UN IMMIGRATO EXTRACOMUNITARIO CHE SI E’ FATTO ONORE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2015 @ 2:16 pm

Detto altrimenti: … anche in campo letterario  (post 2180).

Tale Apuleio nasce berbero a Madaura, nella provincia romana della Numidia (nord Africa), intorno al 125 d.C.,  da una ricca sua famiglia. Ereditata una fortuna, studia a Cartagine, Atene e Roma, apprende il greco ed il latino. A Roma è iniziato al culto di Osiride e Iside, intraprende con successo la carriera dell’avvocato e approfondisce la sua cultura filosofica e religiosa.

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Il protagonista Lucio trasformato in un asino

Con la Prof (“Prof” senza puntino!) Maria Lia Guardini oggi abbiamo parlato del romanzo “Metamorfosi” di Apuleio, anche in raffronto al Satyricon di Petronio (v. alcuni post fa). Prima domanda ricorrente: perchè l’Autore (di turno) ha scritto questa o quell’opera? Chi ne erano i destinatari? In Petronio si pensa che volesse condannare (o condividere?) i costumi dissoluti della corte di Nerone. Nel Satyricon prevale infatti una ragione sociologica. Qui no. Qui, nelle Metamorfosi, al di là e al di sopra dell’aspetto superficiale (quello che appare ad una prima lettura disattenta), prevale la finalità religiosa.

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th1YXTUR3IInfatti già nella ”novella dentro la novella” e cioè nella favola di Amore e Psiche (psiche = anima), la trasformazione di Psiche in dea anticipa la conversione (trasformazione, metamorfosi) alla fine del romanzo del protagonista Lucio – già trasformato in asino – da asino in persona umana e quindi in sacerdote di Iside. Nel  frattempo ne succedono di tutti i colori: infatti già all’inizio del primo libro Apuleio avverte il lettore: guarda che ti divertirai. E infatti il lettore si diverte quanto meno nel cercare di immaginare le scene che sfilano sotto i suoi occhi, con un processo mentale che Italo Calvino definiva “cinematografia mentale”.

Lo stesso Autore ci avverte: la lingua utilizzata è il latino della periferia, dei non-latini (come potrebbe essere l’italiano parlato oggi dagli Istriani, n.d.r.).

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Il tema principale dell’opera è il “viaggio”, tema  ricorrente nella letteratura di tutti i tempi, da Omero a Dante a Goethe. Tema che troviamo anche in Petronio (anche se non si comprende bene dove si voglia andare a parare). E anche in Apuleio, nella cui opera però  il viaggio è un chiaro tendere alla conquista della religiosità.

La novella, anzi, le novelle nella Novella. Ve ne sono più d’una, un po’ come – ad esempio – nel Manzoni (quella della monaca di Monza; dell’Innominato; di Renzo senza Lucia e viceversa; etc.). Tuttavia i “quadri manzoniani” sono molto slegati fra di loro, mentre in Apuleio essi sono reciprocamente intersecanti.

Lo humor non manca: Giove che commina una multa in denaro agli Dei che non partecipano alle riunioni (imparino i nostri Parlamentari!); i briganti che si informano sule retribuzioni degli alti burocrati prima di decidere chi rapinare (stipendi e pensioni d’oro!); Giove che si dimostra laureato in giurisprudenza volendo per Cupido nozze “secondo il diritto civile”; etc.

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th[3]Troviamo poi la curiosità umana che da vizio diventa strumento del sapere; l’inopportuna apertura di una fiala che riconduce all’otre dei venti aperto dai compagni di Ulisse; una dantesca discesa agli inferi; paesaggi idilliaci e paesaggi salgariani; descrizione di interni; brani da “50 sfumature di grigio”; una molto compiacente e generosa giovane domestica dal nome promettente: Fotide (!); come perdere la verginità e dare la colpa ad un dio; l’episodio della giara che ci riporta a Pirandello; e poi, la giara? Permane il  dubbio che Boccaccio si sia ispirato ad Apuleio: in Apuleio l’amante di gode la moglie altrui affacciata verso l’interno della gara entro la quale sta lavorando il marito; nel Boccaccio, la donna è affacciata alla finestra e saluta il proprio marito per strada, mentre all’interno della casa, da dietro, l’amante …); la descrizione di un giovane (il modello della pubblicità maschile dell’epoca?) “di altezza proporzionata, robusta snellezza, incarnato discreto, capelli biondi e sciolti, occhi celesti ma vivi e splendenti come quelli di un’aquila, portamento nobile ma senza affezione” (può bastare?).

Insomma, un bel romanzo avvincente, assai gradevole da leggere anche solo superficialmente.

Prossimi appuntamenti del Gruppo di Lettura “I classici” sotto la guida della Prof (Prof senza il puntino!) Maria Lia Guardini: 1 dicembre 2015 (per terminare le Metamorfosi, 12 gennaio 2016. Ma che faremo il 12 gennaio? Emma propone una “antologia” di temi. La Prof i proemi. Io “Le vite paralelle” di Plutarco. Vedremo.

Maria Lia Guardini, Gruppo di Lettura dei classici, Biblioteca Comunale di Trento, primo piano, sala a fianco della Sala degli Affreschi, ore 10,00 – Entrata libera. Non mancate!

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