GIULIO REGENI, IL RICERCATORE UCCISO IN EGITTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Febbraio, 2016 @ 7:19 am

Detto altrimenti: rapito, torturato e ucciso          (post 2279)

th[1]Tutti noi ci ribelliamo, indignati. Quale l’ipotesi più plausibile? Che il ragazzo, con le sue ricerche, le sue interviste, i suoi studi sui diritti umani, civili e dei lavoratori (fatti per conto della sua università, una università inglese!) stesse dando fastidio al potere militare al governo. Quindi niente di più facile che a rapirlo, a torturarlo per quattro giorni  per fargli rivelare i nomi di chi lo stava aiutando ed alla fine a ucciderlo sia stato il potere al governo con i suoi servizi segreti.

Di fronte a questa barbarie la risposta migliore potrebbe venire dagli Stati Uniti d’Europa, gli stessi che potrebbero imporre ai loro omonimi USA di abolire una buona volta la pena di morte.

E invece no. La ragion di Stato, anzi, le ragioni di Stato probabilmente ci daranno delle mezze risposte. E poi, l’Egitto, troppo importante per combattere l’ISIS … e i nostri accordi commerciali dove li vogliamo mettere? Ecco, però una cosa è certa:  io non andrò mai in vacanza in Egitto. E così mi auguro facciano tutti gli Italiani … Italiani? Ma che dico? Tutti gli Europei!

P.S.: come andrà a finire? Azzardo una previsione: il governo egiziano costringerà con la tortura tre delinquenti comuni a confessare quel delitto come opera loro (non come delitto politico ma di delinquenza comune). Appena in possesso delle confessioni scritte, li ucciderà durante un loro “tentativo di fuga”. Capra e cavoli. Fine.