VIAGGIO IN ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2015 @ 5:44 pm

Detto altrimenti: da Trento ad Arezzo e ritorno    (post 2149)

Partiti ieri mattina, rientrati oggi pomeriggio. Ma … dice … andare ad Arezzo sarebbe un viaggio “in Italia”? Eh già, ragazzi, ma lo sapete che se un Trentino sposa una di Rovereto di lui dicono che “elo l’ha sposà ‘na meza taliana de Roveredo”? Ma bando agli scherzi e torniamo seri.

18_corallo_scuro[1]Uscita dell’autostrada a Firenze Sud, direzione Pontassieve e quindi Stia. Stia, la “capitale” del famoso “panno rosso del Casentino”, ovvero di un tessuto con una sua spiccatissima personalità nella trama, nei colori e nei modelli che se ne confezionano. I colori … avevo provato a trovare un loden rosso per mia moglie da Innsbruck a Bolzano a Trento: niente da fare. A Stia invece il rosso classico del Casentino a iosa, nella sua versione “base” e in molte altre sfumature. Ma se volete saperne di più, andate su internet e cercate la Tessitura TACS di Stia. E mi fermo qui.

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L’accesso alle casette dei nove frati residenti

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E poscia che trovammo la mantella
volgemmo nostri piè a superare
boscosa, aspra e ripida forcella

per l’eremo Camandol visitare.

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Foresta splendida, non “ripulita”, bensì ricca, al suolo, degli alberi caduti, allo stato “naturale. La foto, scattata dall’auto, non le fa giustizia.

No, non sono versi del Padre Dante ma molto più semplicemente miserrimi endecasillabi miei. Già, infatti la nostra seconda tappa è stata il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi o almeno quella parte che si attraversa (comodamente in auto) per arrivare all’ Eremo dei Camandoli. Rapida vista ad una “cella” (la Chiesa era chiusa) e al piccolo bazar annesso, nel quale ho trovato una bella guida dei percorsi in mountain bike. Chissà che prima o poi noi di FIAB Trento non si decida … Sta di fatto che dal 13 al 15 novembre, in Arezzo, si svolgerà Agri@tour, la 14° edizione del salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale che al suo interno ospiterà la terza edizione della sezione speciale dedicata al cicloturismo Ciclo@tour, in collaborazione con la FIAB!

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3 - WP_20151022_19_04_58_PanoramaDa lì di volata ad Arezzo, in tempo per visitare la splendida Piazza Grande detta anche Piazza Vasari chiusa sul lato superiore dal grandioso Palazzo delle Logge, con il suo bellissimo porticato cinquecentesco progettato dal Vasari, porticato ricco di antiche botteghe e di più recenti locali. Indi nella Chiesa di S. Maria della Pieve, nella quale abbiamo assistito alla S. Messa celebrata dal Vescovo nella ricorrenza della elezione a Papa di S. Giovanni Paolo II.

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“Maledetti Toscani” (Curzio Malaparte) … “Io sono l’Aretin poeta tosco, di tutti dissi mal fuor che di Cristo, scusandomi col dir non lo conosco”.

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A cena dove. Su indicazione di amici, alla “Buca di San Francesco”, a fianco della Basilica di S. Francesco. Splendida la location: pavimento di una antica via (romana?), affreschi e dipinti d’epoca alle pareti. Il capo cameriere (o maitre? Mi scuserà se mi sbaglio) simpaticissimo, cordiale e soprattutto “proponente”. Infatti, un solo avvertimento: se volete scegliere voi le portate dovete insistere e superare le sue ammalianti proposte che vi serve a raffica.

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14 marzo 2012. (3)

Ruggero Polito: cliccate il suo nome, qui nel blog …

A cena. I nostri vicini: due signori di Salerno, anzi, uno “quasi” di S. Mango Piemonte (SA), il paese che diede i natali al compianto, nostro carissimo amico Ruggero Polito: Ferdinando P. e Vito S. – Io stesso, approfittando di quel poco di intonazione del dialetto partenopeo di cui molto ingiustamente mi vanto, attacco discorso anche incoraggiato dalla cordialità dei loro sguardi, ricordando l’amico Ruggero, Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto, musicologo, musicofilo, violinista, pianista e per mezzo secolo Presidente dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda. Ci riserviamo di riparlarne insieme, magari con l’attuale Sindaco di S. Mango Piemonte!

