MULTA PAUCIS, I DOPPI INCARICHI IN POLITICA E (NON SOLO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Giugno, 2015 @ 4:18 pm

Detto altrimenti? Chiariamoci: ad essere “detto altrimenti” è ciò che io dico, non io stesso, ovvero io non ho un soprannome tipo … il “maledetto toscano” o altro che dir si voglia!    (post 2085)

Multa paucis, chevvordì? Ecco qui: “dire molte cose con poche parole o a poche persone”; oppure “dare molto a poche persone”; oppure “realizzare molto con poche energie”, oppure etc.. (certo è una cosa: che non vuol dire “elevare le contravvenzioni solo a poche persone”!). Ma siamo seri e prendiamo in esame uno dei tanti significati: “realizzare molto con poche energie”.

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Ecco quello che mi viene in mente quando vedo una persona che si fa carico di molti, troppi ruoli. In tal caso infatti io mi permetto di dubitare che chiunque riesca a realizzare “molto” con le poche energie che può dedicare a ciascuno dei suoi tanti incarichi, se non altro perchè, anche per lui, il giorno è composto dalle solite 24 ore, la settimana da sette giorni etc..

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Dice … ma in politica … è stato stabilito che i sindaci di città con un numero inferiore a  20.000 abitanti, possono anche “fare” i senatori e i deputati.

Infatti la Corte Costituzionale, con la sentenza 277/2011 (Presidente Alfonso Quaranta, Giudice Redattore Paolo Grossi), ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 1, 2, 3 e 4 della legge 15 febbraio 1953, n. 60 (“Incompatibilità parlamentari”), nella parte in cui non prevedono l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di Comune con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.

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E qui “casca l’asino”, ovvero, qui la decisione “salomonica” mostra il suo lato debole. Infatti mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.

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E i sindaci di città con 19.999 abitanti? E quelli con 20.001? Dice … sono casi limite, occorreva stabilire un livello preciso. Si, vabbè che summa lex summa iniuria, ovvero, per quanto sia precisa una legge, in ogni caso essa reca danno a qualcuno, ma io mi domando: perché “occorreva” stabilire quel livello anzi, “un” livello? Infatti a mio sommesso avviso il problema non è individuare la soglia, ma risolvere un problema diverso: “è conveniente che si consenta la somma dei due incarichi”?

Dice … ma se la città è piccola, il Sindaco può ben anche fare il parlamentare. Eh, no, caro mio, continui ad eludere il vero problema ..  e poi ti sei risposto da solo, ti sei dato ragione da solo: continui a spostare il problema sul colore degli scaffali dell’enciclopedia, mentre io quell’enciclopedia proprio non la voglio acquistare! Infatti mi conduci furbescamente a discutere del “livello” mentre si dovrebbe discutere del cumulo a prescindere dal livello.

Dice … ma se la città è piccola .. Eh, no, caro mio: lasciami fare un esempio personale. Negli anni 1975-1980 io sono stato capo della finanza Italia della Stet, la più grande finanziaria italiana e negli anni 2010, a un passo dalla pensione, a capo di una Spa mista pubblico privata che organizzava e gestiva la mobilità di una cittadina con meno di 20.000 abitanti retta da un Sindaco-Senatore. In entrambi i casi:

  1. io lavoravo circa dieci ore al giorno e avevo al mente occupata dai pensieri del mio unico incarico anche ben oltre l’orario di lavoro;
  2. io avevo la necessità di avere il mio capo come interlocutore diretto, immediato e disponibile.

Orbene, mi domando:

  • thU2YEU0PEun Sindaco che deve vivere la sua città, camminare per le strade, parlare con la gente, osservare come “funziona” la città, ricevere i cittadini, partecipare alle riunioni delle Commissioni, dei Consigli e della Giunta, come può allo stesso tempo seguire lavori parlamentari? Se poi quel parlamentare fa parte di una Commissione … le avete viste alla TV le pile di documenti posta sulle scrivanie dei componenti le varie Commissioni? Per me non riescono nemmeno a leggerle tutte quelle pagine … (“ecco, tanto vale, dirà quel tale che mi sta contestando: se tanto nessuno le legge, allora il nostro bi-politico può ben fare anche il Sindaco”.)
  • Se poi il bi-politico è tale in quanto invece di essere sindaco + parlamentare è a capo di un partito + parlamentare, il discorso non cambia (peggio mi dice se poi da bi-politico il de quo agitur – il politico del quale si tratta mi diventa tri-politico!):
  • Per un diverso aspetto: chi lavora “per” quel Sindaco, può accontentarsi di incontralo – se va bene – una volta alla settimana, magari il sabato o la domenica?
  • E poi, le situazioni, in città, in Parlamento, in una SpA … occorre viverle senza alcuna interruzione, ti devono “entrare nella pelle”, le devi respirare ogni istante del giorno e della notte. Solo così  avrai conoscenza e coscienza delle cose e potrai conseguentemente agire per il meglio e non sulla base del “sentito dire” da chi ti aggiorna frettolosamente su ciò che è accaduto mentre tu eri “in tutt’altre faccende affaccendato”.

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Dice … ma la legge lo consente. Ok, ho capito, ma non si vive solo de jure còndito (sulla base delle leggi esistenti) ma anche sulle aspettative de jure condendo, ovvero della necessità di aggiornare – migliorandole – le leggi esistenti. E poi, sempre per restare nel latino … quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor, ovvero, ciò che non è vietato dalla legge può ben essere vietato dal pudore … soprattutto se prendi doppia paga. O no?

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Dice … ma nel titolo avevi accennato a pluralità di incarichi anche al di fuori della politica. Hai ragione, mio anonimo interlocutore, hai ragione: in parte ne ho già parlato e meglio ne parlerò nel prossimo post.

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