HLLAS, GRECIA, UN PO’ DI STORIA … D’ALTRA PARTE LA STORIA E’ MAESTRA DI VITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2012 @ 5:58 pm

Detto altrimenti: historia magistra vitae? Magari!

Antica Grecia: visione cupa e conflittuale della convivenza interna e internazionale. La lotta politica (con il previsto ostracismo) e la guerra erano la norma. Dare e ricevere la morte era quasi una forma di comunicazione. Tagliare la mano, marchiare a fuoco, annegare i prigionieri, era la regola. Si veda al riguardo, a mo’ d’esempio, l’Iliade. La pace era letteralmente “a scadenza”, del tipo: “stiamo bravi sino alla scadenza naturale del Governo Monti”.

Solone (ma con quelle barbe ... si assomigliano un po' tutti 'sti Greci!)

Grecia, ovvero Atene, soprattutto. La storia ateniese è sempre stata un po’ sull’orlo di scivolare in una guerra civile. Uno dei maggiori conflitti sociali fu disinnescato da Solone (arconte con poteri straordinari, nel 594 o 591 a.C.). Solone svalutò la moneta per alleggerire il peso del debito pubblico. La sua riforma “censuaria” era impostata non sulla nobiltà di nascita ma sul reddito, per cui era concesso a chiunque la possibilità di compiere la scalata politica, garantendosi la pienezza del diritto. Tuttavia la riforma non interveniva sulle disuguaglianze economiche, non prevedeva ridistribuzioni di terre e non colpiva sostanzialmente i privilegi dei più ricchi, dei quali, tuttavia, suscitò lo scontento per aver concesso anche ai più poveri di partecipare alla vita politica. In conclusione, Solone si attirò l’ira di tutte le parti sociali,  (a Dio spiacente e ai nemici sui, direbbe Dante!) tanto che, alla fine della sua opera, i disordini sociali ad Atene ripresero come in precedenza e aprirono la strada alla tirannide di Pisistrato.

 

Il tiranno di Atene Pisistrato

Disordini sociali, si diceva, con partiti e fazioni capeggiate dalle famiglie aristocratiche. Una sorta di oligarchia appoggiata da Sparta contro il demos, il popolo, oligarchia che generò la tirannide di Pisistrato,  combattuta poi dalla solita  Sparta che aiutò la nascita della democrazia. Durante il dominio di Pisistrato cittadini furono privati di molte libertà civili e morali (e anche oggi, quanto all’annullamento dei principi morali non scherziamo … n.d.r.), ma nonostante ciò il giudizio su di lui non fu molto severo, poiché lo ritenevano un tiranno dotato di grande abilità e lungimiranza. Pisistrato fu promotore di una politica espansionistica. Incentivò la piccola proprietà terriera a discapito dei latifondi, incrementò il commercio, favorendo così la crescita della classe mercantile, e promosse un vasto piano di opere pubbliche (un po’ come Berlusconi, con il suo Ponte sullo Stretto). E’ da ricordare la trascrizione su papiro dell’Iliade e dell’Odissea. Inoltre vennero istituite nuove feste religiose: le Dionisie, in onore del dio Dioniso (le gare di burlesque? Ecco da dove ha preso spunto  …!). Trasmise alla fine il potere al figlio Pier-Ippia accompagnato dal fratello Pier-Ipparco. Si inaugurava una dinastia tirannica che avrebbe segnato una nuova fase politica cui sarebbe toccato il ruolo di incubatrice per i fermenti che portarono poi alla svolta democratica.

La democrazia che subentrò, tuttavia cadde anche perché imponeva le “liturgie” ai ricchi, e cioè la realizzazione di opere pubbliche aloro carico. Una sorta di imposta patrimoniale di scopo sui ricchi. Ecco spiegato perchè oggi si tarda tanto …

Allora, vediamo un po’, nell’antica Grecia:
1. si erano già inventati la svalutazione della moneta per alleggerire il peso del debito pubblico;
2. avevano già sperimentato politiche che scontentavano tutti;
3. avevano già sperimentato politiche che non riuscivano a diminuire il divario economico dei cittadini;
4. avevano già sperimentato il governo di pochi oligarchi, appoggiato da una potenza militare esterna;
5. avevano già sperimentato l’ondivaga politica della potenza militare esterna;
6. avevano già sperimentato una politica contro i grandi patrimoni ed una a loro favore, e ciò che esse avevano poi prodotto

Socrate

Ora, non che le stesse cose accadano oggi, via, ci mancherebbe altro, però in particolare la rilettura critica e un po’ maliziosa della cosiddetta “repubblica ateniese”, la quale – di fatto – assomigliava molto ad una oligarchia, ci deve fare riflettere. In particolare almeno sul piano teorico, la partecipazione alla politica era garantita a circa 20.000 cittadini, per il governo di circa 300.000 anime. Non era poi un suffragio così universale. E poi, una democrazia che condanna a morte Socrate! Ma via … a scuola ci hanno raccontato che fu giustiziato perchè accusato di “corrompere la gioventù”. Ma Socrate mica era un  pedofilo! Era solo un politico con idee diverse dall’establishment. Infatti, nella sua prima orazione in propria difesa, Socrate, in tribunale, dice: “Ma pensate veramente che io sarei arrivato (vivo, n.d.r.) a questa età se invece di esprimere le mie idee ai miei “alunni”, le avessi espresse pubblicamente in sede politica? Cioè, se avessi fatto palesemente vita politica schierandomi dalla parte della giustizia? Solo una volta ci provai, opponendomi ad un processo e ad una condanna collettiva e sommaria, e per poco non fui linciato”.

Le morti politiche e di Stato, tipo il nostro Matteotti, nella repubblica ateniese furono molte: Efialte (462); Androcle (411); Frinico (411); Antifonte (410); Arginuse (406); Alcibiade (404), Cleofonte (404); Socrate (399).

 

Il Teatro, il TG4 dell'antica Grecia

Orbene, dal conflitto nacque l’esigenza della giustizia, l’esigenza del “to ison”, dell’uguale per tutti, come la legge, ad esempio, e la titolarità dei nostri odierni cosiddetti “diritti acquisiti”, che dovrebbero essere uguale per tutti. Dal conflitto nacque l’idea di una giusta compartecipazione e condivisione di tutto: del bene (la politica della crescita) e del male (la politica del rigore). E il luogo della comunicazione ove tale sentire si formò non fu la televisione, che non c’era ancora: fu il teatro, il luogo ove ciò che le persone pensavano, si formava molto di più che non nella stessa Assemlea Popolare (quella dei famosi 20.000 cittadini). E i politici, consci di questo potere del teatro, lo controllavano e ne diventavano spesso essi stessi attori. Un po’ come certo nostri politici odierni che attraverso la TV hanno fatto e disfatto l’opinione pubblica. Oggi un po’ meno di ieri, tuttavia, forse, speriamo … utinam an …  (fosse vero che ciò fosse vero!).

Ma il Teatro, nell’antica Grecia, era anche un po’ come il nostro TG3: infatti  era anche il luogo del talk show, dell’analisi critica (Report) e della satira  politica (Crozza), almeno sotto il regime democratico o pseudo tale.

E per oggi basta televisione …