E-BIKE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Giugno, 2016 @ 6:03 am

Detto altrimenti: biciclette a pedalata assistita                                 (post 2410)

Intendiamoci: questo mio non è un “trattato su-“ bensì solo quattro chiacchere soprattutto per i non addetti ai lavori. Infatti che senso avrebbe da parte mia fare “proselitismo tecnico” fra chi è schon Katholisch ovvero già convertito all’Idea Bicicletta e sicuramente ne sa già molto, molto più di me?

E-bike? Dice: no, io resto duro e puro. Pedalata assistita? Mai! E invece no per una serie di motivi:

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    E-Mountain bike, motore al pedale

    Acquistare ed usare una E-bike non significa abbandonare le altre biciclette. Io, ad esempio, la uso solo quando sono previste salite impegnative. Negli altri casi uso la bici da strada (da corsa) o la mountain bike “nature” (ovvero non elettricamente assistita).

  • La E-bike ti consente di continuare a fare quei percorsi che l’età non ti consentirebbe più di affrontare, oppure ti consente di arrivare in posti nei quali non saresti mai arrivato con le tue sole forze.
  • La E-bike è un “collante familiare” nel senso che spesso il marito è allenato e la moglie no: dotandola di una E-bike si riunisce la famiglia!
  • La E-bike convince alla bicicletta chi magari – altrimenti – mai si sarebbe accostato ad un pedale.

Ma come sono fatte questa E-bike? Vi espongo le principali caratteristiche.

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    E-City bike, versione con motore alla ruota

    Motore a pedale o alla ruota: il primo tipo è più efficace. Per uso solo cittadino va benissimo anche la seconda soluzione.

  • Potenza, per legge 400 watt. Erogazione a 400 o 500 wattora. Suggerisco la soluzione a 400 wattora: meno spunto ma maggiore durata della carica.
  • Cambi meccanici: solo alla ruota o anche un riduttore a pedale. E’ sufficiente la soluzione solo alla ruota.
  • Gradualità della erogazione: eco, tour, sport, turbo. Autonomia, rispettivamente 140, 80, 60, 40 km.
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Blogger a pedali

E – Blogger a pedali verso il Pordoi

Come si utilizza una E-bike? Si procede come se non aveste il supporto elettrico. Indi vi accorgete che faticate un po’ troppo ed allora vi concedete l’eco. Aumentando la vostra stanchezza o la salita, passate ai livelli di assistenza elettrica successivi. Occorre tuttavia avere un minimo di dimestichezza con il gioco di cambi (rapporti) alla ruota, il che è necessario anche ed innanzi tutto su di una bici “nature”, nel senso che … mi piego: se per vostra imperizia in pianura utilizzate un rapporto “duro” ovvero da discesa, se non siete allenati e non siete in grado di esprimere una spinta sufficiente sul pedale, voi fate molta fatica, spingete poco sul pedale e per converso richiedete una grande erogazione di potenza al motore elettrico: il risultato è che procedete lentamente, vi stancate e consumate molta carica della vostra batteria.

Dice …  io appena posso, in pianura, spengo il motore e pedalo senza assistenza elettrica … sapete, voglio far esercitare i muscoli. Altro errore da non compiere: il risultato è che fate fatica se non altro perché la bici elettrica pesa circa il doppio di una “nature” (25 kg). In questo caso io vi consiglio di lasciare acceso il motore sulla posizione eco, di innestare un rapporto (cambio alla ruota) un po’ più duro (veloce) e di pedalare forzando sul pedale quel tanto che stavate ricercando di fare. Il risultato: allenate ugualmente i vostri muscoli e procedete a velocità superiore, aumentando il raggio d’azione della vostra gita.

Altro errore da evitare nel percorrere un saliscendi. Non spegnete il motore ogni discesa: in discesa basta non pedalare. In tal modo eviterete che il computer di bordo memorizzi e vi segnali dati non significativi.

Insomma, il gioco della combinazione “più o meno corrente” con “rapporto più o meno duro alla ruota posteriore” equivale al gioco fra i cambi al pedale e quelli alla ruota posteriore. Mi spiego: se io su una bici “nature” al pedale ho tre rapporti e sette-otto-nove alla ruota posteriore, posso giostrare fra diverse combinazioni dei due “meccanismi” fino a quando per caso o per esperienza non trovo quello corretto. Nella E-bike accade la stessa cosa: dopo qualche uscita avrete imparato a variare la potenza elettrica erogata in parallelo alla variazione del cambio alla ruota posteriore (ad esempio, diminuendo la spinta elettrica in parallelo all’adozione di un rapporto più leggero, più agevole, più da salita).

Ecco, la chiudo qui, scusandomi con i ciclisti “veri” della terminologia che ho adottato, un po’ alla buona ma – spero – alla portata di tutti.

Gooood Bike a tutte e a tutti, anzi … Gooood E-Bike!