TRIVELLE 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2016 @ 5:27 am

Detto altrimenti: si o no?           (post 2343)

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L’Italia, e parliamone “del paese là ove ‘l sì suona”! Così scriveva Dante Alighieri … ma era all’Inferno! Ora … non che noi si sia all’inferno, ma un poco “infernale” appare il fatto che se non vuoi le trivelle devi votare sì e che se le vuoi devi votare no. Mi ricorda quel tale che – decenni fa – invitava le vecchiette a votare Madonna Santissima Immacolata, MSI!

Trivelle … qui in Trentino a chi chiede “Come va?” e lo dice in dialetto “Com’ela?” se l’interpellato è un po’ avanti con gli anni talvolta lo senti rispondere “Eh, caro, ormai l’è pù grand ‘l bus de la trivela” … Ma veniamo alle trivelle, quelle vere. Ieri sera un partito politico – l’UPT, unico fra tanti – ha organizzato una conferenza sulle ragioni del sì e quelle del no. Al riguardo osservo:

  • thEY2KL6FTbene averne discusso;
  • benissimo per i moltissimi giovani in sala;
  • malissimo che qualcuno abbia invitato a non andare a votare al referendum;
  • il problema è soprattutto politico, indice di una svolta;
  • le condizioni alle quali le concessioni su “tratte di mare, anche per più trivelle” sono accordate alle compagnie petrolifere, sono un regalo rispetto ai “prezzi” praticati dalla Croazia. In particolare su grandi quantità di gas e olio estratto è applicata una franchigia per cui le compagnie rallentano la produzione per non pagare l’affitto allo Stato;
  • rallentare l’estrazione esige il prolungamento della concessione (ecco la legge che il referendum vuole abrogare);
  • impianti vecchi che durano ancora a lungo richiederebbero elevate manutenzioni che spesso le compagnie non fanno nella misura prudenzialmente dovuta;
  • il numero di lavoratori che perderebbero il lavoro in caso di disastro ambientale è molto superiore ai lavoratori che fra dieci e venti anni si dovrebbero riconvertire in caso di mancata proroga sine die delle concessioni;
  • la quantità di gas e olio estratta è irrilevante ai fini delle necessità del paese (a parte che l’estratto poi viene venduto all’estero).
  • Le ragioni del no? Sono state di “portata globale”: “Se non corriamo qui il rischio di inquinamento, lo si corre altrove sulla terra o con le petroliere che trasportano il petrolio. E allora, tanto vale …”

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Una mia domanda non formulata: “Ma se si estrae gas e olio vicino alla costa, non si corre in rischio che la costa collassi “per sostegno manco” come descriveva Dante Alighieri circa la causa delle “ruine” di sassi vicino a Rovereto, alludendo alle frane causate dal ritiro dei ghiacciai, ghiacciai che con la loro presenza avrebbero sostenuto i fianchi della valle?

A questo punto sono chiare due cose: che io sono un appassionato dantista e che voterò “sì”, se non altro perchè avere stabilito una franchigia elevata che induce le compagnie petrolifere ad estrarre più lentamente ed ora prorogare sine die la concessione è un combinato disposto (furbesco all’italiana!) che offende la mia tasca di cittadino e soprattutto la mia intelligenza di Persona.

P.S.: sui rischi e sui danni delle estrazioni marine leggete il libro “Il quinto giorno” di Frank Schaetzing (Ed. TEA).

E’ stato detto: “Votare non è un dovere”. OK, non è un dovere la cui violazione sia sanzionata dalla legge, ma votare è un diritto garantito dalla legge ed allo stesso tempo è  un dovere civile e morale.

E’ stato detto: “La chiusura anticipata delle trivellazioni …”. Ma quà chiusura anticipata? E’ la chiusura alla scadenza contrattuale. Al contrario, si parla di prorogare sine die (con il NO) /o di non prorogare (con il SI)  tali scadenze.

Le parole .. le parole sono pietre, scriveva Don lorenzo Milani. Lo conoscete? Si? Bravi! No? Leggetelo.

E’ stato detto: “Questo referendum è una bufala”. Ma se è espressione legittima di organi delle regioni previsti dalla nostra struttura democratica!  Fatemi capire … Eppoi, cui prodest? Cui bono? Direbbe quel tale avvocato Cicerone … a chi giova? Chi ne trae utili?

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