ACHTUNG ! BAN …KEN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Novembre, 2015 @ 7:47 am

Detto altrimenti: le banche annunciano pesanti licenziamenti 

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thNV1P9C3PFare banca. Raccogliere risparmio e redistribuirlo sotto forma di prestiti a famiglie e imprese. Questa la mission istituzionale. Solo che non sempre si sono comportate così, sin dai tempi dello scandalo della Banca Romana, per arrivare ai “giorni nostri” (Sindona, IOR, Montepaschi, etc.). Ma al di là del malaffare vi sono state anche “semplici” deviazioni istituzionali, nel senso che la banca si è messa a “fare finanza”, ovvero a lucrare nel breve termine con investimenti in titoli che poi si sono rivelati dannosi nel medio lungo termine.

Nel frattempo, a fronte degli ottimi risultati a breve, il top management si è pagato stipendi e buonuscite miliardarie che non ha certo restituito quando sono sopravvenute le perdite.

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Anni ’70, io mi ricordo … io non me ne dimentico …

La banca prospera se l’economia prospera e viceversa, tranne in un caso. Seconda metà degli anni ’70: stretta creditizia e valutaria feroce, tassi alle stelle, economia in forte crisi (solo per dirvene una: gli importatori erano obbligati a versare in un conto corrente infruttifero presso la Banca d’Italia un importo vincolato per sei mesi pari alla metà delle somme pagate all’estero per le loro importazioni!!). Ebbene, mai come in quella fase le banche chiusero i bilanci in fortissimo utile, “grazie” – si fa per dire – alla forbice fra tassi passivi (interessi pagati dalle banche alla clientela depositante) e tassi attivi (interessi incassati a carico dei soggetti finanziati), forbice anche di 10 (dieci) punti percentuali!

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Oggi. Globalizzazione, crisi, computer. Già, ci si sono messi anche i computer … Nel nel libroo) “Così parlò bellavista”, a Luciano de Crescenzo che tutto orgoglioso annunciava alla madre che stava cercando di vendere computer al Comune, la donna rispondeva: “Lavori nei compiutèr? T’avissi a far male! E poi, venderli al Comune? Ma qua’ Comune? Quello il Comune non se li accatta i computèr che fanno mille operazioni in un secondo! Quello il Comune assume mille persone e gli fa fare una operazione a testa …”

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th7FPA2HUPL’uomo ha vinto la complessità: ha inventato i computer. Il computer ora sta sconfiggendo l’uomo o quanto meno lo induce ad una riconversione che nel medio termine potrà anche essere virtuosa, ma che nel breve termine …  guai a chi ci si trova nel mezzo! Già, ma chi sono quelli ce si trovano in mezzo al guado ora che sta arrivando l’ondata di piena della crisi? I dipendenti bancari licenziati e tutti i contribuenti che pagano le tasse allo Stato che versa soldi all’UE che sovvenzione le banche per impedire che falliscano, della serie too big to fail, troppo grandi, troppo importanti perché siano lasciate fallire.

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P.S.: grazie alla segnalazione del lettore Gianluigi (v. il relativo commento), integro il mio post: il governatore VISCO ha segnalato una grave “mancanza di segnalazione” ovvero che due anni fa l’UE ha deliberato il BAIL IN ovvero che in caso di possibile fallimento di una banca, a concorrere al suo salvataggio saranno innanzi tutto gli stessi clienti. Ciò, per evitare di coinvolgere indiscriminatamente tutti i contribuenti. Ma nessuno ci aveva detto nulla! Leggete qui sotto:

LE METAMORFOSI (no, non quelle di Apuleio, bensì quelle della UE!)

Il deficit di patrimonio di una banca (diminuito a seguito di perdite)  rispetto a quello necessario perché la banca possa continuare ad operare (la cosiddetta soglia minima di patrimonio) viene ripianato non dall’ esterno della banca, ma innanzi tutto presso gli stessi clienti, che vedono i loro crediti trasformati in capitale sociale (secondo una sequenza prestabilita, e con esclusione dei depositanti garantiti e pochi altri creditori), fino al livello necessario a ristabilire detta soglia minima. Insomma, in una certa misura, alcuni depositanti vengono trasformati da creditori in azionisti. Per effetto di questa metamorfosi, i “vecchi” azionisti della banca vedono diminuire in percentuale le loro partecipazioni azionarie o addirittura  non sono più azionisti della banca. Contemporaneamente, la banca dovrebbe essere ristrutturata dal punto di vista operativo e dovrebbe essere capace di reperire liquidità all’esterno, proprio grazie all’ avvenuto rafforzamento patrimoniale.

Scendendo nel dettaglio, se una banca rischia il fallimento,  a dover sborsare il proprio denaro saranno nell’ordine:

  • i “vecchi” azionisti;
  • gli obbligazionisti meno assicurati (le obbligazioni subordinate verranno coinvolte nel pagamento);
  • i depositanti di somme superiori ai 100 mila euro:
  • lo Stato.

Non dovranno invece partecipare al bail in i possessori di obbligazioni garantite, i titolari di pensioni e di salario dipendente (dalla banca stessa). Ogni Stato membro avrà infine la facoltà di decidere l’esclusione di altre categorie. Parlando di percentuali: nel caso in cui una banca rischi il fallimento, lo Stato interverrà per salvarla solo dopo che azionisti e creditori avranno pagato l’8% delle passività totali dell’istituto. Lo scopo della norma, è quello di evitare che a pagare siano tutti i contribuenti. In realtà, però, a rimetterci sarà chi deposita i propri soldi.

Personalmente osservo:

1) l’interpretazione tendenziale del provvedimento riconduce al concetto originario della Cooperazione, secondo il quale ogni cliente è ipso facto azionista. Solo che qui, tanto per cambiare, nessuno è stato preventivamente informato e poi “la legge sarà uguale per tutti salvo le eccezioni di legge”. 

2) Il Bail in determinerà la migrazione dei depositi maggiori verso banche extra UE presso le quali il depositante non rischi di essere “metamorfosizzato”.

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