LA VIA MICAELICA A PIEDI, di Gian Paolo Margonari …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2016 @ 5:47 pm

… detto altrimenti: “MarGOnauta”                               (post 2258)

Cari amici vi scrivo … Care lettrici e stimati lettori, come sapete il mio è anche un “open blog” ovvero un blog che ospita molto volentieri i postaltrui (tuttaunaparola) cioè gli articoli di amici. Questa volta però l’ho fatta grossa: mi sono impegnato in un viaggio di “una premessa e quattro puntate” lungo la Via Micaelica, viaggio che Gian Paolo Margonari alias MarGOnauta ha percorso ovviamente a piedi mentre io lo rifarò solo attraverso la tastiera del mio computer!

Riccardo

Gian Paolo Margonari, chi era costui? (Anzi, chi “è”?)

 “Festina lente”: affrettati lentamente, affermavano nostri antenati Latini. A me piace adeguare l’espressione con “ Cammina lesto, viaggia lento”.

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          … o con le scarpe o senza scarpe … 

Gian Paolo, già insegnante, poi nel ramo del credito, attualmente in pensione, cioè diversamente attivo. Frequentatore da tempo immemorabile dell’ambiente montano di cui apprezza in egual misura gli aspetti antropico-culturali e quelli naturalistico-botanici, ama trasmettere la gioia del viaggiare a piedi. Cassiere della sezione SAT di Trento e spesso capo-gita nelle varie escursioni programmate. Coinvolto quale docente sulla filosofia del camminare/viaggiare nei corsi di formazione degli Accompagnatori di Escursionismo del CAI ed in corsi “nazionali” dedicati agli insegnanti. Dal maggio 2006 al maggio 2009 Consigliere Centrale del CAI per conto dalla SAT. Iscritto all’Albo delle Guide Alpine come Accompagnatore di Territorio del Trentino. Ama molto – fra l’altro – i viaggi (soprattutto a piedi) e i libri (quasi tutti) ed è probabilmente a causa di queste passioncelle che i lettori possono “godere“ delle sue colpe letterarie, frutto di esperienze di via-andante: 

  • “El Camino de Santiago de Compostela – Breviario/Diario di un trekking tutto speciale” – Curcu & Genovese Ed., Trento, giugno 2005.
  • “Un uomo a zonzo sulla Via Francigena – Diario & amene divagazioni di un viaggiatore a piedi”; Curcu & Genovese Ed. , Trento, giugno 2007.
  • “ La Guida – Col du Grand Saint-Bernard – Canterbury”; Curcu & Genovese Ed., Trento, dicembre 2011.
  • “Un viaggio a piedi tra due Culture – Andreas Hofer Weg/Via Andreas Hofer”; Curcu & Genovese – Trento, febbraio 2010.
  • “Il Sentiero di San Vili – Un cammino di storie e Storia”; SAT – Trento, dicembre 2013.
  • Con altri: “Venticinque anni in montagna con il Circolo Sociale della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, raccolta sistematica di 300 escursioni nel Trentino-Sudtirolo”; Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto – Trento, 2005.

Le motivazioni del via-andante 

ll filosofo e matematico francese Cartesio affermava: “Cogito ergo sum” ovvero “Penso quindi esisto”. Parafrasandone il pensiero, mi sento di tradurre in termini moderni l’espressione con: “Cammino quindi sono vivo”. Tuttavia se invece di limitarmi a “camminare” io “viaggio”, cambia anche la conseguenza della mia azione ed il risultato è “Viaggio, quindi sono vitale”. Infatti, se camminare fa bene, viaggiare a piedi è meglio.

Ma allora, qual è la differenza tra il camminare e il viaggiare a piedi? Il camminare, cosa buona, salutare e giusta, è solo l’aspetto fisico-meccanico, ovvero l’aspetto hard della mobilità umana; mentre viaggiare a piedi, aspetto soft, è “Camminare  +  Cultura”. E camminando io dialogo innanzi tutto con me stesso ma soprattutto con i compagni di viaggio e la gente che incontro; con il Territorio-natura-cultura-soprattutto cultura del fare; con i suoi usi, costumi, tradizioni, folklore, Storia e storie. Tale è il mio approccio quando preparo un “viaggio”.

