UTOPIA E ALTRI RACCONTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Ottobre, 2016 @ 12:38 pm

Detto altrimenti: a scuola di classici nella Biblioteca di Trento     (post 2490).

E alla fine ci siamo: l’ultima decida di post prima del traguardo del 2500°! Per quell’occasione dovrò ben inventarmi qualcosa … Ma veniamo all’oggi.

Oggi in “aula” in Biblioteca Comunale di Trento  ad ascoltare la nostra Prof senza il puntino Maria Lia Guardini eravamo senza parità di genere, nel senso che io ero l’unica quota azzurra … ma vabbè, ci sono abituato … oggi, prima riunione del dopo estate. E “siccome che” Martedì 25 ottobre, alle ore 17.30 con Paolo Malvinni in Biblioteca Comunale, Sala degli Affreschi si leggeranno passi dell’opera “L’Utopia” di Thomas More (incontro con Francesco Ghia e Maria Lia Guardini, rispettivamente curatore e traduttrice dell’edizione Il Margine 2015), innanzi tutto di Utopia e di utopie si è parlato.

imagesThomas More. Ottima conoscenza del latino, amante del greco. 500 anni fa. E oggi? Oggi l’eliminazione dalla scuola di queste lingue è un atto di classismo. Infatti mentre (solo) i “ricchi” potranno sempre pagarsi una buona scuola, la gente “normale” deve ben accontentarsi … ma questa è un’altra storia.

Utopia, u-topos, non-luogo. Il primo a non crederci era proprio Thomas, ma tant’è … Nella letteratura classica ve ne sono molte. Omero, Odissea, libro VI, l’Isola dei Feaci, una sorta di pre-utopia moriana, dove tutto è bene organizzato, in contrapposizione al non- luogo del IX libro, quello dei Ciclopi, tipico esempio negativo, anche se non manca di qualche positività: la natura che produce frutti benchè non coltivata, il ciclope che parla con il suo gregge. Altra utopia, in Esiodo, ”Le opere e i giorni”, ne “Il mito delle età”. Altre ancora: Euripide (Il ciclope);  Ariostofane (Rane, Uccelli). Utopie, luoghi regolati da leggi scritte o meno ma … fino a che punto si deve obbedire alla legge? Socrate non ha dubbi: la legge che mi condanna è ingiusta ma io non mi sono attivato per cambiarla né sono andato in esilio quindi mi ci sottometto.

Non così un sindaco di Firenze (nooo … non Renzi, bensì tale Giorgio La Pira: “Cosa? Io sto assegnando le case popolari con equità ma la legge prevede altri criteri? Io assegno le case e voi andate a cambiare la legge”).

Diodoro Siculo, con il viaggio del suo Iambulo che sbarca nelle isole del sole. Dione di Prusa con “l’Eubeo”; Luciano nel proemio della “Vera historia”.

Utopia, luogo non (ancora) raggiunto, Guai, nella vita, a non avere Utopie!

Poi siamo passati a parlare di tale Sofocle, a metà fra i due tragici Eschilo ed Euripide. Il meno politico dei tre. Per Sofocle la prima legge da rispettare e difendere è quella divina. Egli sublima le difficoltà umane in una dimensione divina. Il suo Edipo re, sommatoria di miti con significati diversi, come nucleo centrale ha il parricidio e l’incesto, fenomeni tipici della religiosità matriarcale mediterranea, fino all’arrivo della cultura Indoeuropea (patriarcale, con il suo Zeus che passa il tempo a banchettare e ad unirsi carnalmente con le dee della cultura precedente, tanto per mettere in chiaro chi comanda). Molto attuale questa concezione, soprattutto in vista della legge sulla parità di genere …

Prossimo appuntamento: martedì 8 novembre 2016 ad ore 10,00: “Batracomiomachia”, la guerra fra le rane e i topi.

Buoni classici e buona utopia a tutte e a tutti!

 

 

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