COMUNITA’ CENACOLO DI MADRE ELVIRA – JESOLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2016 @ 6:04 am

Detto altrimenti: ed io che credevo che sarei stato solo l’autista …   (post 2329)

… l’autista che accompagnava da Trento ad Jesolo una Persona dedicata agli Altri, la quale cercava di aiutare un suo simile …

Jesolo: non solo mare e vacanze, ma, dietro la Chiesa, la Comunità Cenacolo

Jesolo: non solo mare e vacanze, ma, dietro la Chiesa, la Comunità Cenacolo

Subito dopo la fine della guerra dei Balcani con l’Associazione Trento-Prijedor andai più volte volontario nella Repubblica Serba di Bosnia per dare una mano a quella gente. In quella occasione … be’ … vi assicuro, la guerra … una cosa è vederla in TV, altra e vederne i risultati ancora fumanti, gli orfani, la desolazione, gli sguardi spenti dei sopravvissuti. Ecco, la stessa sensazione “coinvolgente e sconvolgente” l’ho provata ieri, quando mi sono recato da Trento ad Jesolo, per partecipare ad una riunione di persone che, uscite da uno dei tanti tunnel che la (mala) sorte può riservare ai propri familiari, sono impegnate ad aiutare altri che ancora sono in mezzo a quei guadi tremendi. Ho ascoltato storie tristi raccontate dai diretti interessati: padri, madri, mariti, mogli, figlie che devono affrontare il disfacimento della propria famiglia, l’alcolismo, la ludopatia, la droga, l’apatia, l’anoressia, l’auto-isolamento di un loro familiare. Problemi tutti, quelli esposti dalle Persone coinvolte, sorti e vissuti in ambito familiare. Ed ho apprezzato l’aiuto prezioso che è stato loro dato.

Io ero li, assolutamente privilegiato in quando non avevo alcun mio problema da risolvere, bensì solo a supporto di una Persona che cercava di aiutarne un’Altra. Un autista, come ho detto in premessa. Ero lì a fare comunque tesoro della capacità di sopportazione del dolore degli interessati, della loro volontà e capacità di reagire razionalmente e anche a fare tesoro dell’esperienza di chi aveva sofferto e risolto analoghe situazioni e che stava adoperandosi per aiutare gli Altri.

Gli Altri. Emmanuel Levinas, il filosofo del Volto: “Il Volto dell’Altro ti guarda, ti interroga, si aspetta una risposta da te, un aiuto”.

th4G28G66GInizialmente avevo immaginato di riassumere le varie storie, ovviamente in forma più che anonima. Ma poi ho pensato che forse sarebbe stato più utile arrivare direttamente ad alcune osservazioni-conclusioni. La droga non è solo la cocaina e simili. E’ anche l’incomunicabilità, l’alcool, il gioco, ogni altro tipo di veleno di cui si sia diventati schiavi (al limite anche il troppo cibo o il rifiuto del cibo). Ovvie banalità, direte voi. E invece no, mi permetto di dire io se non altro per la diversa reazione della comune sensibilità diffusa di fronte a ciascuna forma di deviazione. L’alcool, senza arrivare alle proibizione di altre religioni, è già oggetto di una certa riflessione: se non altro il divieto di venderne ai minori a la sottrazione di punti dalla patente di guida un certo risultato lo stanno ottenendo. Ma resta la domanda: cosa spinge un adulto a bere fino ad uccidersi? Questo è il problema. E il gioco d’azzardo? Via … leggere “Giocate con moderazione, può indurre assuefazione” è unire la beffa al danno che un padre di famiglia arreca a se stesso e a tutta la sua famiglia!

In miei post precedenti mi sono lanciato contro la prassi delle concessioni statali ai gestori delle macchinette mangiasoldi (cfr.  ivi, sub  “Atlantis”, “Colonnello Rapetto”)

Ma veniamo alla droga “classica”. Qui il discorso è molto più complesso e non ho certo al pretesa di esaurirlo con queste mie poche righe. Resta il problema: come comportarsi? In sintesi (e il discorso vale anche per l’alcool) non fornire i mezzi per il suo acquisto, non avere paura al pensiero “ma se non gli do i soldi io cosa mai potrà combinare?”, essere sempre vicino alla persona, ascoltarla, amarla. E se proprio insiste, avere il coraggio e la forza di “lasciargli-lasciarle toccare il fondo, perché solo allora smetterà di sprofondare e potrà iniziare a risalire” (queste espressioni non sono solo figurate).

Ma un articolo di un blog (un post) deve essere breve. Ed allora eccomi quindi con alcune sottolineature che mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori:

  • quanto sia prezioso, ammirevole ed utile il lavoro – perché di lavoro si tratta, anche se non retribuito – delle Persone che operano all’interno di queste Comunità;
  • quanto bene farebbe anche a tutti coloro che non vivono questi drammi, immergersi almeno una volta all’interno di queste Comunità;
  • chi esce da questi tunnel ha ricevuto una importante Grazia. Chi non vi è mai entrato ne ha ricevute due;
  • per i credenti: medicina importantissima è la Fede. Per i non credenti: la volontà di farcela;
  • mi è venuto spontaneo il raffronto fra le persone affette da queste patologie e la situazione di una nostra amica affetta da sclerosi multipla …

Lo so, amici, questo è un post triste, ma la vita è anche tutto ciò e i problemi non si risolvono ignorandoli, bensì affrontandoli.

P.S.: logistica dell’organizzazione del Cenacolo. Le persone che hanno superato il problema si riuniscono in un’aula con quelle che ancora devono uscirne: la Comunità non prevede l’utilizzo di medici o psicologi. I familiari si riuniscono in un’aula separata, nella quale la riunione è gestita da operatori della Comunità, genitori di figli “usciti” dal tunnel: Ubaldo e Antonella.

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