La Via Micaelica: da dove a dove

Altresì chiamata Via dell’Angelo o Sacra Langobardorum, è dedicata a San Michele Arcangelo, è la via che collega da secoli tre santuari/abbazie: Monte Sant’Angelo (Gargano, Puglia); Mont Saint-Michel (Normandia) e, nel mezzo, l’abbazia Sagra di San Michele (Sant’Ambrogio in Val di Susa – Torino). I tre luoghi si trovano geograficamente a 1000 kilometri di distanza l’uno dall’altro, esattamente allineati lungo una retta azimutale di 120° ESE che li unisce e idealmente conduce – stessa direzione – al Monte Carmelo in Israele. 

Michèle Arcangelo

Il nome di origine ebraica significa “Chi come Dio?”. Nella Bibbia è il nome di un principe degli angeli e ricorre due volte nel Libro di Daniele. Nel Nuovo Testamento (epistola di Giuda) Michèle è definito Arcangelo, mentre nel Libro dell’Apocalisse si accenna alla sua battaglia, alla guida di altri angeli, contro il dragone Satana.

L’immagine di Michèle Arcangelo, sia per il culto che presto gli fu tributato, sia per l’iconografia, dipende direttamente dai passi dell’Apocalisse. Sulla base di tale testo ne vennero scritti altri dedicati a lui dedicati, i quali lo definirono come un essere maestoso con il potere di pesare le anime prima del Giudizio. L’iconografia bizantina prediligeva l’immagine dell’arcangelo in abiti di dignitario di corte rispetto a quella, occidentale, sopra descritta.

Le apparizioni. Celebri quelle a lui attribuite: sul monte Gargano a Monte Sant’Angelo (secolo VI); a Roma sul mausoleo di Adriano (590 d.C.) perciò detto Castel S. Angelo); in Normandia (708 d.C.) nel luogo poi detto Mont Saint-Michel.

 Il Culto Micaelico

 In epoca carolingia, il culto si diffonde verso est, lungo l’itinerario dei monaci celtici, fino alle Alpi Bavaresi, i cui santuari, dedicati all’Arcangelo, occupano generalmente le cime dei monti (per un approfondimento: “Le Vie dell’Angelo” di Giuseppe Piemontese, Bastogi Editrice Italiana, maggio 1999).

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 7 - MG_6264Mont Saint-Michel in Normandia (Francia)

Il culto di San Michele Arcangelo, ampiamente diffuso in tutt’Europa, ha fatto dell’abbazia una delle principali mete di pellegrinaggio della cristianità. L’isolotto ha circa 960 m di circonferenza e una superficie di circa sette ettari. La roccia, granitica, si eleva a un’altezza di 92 m sul livello del mare, ma con la statua di San Michele collocata in cima alla guglia della chiesa abbaziale, raggiunge l’altitudine di 170 m.

Normandia (Normandie). Per noi il nome ricorda lo sbarco – 6 giugno 1944 <D-day, il giorno più lungo> – con il quale le truppe alleate iniziarono la liberazione della Francia invasa dai nazisti nella seconda guerra mondiale.

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 Abbazia “Sagra di San Michele” in Val di Susa (Torino)

Viene eretta tra il 983 e il 987 e avvolge la cima del monte Pirchiriano (m 962) all’imbocco della Val di Susa, lungo una delle vie che già nell’antichità collegavano l’Italia all’Europa del Nord Ovest. Il secolo XII segna il periodo di massimo splendore dell’abbazia. Nel 1836 Carlo Alberto di Savoia incarica Antonio Rosmini di insediare nella Sagra una comunità di suoi religiosi che tuttora custodisce gli edifici abbaziali.

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Monte Sant’Angelo (Gargano, Puglia)

thELEOL7XWAlto su uno sperone calcareo, rimira il Tavoliere e il golfo di Manfredonia. Famoso per la presenza del Santuario sotterraneo di San Michele originatosi secondo la tradizione a seguito di tre apparizioni (490, 492, 493 d. C.) di San Michele Arcangelo al Vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano. Il complesso monumentale è costituito da costruzioni di varie epoche sorte intorno alla grotta delle apparizioni.

 La Via Micaelica: un ponte tra Occidente e Oriente

La Via Micaelica inizia a Mont St. Michél, attraversa la Francia, raggiunge la Sagra di San Michele e si innesta sulla Via Francigena (Canterbury-Roma) nei pressi di Vercelli e da qui fino a Roma. Dopo aver percorso in altra data la Via Francigena da Canterbury fino a Roma, avevo deciso di completare il percorso a piedi da Roma a Bari seguendo la Via Micaelica, per poi proseguire in nave da Bari fino al porto israeliano di Haifa, e a piedi da Haifa a Gerusalemme.

