4 NOVEMBRE: CADORNA, DIAZ

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Novembre, 2015 @ 7:02 am

Detto altrimenti: Forze Armate, Unità Nazionale, guerra ’15-’18   (post 2161)

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Le cartoline precetto!

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Qui a Trento, versante sud est, il Ponte dei Cavalleggeri addobbato con bandiere tricolori: da qui entrarono le prime truppe del Regno d’Italia. Il Regno, il Re … L’amico professore, studioso, letterato, autore, regista, attore Alfonso Masi ha inteso commemorare la guerra con una rappresentazione satirica: “Quando il Re chiama”. Nello spazio al Sass, ovvero nella Trento romana: noi spettatori seduti sui marciapiedi romani (letteralmente), i piedi appoggiati sul levigato ed irregolare selciato d’allora – e son duemila anni! -. Di che si tratta? Due carabinieri annunciano ad una famiglia di contadini della montagna trentina un grandissimo onore: il Re si è degnato di firmare e indirizzare loro le cartoline precetto, conferendo loro il grande privilegio di indossare la divisa e di andare in guerra. I due fratelli neo arruolati insistono: ciò che conquisteranno diverrà di loro proprietà. I carabinieri, pro bono pacis, accettano di firmare l’impegno. Finita la guerra i due tornato a casa: uno orbo ed uno zoppo e ricevono … una croce di guerra a testa. Fine.

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Mai più lo scempio e la vergogna nazionale della Scuola Cadorna di Genova!

Io ho fatto una riflessione. Cadorna, Diaz. Cadorna: responsabile della sconfitta catastrofica di Caporetto; instauratore della decimazione; quello che “se le mitragliatrici nemiche uccidono 100 miei soldati al minuto, io ne mando all’attacco 200 al minuto”. Cadorna: ma insomma, togliamo quel nome dalle nostre piazze, dalle stazioni delle metropolitana a lui intitolate: non si merita questo onore! E ribattezziamo quei siti con un nome degno, quello del Generale Armando Diaz, l’Eroe del Piave! E del nome Cadorna che farne? Ecco, ci sono: ribattezziamo la Scuola Diaz di Genova e chiamiamola Scuola Cadorna: due vergogne nazionali concentrate in un unico sito fanno meno male che sparpagliate per le nostre città in tanti luoghi diversi … isoliamoli, questi due cancri della memoria!

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