dal Comitato Bolognese per la Flotta Aerea Nazionale.

Il “motore” per la salita e quello per la discesa
Per salire é sufficiente rilasciare il sistema frenante e il pallone si alza rapidamente svolgendo tutto il cavo di vincolo. Il motore per la salita è dunque la stessa trazione verso l’alto dovuta al gas contenuto nel pallone.
Per scendere un motore elettrico collegato ad un verricello di tipo navale riavvolge completamente il cavo riportando a terra il pallone. In caso di interruzioni nella fornitura di corrente elettrica vi è, di scorta, un motore diesel che aziona direttamente il verricello.

Le tue realizzazioni
“L’Ottavo Colle” così si chiamava il pallone frenato che ha volato continuativamente per tre anni sulla città di Roma, partendo dalla base di Villa Borghese. Prima di Roma ho installato, per un anno, il pallone frenato ai Giardini Regina Margherita di Bologna. Ho potuto così mettere a punto le procedure per farlo funzionare, addestrare il personale e collaudare l’intero sistema. 

... la parte più difficile del progetto ...

Le autorizzazioni necessarie
Omologazione di tipo per l’Italia (oggi superata da quella europea) certificato di navigabilità, immatricolazione, autorizzazione all’impiego per trasporto pubblico di passeggeri, autorizzazione del comune di Roma, autorizzazione dei Vigili del Fuoco, autorizzazione della Prefettura relativa alle manifestazioni permanenti, nulla osta delle Belle Arti (difficilissima da ottenere!), autorizzazione dell’ente di controllo aeronautico ENAV, Autorizzazione della direzione di circoscrizione aeroportuale competente, e per finire autorizzazione dell’ISPESL .. questa non era contemplata , ma la ho voluta io in più … e ho spiazzato tutti!

Applicazioni possibili
Essenzialmente turistiche, si vede dall’alto una città, una località turistica, un sito archeologico…
L’aerostato vincolato è un mezzo eccellente anche come spazio pubblicitario.
Il pallone è così grande, che il marchio dello sponsor diventa perfettamente identificabile già da alcuni chilometri di distanza! Infine è una piattaforma ideale per condurre esami fisici e chimici dell’ atmosfera alle varie altezze. Il CNR, a più riprese ha effettuato dei prelievi di campioni di atmosfera ad altezze comprese tra i 10 e i 150 metri , utilizzando l’aerostato di Bologna prima e Roma poi, concordando le date e gli orari di specifico interesse.

Costi e ricavi
Il pallone frenato di Roma ha trasportato, in tre anni, poco meno di 120.000 passeggeri, con una media di 40.000 passeggeri /anno, quasi come una piccola compagnia aerea. Il prezzo medio richiesto era di 10 euro a passeggero … e i conti sono presto fatti per ciò che riguarda i ricavi. In merito ai costi invece, per fare funzionare l’aerostato e garantire i turni necessari, sono necessarie dodici persone, oltre ad un servizio ininterrotto di sorveglianza. Aggiungendo infine le assicurazioni aeronautiche, la concessione dello spazio di Villa Borghese, e l’energia elettrica (l’unico costo variabile ) si arriva approssimativamente ad equiparare i ricavi. L’utile della attività è affidato quindi alla vendita degli spazi pubblicitari.

Roma dall'alto

Pallone frenato, mongolfiera, dirigibile oggi: loro utilizzo, diversità e affinità
Dal 1960 le mongolfiere e i palloni sono ritornati a innalzarsi nei nostri cieli, dopo una pausa di molti decenni. Le mongolfiere e i palloni per pura attività sportiva, mentre i dirigibili, che stanno riprendendo piede molto lentamente, sono impiegati soprattutto per pubblicità. E’ interessante notare che più di una casa produttrice di aerei, ha nel suo reparto ricerca & sviluppo, un qualche gigantesco progetto di dirigibile lì, fermo da anni che attende.

Per chiudere: palloni frenati in Trentino?
Il Trentino è un territorio adatto ai palloni liberi e alle mongolfiere. I palloni frenati non sono indicati, e poi …c’è a concorrenza delle montagne! I palloni frenati sono ottimi in pianura, in assenza di rilievi dalla cui sommità si possa gustare il panorama.

Però potremmo fabbricarli, in Trentino … Grazie, Alessandro e … complimenti!