GESTIBILITA’ E BILANCIO DI UNA SPA o di più SpA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2016 @ 12:36 pm

Detto altrimenti: parliamone, in modo comprensibile anche per i non addetti   (post 2550)

Gestire bene una SpA significa soddisfare le persone che vi sono coinvolte: fornitori, azionisti, clienti, migliorare l’ambiente e la società in genere. Fino a pochi anni fa si affermava un concetto diverso: “Massimizzare l’utile”. E allora partiamo pure da qui, anche se non condivido il concetto. Dall’utile. Se un signore gestisce una SpA e produce utili, anche sempre crescenti, non è detto che la sua gestione sia da approvare. L’ho imparato quando dirigevo una SpA della Siemens. La Capogruppo tedesca non voleva buoni utili, né i migliori utili possibili, ma i migliori utili possibili corrispondenti all’intero capitale investito. Per questo noi dovevamo calcolare i cosiddetti “interessi calcolatori” (cioè risultato di un mero calcolo finanziario) e generare un utile non inferiore. Quindi io, da azionista di una SpA, non mi accontenterei di sentirmi dire dal signore amministratore della mia SpA che vi sono utili sempre crescenti.

Quando poi una SpA sia nata e radicata sul territorio per produrre lavoro, benessere, miglioramento di quel territorio, e io, anche da azionista di minoranza, dovessi invece vedere che si impegna in una serie di investimenti “a cascata” in tante altre SpA fuori zona, sia pure in tanti altri “salotti buoni” … be’ allora mi preoccuperei. Già, perché se è la prima SpA a perdere, si chiama perdita, ma se poi via via il problema si allarga sulle partecipate, a cascata, allora la necessità di coprire la perdita talvolta viene chiamata come “capitalizzazione delle consociate/controllate”, “presupposti per la ristrutturazione del debito”, “aumento di capitale per futuri progetti”. In ogni caso l’azionista di minoranza, perde la possibilità di un effettivo controllo sull’azione della sua SpA.

Grazie della pazienza che avete dimostrato  … se avete letto questo post!

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