L’itinerario non è segnato. Non ci sono indicazioni di sorta né esiste una guida: “il bello della diretta”. Infatti siamo in Italia, Paese civile, organizzato, di poeti, santi e navigatori ma non di camminatori! Al diavolo, quindi, guide, tour operator, prenotazioni: cercherò di programmare le tappe come nel mio stile, giorno per giorno, per ritrovare la dimensione avventurosa e fantastica del Viaggio e godermi l’intenso piacere dell’incertezza: la cosa eccitante è (anche) non sapere tutto. Non un viaggio tutto-compreso, quindi, bensì Viaggio tutto-sorpresa.

Su queste premesse, limiterò la preparazione ad una valutazione di massima della direttrice di marcia: verificherò sul campo il grado di fattibilità e di percorribilità, cercando di destreggiarmi dai depistaggi della modernità motorizzata: autostrade, strade, tunnel, tangenziali, rotonde ecc.. Mi doterò quindi di una carta fisico-politica “strategica” scala1:500.000 dell’Italia meridionale che mi darà il senso della rotta lungo la Via Francigena del Sud o Via Micaelica. La mia direttrice sarà la Via Appia Antica, da Roma fino a Formia, indi l’Appia Traiana passando per Minturno, Caserta, Benevento, Troia in Puglia, dove termina la Traiana.

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 th34R8QUHELa scelta di percorrere l’Appia Antica non è casuale. Infatti la Via Appia, la più moderna strada del mondo antico… è quasi uno slogan pubblicitario!. La Via prende il nome del censore Appio Claudio Cieco che iniziò la costruzione nel 312 a.C.. Collegava Roma con Capua e poi con Benevento e Brindisi, formando un ponte terrestre tra il Mar Tirreno, lo Ionio e l’Adriatico, da dove era più semplice l’imbarco per l’Oriente. Quasi sempre rettilinea, larga circa m 4,10, una misura che consentiva la circolazione nei due sensi, affiancata da un duplice percorso pedonale, per consentire la separazione del traffico pedonale da quello veloce dei cavalli: attenzioni che purtroppo la modernità ha cancellato a danno degli utenti deboli della strada: Il marciapiede romano termina alla periferia dei villaggi, spesso in corrispondenza del camposanto: quasi un monito per i temerari che volessero spingersi oltre. Considerata la sua importanza di collegamento, nonché l’imponente struttura ingegneristica, fu denominata regina viarum.

A Troia abbandonerò la direttrice dell’Appia Traiana e devierò sulla Via Micaelica o Cammino dell’Arcangelo o Sacra Langobardorum sul Gargano toccando Lucera, San Severo, San Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo. Da qui scenderò a Manfredonia e, sulla costa lungo il Golfo di Manfredonia e il Mare Adriatico, raggiungerò Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Bari.

 Perché ne scrivo?

 Il Viaggio a piedi si articola ed è solitamente goduto in tre momenti: quando si prepara, quando si effettua e quando si rievoca. Il presente scritto vuole essere sintesi di questi tre aspetti per chi vorrà prepararsi al viaggio.

Ancora: nei miei Viaggi solitamente solitari, vorrei portare tutti i miei cari e i miei amici, anche quelli che camminano con fatica o non possono permettersi lunghe distanze; per questo ne scrivo, per amicizia, non per autocompiacimento dell’impresa.

Infine, questo Viaggio nell’Italia del sud non si trova né sui giornali né sui libri, ha troppe strade asfaltate, troppi capannoni industriali dismessi, troppe “isole ecologiche” che puzzano, ma difende un’umanità profondissima nei paesi; consente incontri che riempiono un Viaggio, rivela tenerezze commoventi. Un Paese ricco di contraddizioni, tutto da cambiare e tutto da amare, proprio com’è l’Italia.

 Gian Paolo Margonari, detto altrimenti MarGOnauta

Ecco, raga, siamo alla fine del primo “pezzo”: come premessa non c’è male, non vi pare?  Seguirà in quattro articoli il “Diario Breviario” del viaggio da Roma al Pireo. A me non resta  che augurarvi “Buon Viaggio con il MarGOnauta!”

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