NAUFRAGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2015 @ 5:21 pm

Detto altrimenti: la strage continua     (post 2020)

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Post 2020, anno 2020 – Penso che scriverò un “postapposito”, ovvero un post appositamente dedicato agli avvenimenti dal 2020 al 2084, dal titolo “2084”. Infatti avrete notato che da qualche tempo mi ero messo a scrivere sottotitolo a ciascun post, riportando un avvenimento dell’anno corrispondente al numero del post. Ma ora che la numerazione dei miei post ha superato il livello 2015, ho iniziato ad inventare. Però, mi son detto, così facendo costringi le lettrici ed i lettori ad andare a cercarsi le “puntate precedenti”. Chissà se lo faranno … mi sono detto …  ed allora ecco l’idea: di scrivere la storia futura concentrata in un unico post, fra qualche “numero”, post che lascerò in prima pagina per qualche tempo, anche quando non sarà più l’ultimo  pubblicato. Ovvero, aprendo il blog, troverete quello e subito dopo, l’ultimo, ovvero il più recente della serie. Aspettatevi dunque il post “2084”. Fino alla sua pubblicazione, lascerò questo in prima pagina. Ed ora si può cominciare.

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18 . 19 aprile, ennesimo naufragio, questa volta i morti sono 700 (o 900?). Ci stiamo avvicinando alla data del 25 aprile, alla festa della Liberazione. Come stridono i due avvenimenti! Solo dall’inizio dell’anno, 1600  morti affogati solo perché in cerca della “loro” libertà, proprio mentre noi ci accingiamo a commemorare la riconquista della “nostra” libertà.

Papa Francesco dice: “Cercavano una vita migliore, cercavano una vita felice”. Io mi permetto di dire: “Cercavano la vita”.

Dice … ma le cause son ben lontane dalla nostra responsabilità …. Già, dico io, evviva la responsabilità “zonale a compartimenti stagni”: io sono responsabile solo su quella determinata area e solo per quel determinato lasso di tempo. Oltre questi confini io  non lo sono più. Quindi sono anche a posto con la mia coscienza.  Evviva! Anche la coscienza “zonale a compartimenti stagni!”

Ma anche lasciando da parte la “responsabilità” e la “coscienza”, se non altro per una sorta di “egoistica coerenza”, dobbiamo darci da fare per porre fine a queste stragi. Già … perché se le stragi continuano alla fine sarà chiaro che siamo stati noi stessi a non volerle evitare, noi che condanniamo i genocidi mentre – ipocritamente – ne stiamo perpetrando uno noi stessi. E cosa avremmo ottenuto? Che a fronte di migliaia di morti ci saranno comunque decine di migliaia di sopravvissuti che raggiungeranno le coste dell’Europa, e dico Europa, non Italia. E a fronte di decine di migliaia di morti, arriveranno comunque in Europa  multipli di quei numeri. E così via. E’ questo che vogliamo?

E allora, Europa, sveglia! Giù dalle brande dell’ipocrisia, giù dai salotti di Bruxelles e Strasburgo, giù dalle lussuose berline, giù dai comodi saloni di riunione, giù dai pranzi di lavoro, dai viaggi in classe lusso, dagli stipendi e privilegi superdorati! Sveglia! Bisogna correre in trincea, sporcarsi le mani di “umanità” … Ah già … l’umanità … dice … ma ci sarà bene qualcun altro che ci pensa, dovrò mica occuparmene io che sto studiando a gli effetti internazionali della guerra dei Balcani di tredici anni fa, io che sto valutando l’impatto delle “misure Draghi” sull’economia, io che ho tre lauree e parlo quattro lingue … ma via, siamo seri!

E allora, che fare? Che fare? Italia, punta i piedi, anzi …batti i pugni sul tavolo e grida: “ Europa, scendi in trincea con noi oppure non avrai più alcun diritto di pretendere che noi si ubbidisca alle (altre) regole europee”. Punto.

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Ovvero la storia del colonialismo occidentale

Dice … ma a monte … le cause … Eh già, cari miei, le cause … ma se fino ai primi decenni del secolo scorso andavamo con le bombe e i lanciafiamme a “liberare” quelle popolazioni; se abbiamo inventato i battelli fluviali a vapore per penetrate nel centro Africa con cannoni e mitragliatrici, ottimi strumenti di civilizzazione e convinzione psicologica, indispensabili alla formazione di una coscienza democratica locale … Ma via, che sto dicendo mai … dove mai mi sta portando il discorso … infatti questa è un’altra storia.

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