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Mattina successiva: salita a piedi (non è né lunga né faticosa) all’ “Acropoli” dove si trova il Duomo, del quale ho fotografato lo splendido altare in marmo e sullo sfondo le alte vetrate tipo Sacra Cappella di Parigi: lo so … lo so … quelle sono più alte e più numerose, ma nella “nostra” cattedrale vi sono una moltitudine di altri tesori, quali – ad esempio – gli affreschi di Piero della Francesca.

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Dall’aztecho “Cuetsakoatl”, il nostro  “Cioccolato”

Mappoi (ma poi) la ciliegina sulla torta: la visita alla Basilica gotica  di S. Francesco e, nei sotterranei alla mostra  “Tè, Caffé e Cioccolato, le Bevande Coloniali”, nonché “Argenti e salotti del Settecento italiano”. E anche qui le foto si sprecano. L’origine storica delle bevande, le loro caratteristiche “tecniche” come interpretate nei secoli, citazioni letterarie e “musicali”, arredi e stoviglie d’epoca e a far da sottofondo, la Musica di Mozart!

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La Basilica di S. Francesco: finalmente si paga per entrare! Non vi suoni strano – detto da un genovese – questo mio “finalmente”. Infatti in Italia abbiamo migliaia di capolavori-tesori d’arte che letteralmente regaliamo ai turisti, mentre se vai all’estero (Spagna e Francia in primis) ti vendono i biglietti anche per … lasciamo perdere … per non parlare degli USA, quelli che la cosa più “antica” che hanno sono le pantofole della nonna. Ma veniamo a noi. Si entra. In piena stagione turistica la durata della visita dietro l’altare per illuminarsi degli affreschi di Piero della Francesca si hanno solo 30 minuti: infatti contingentano l’affluenza per evitare ingorghi che fra l’altro potrebbero danneggiare le opere d’arte.

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thARYKQWBPFra gli affreschi la celebrazione della Legenda Aurea, la raccolta medievale di agiografie (biografie dei Santi) composta in latino da Jacopo da Varagine (Varazze), frate domenicano e Vescovo di Genova ai tempi del Barbarossa, opera compilata a partire circa dall’anno 1260 fino alla sua morte avvenuta nel 1268. L’opera costituisce ancora oggi un riferimento indispensabile per interpretare la simbologia e l’iconografia inserite in opere pittoriche di contenuto religioso. Jacopo da Varagine che – fra l’altro – teorizzò la derivazione del potere della Repubblica Marinara di Genova direttamente da Dio, saltando Papato e Impero: cosa mai non vuol dire la potenza di tre cinta di mura e di una formidabile flotta! Non per niente quella linguaccia toscana di Dante ce l’aveva con noi Liguri: “Ahi genovesi, uomini diversi / d’ogne costume pien e di magagna / perchè non siete voi del mondo spersi?”.

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FIAB, ovvero “Rari nantes in gurgite vasto”!

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Partiti da Arezzo alle 11,30, siamo arrivati a Trento alle 16,00: 400 km senza superare i limiti imposti dal codice della strada, “stanchi ma felici per le belle giornate trascorse”. Così presto a casa? Già, a riposarmi un poco perchè domani a Trento io sono “standista” al padiglione FIAB- Federazione Amici della Bicicletta alla fiera nazionale del consumo e degli stili di vita sostenibili “Fà la Cosa giusta”! E poi, perchè in bici? Ve lo dico con una mia poesiola:

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BICI, PERCHE’ ?

 Perché

in una chiesetta al Ghisallo

riposa sospesa

antica reliquia a pedali.

Perché

insieme a lei

tu scali la vetta

compagno soltanto a te stesso.

Perché

ti ha insegnato

ad alzare più spesso lo sguardo

a scrutare che cielo farà.

Perché

sempre incontri qualcuno

che non ha timore

di aprire la sua vita al vicino.

Perché

con il vento dei sogni

giocando

ritorni un poco bambino.

Perché

restituisce

ad un uomo affannato

profumi di suoni e colori.

Perché

in salita

ricorda ad ognuno

che volendo e insistendo si può.

E poi, … perché no?

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Good bike a tutte e a tutti!

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