MAFIA CAPITALE (… adelante Pedro, con juicio …)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2014 @ 9:41 am

Detto altrimenti: stiamo attenti a non fare di tutt’erba un fascio. anche sulla vicenda Mafia Capitale    (post 1824)

Anno 1824: Mendelsshon, diciassettenne, compone il suo capolavoro: “Sogno di mezz’estate”

Amiche lettrici e amici lettori, come sapete questo “mio” (“mio” perché in realtà è dell’editore!)  è anche un “open blog” aperto cioè – su mia iniziativa – anche  a interventi originari di terzi.

Mafia Capitale. Sono venuto in possesso di una lettera (firmata) inviata da … al Corsera. Non essendone richiesto e senza averne io stesso richiesto autorizzazione all’autore, la pubblico qui di seguito perché, come diceva il Manzoni, “la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio netto tal che l’una resti interamente da una parte e l’altro dall’altra” . Resta un fatto: ciò che colpisce è la notizia. La successiva smentita e/o la riabilitazione ben poco vale a risarcire chi sia stato danneggiato dalla prima ondata.

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Ricordate il film dl 1972 (D. Damiani) interpretato dal grande Nino Manfredi? “Girolimoni, il mostro di Roma”? Rievoca un fatto realmente accaduto sotto il fascismo. Il fotografo giornalista Gino Girolimoni venne arrestato con gran clamore sotto l’accusa di avere violentato e ucciso alcune bambine. Risultato poi innocente, venne scarcerato nel più assoluto silenzio stampa. La sua onorabilità fu in tal modo distrutta fino alla morte avvenuta nel 1967.

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E allora, ecco la lettera

Inizia

Roma, 17 dicembre 2014

Mi chiamo …. sono un dirigente di aziende pubbliche, conosco per motivi di lavoro l’ing. Giovanni Fiscon, direttore generale di AMA ammanettato sul lavoro e tuttora incarcerato (a Campobasso) nell’ambito dell’inchiesta “mafia capitale”.

La notizia dell’arresto mi ha lasciato incredulo. Invano ho cercato notizie sulle accuse che vengono rivolte all’ing. Fiscon, sui fatti che gli vengono addebitati. Ma mi sono reso conto che la descrizione dei fatti che motivano gli arresti, anche dei principali imputati, è quasi del tutto assente dai reportage giornalistici. Il 90 per cento delle notizie riguardano le amicizie, le frequentazioni, i precedenti. Sono riportate con dovizia di particolari le conversazioni, le telefonate, le frasi ormai celebri. Sia chiaro: ritengo che ciò sia giusto e corretto, è giusto, è bene che ai cittadini sia presentato questo quadro raccapricciante, sia descritta questa sottocultura criminale con i suoi modi di agire, di esprimersi, di vivere. Ma è difficilissimo trovare notizie più dettagliate sui fatti: quali sono stati gli appalti manipolati? Chi sono, in quella azienda, in quell’appalto, in quell’affare, il corruttore e il corrotto? Quanto valgono gli appalti che sono stati “governati” dalla banda Carminati?

La mia non è semplice curiosità. Mi piacerebbe sapere quanta parte dell’economia del mio Paese e della mia città elettiva è controllata o influenzata dal malaffare. Credo che questi dati si trovino negli atti dell’inchiesta, di cui i giornalisti sicuramente dispongono. Perché non si trovano sui giornali?

Vengo a Fiscon: quale è il ruolo che gli viene attribuito? Di quali fatti concreti è accusato? Leggo Il Corriere della Sera da quando ho imparato a leggere, quindi da più di 60 anni, vedo la TV, ascolto la radio. Nulla. Ho provato a chiedere a comuni conoscenti e ho raccolto qualche voce. Sembra che una delle cooperative facenti capo a Buzzi abbia vinto almeno una gara di AMA. In quanto direttore generale, Fiscon ha avuto di certo un qualche ruolo nelle gare di AMA, ma non risulterebbe né corruttore né corrotto; però, avendo avuto un qualche ruolo nell’assegnazione di un appalto sarebbe automaticamente complice, farebbe parte dell’associazione a delinquere, della “banda”.

Dunque, si può sapere di che cosa lo si accusa? Un dirigente, specie se di elevato livello, ha certamente responsabilità “di posizione”. Può avere agito in prima persona per fini illeciti, può non essere stato abbastanza diligente e professionale nel vigilare sui suoi collaboratori, ma può anche avere a sua volta subito una condotta delittuosa di altri, può essere la prima vittima dei delinquenti che hanno agito ai danni della sua società.

Nella mia esperienza professionale ho visto molti casi in cui dirigenti accusati e arrestati sono infine stati prosciolti con formula piena. Qualche caso celebre è stato celebrato sui media. Ma molti, moltissimi sono i casi in cui il responso della Magistratura giudicante non è mai arrivato e non arriverà mai. La prescrizione aiuta i delinquenti e lascia l’ombra del dubbio sugli innocenti. La lentezza della giustizia italiana completa un quadro desolante.

Torno alla mia incredulità e a Giovanni Fiscon. Una cosa certa è che la sua vicenda giudiziaria durerà anni, prima che la sua posizione sia chiarita. E forse non lo sarà mai. Per quel che vale la mia opinione, non riesco a credere che sia un bandito di Mafia Capitale: gli auguro perciò di avere la forza d’animo per resistere.

E voi giornalisti, per favore, dateci notizie, non solo pezzi di colore criminal-romanesco.

Grazie.

(Lettera firmata)

Finisce

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Così v’imparate a sta’ zitti …!

La Magistratura, guai ci venisse a mancare anche quella! Saremmo preda di ogni (ulteriore) violenza possibile e immaginabile! La libertà di stampa, la stampa: guai se mi venisse a mancare! Mi sembrerebbe che a mancare fosse l’aria che respiro. Io stesso infatti due post fa (15 dicembre, “Turchia liberticida”) ho denunciato la violenza del governo turco che ha arrestato “preventivamente” 27 giornalisti “rei” di poter avere l’intenzione di rivangare uno scandalo per corruzione che aveva coinvolto l’allora primo ministro – ora presidente – Erdogan.

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Tuttavia non posso esimermi dall’evidenziare una tendenza opposta, quella della “magistratura tutti dentro poi vediamo”, della spettacolarizzazione aprioristica che fa di tutt’erba un fascio, dell’azione e dell’informazione parziale, comportamenti strumentali all’incremento della popolazione carceraria e della tiratura dei giornali e non all’accertamento ed all’informazione su di una “verità del momento, completa anche se non definitiva” che rispetti la persona fino alla condanna passata in giudicato. In entrambi i casi, romano e turco, si dovrebbe evitare di cadere nell’applicazione dell’inversione dell’onere della prova, come in materia fiscale: “sei colpevole a meno che tu non dimostri il contrario”.

(A mio avviso, sempre salva – s’intende – l’opportunità dell’auto sopensione da parte delle persone fortemente indiziate, ove si tratti di politici)