LAICITA’ (e democrazia, n.d.r.), GRAZIE A DIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2016 @ 4:20 pm

Detto altrimenti: ma se lo ha detto anche Papa Francesco … (post 2552)

imagesCosa ha detto? Che anche lui ha dubbi, che anche lui è alla ricerca continua della Fede. Ecco, accosto questo atteggiamento al concetto di laicità, intesa non nel senso superficialmente, comunemente (ed erroneamente) inteso di “non religioso”, ma nel senso di “pluralismo”. Infatti ognuno non crede, crede o ricerca la fede“ a modo suo”. Dice … ma la religione è questa: prendere o lasciare. La religione a scatola chiusa? Potrei anche concordare. Ma la fede è cosa diversa dalla religione: è la ricerca del Tutto da parte di ognuno; non la ricerca da parte di uno per tutti. Ecco la differenza.

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Ho copiato il titolo del mio post da quello di un libro di Stefano Levi Della Torre (2012, Giulio Einaudi Ed., Torino). Una riflessione dell’autore è la seguente: “la religione genera laicità, perché apre la strada ad una ricerca senza fine … in ogni risultato raggiunto non vede un punto fermo ma l’apertura ad altre possibilità” … laico è chi pensa che sia impossibile per l’essere umano afferrare le verità ultime … la laicità non deriva tanto dalla negazione della teologia, bensì dalla teologia della negazione, secondo la quale del trascendente si può dire ciò che non è, non ciò che è”. Ed è subito “ricerca”.

L’essere umano socializza: un tempo nelle grotte e via via sino alle molteplici aggregazioni odierne. Ma per aggregarsi “orizzontalmente” gli uomini hanno avuto (ed hanno) bisogno di un perno verticale attorno al quale ruotare: inizialmente una divinità. Ma poiché ogni religione ha voluto impossessarsi – facendone proprietà privata – del “simbolo religioso” che invece apparteneva anche a tutti i fedeli di ogni altra religione, ecco che il simbolo religione si è trasformato da fattore di unione in fattore di divisione e di guerra. Quindi gli uomini hanno pensato bene di costruire un diverso simbolo, che invece di scendere dal Cielo sulla Terra, nascesse sulla Terra: la laicità, ovvero il rispetto di ogni diversità. Ecco che la laicità è diventata componente essenziale della democrazia, la quale “ponendo al centro della scena la persona umana in quanto tale, a prescindere dalle posizioni politiche e dal credo religioso, ha costituito il quadro istituzionale meno sfavorevole alla convivenza ed alla competizione pacifica delle idee e degli interessi” (all’opposto troviamo le ideologia totalitarie – religiose o secolari- le quali, propugnando l’eliminazione del male, hanno prodotto le più grandi atrocità e nefandezze).

Tuttavia il successivo disfacimento dei simboli laici (borghesia, proletariato, comunismo, fascismo, stati costituzionali, dimensioni statali e continentali, politica democratica, internet, etc.) hanno generato “solitudine individuale” e la rinascita di una domanda di appartenenza confessionale, gerarchica e prescrittiva. Da qui una ulteriore “reazione laica” e così via. Come se ne esce? Accettando il pluralismo in ogni campo, anche in politica, ovvero con la vera democrazia intesa come potere e libertà (regolata) di ognuno. Ma l’accettazione dell’altro (rectius, delle regole dell’altro) trova un limite: nella non accettabilità (da parte di noi occidentali) del relativismo assoluto: ad esempio quello che legittima la clitoridectomia nelle donne. Come pure - altro relativismo assoluto da evitare –  il mancato rispetto delle decisioni di una maggioranza democraticamente costituita.

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Ma “eccesso di relativismo” è anche un sistema (statale) di leggi in cui la sovranità consista nel creare “eccezioni alla legge” e non la legge; non nell’emanare o applicare una legge, ma nel potere di derogarvi. In tale situazione, lo Stato di eccezione è la regola e la democrazia è relegata nei ristretti confini di ciò che non è derogato. Nel Film Schindler List il protagonista, per indurre un capo nazista a graziare un ebreo, gli dice: “Il vero potere degli imperatori romani non era quello di ordinare una esecuzione capitale, ma di impedirla, di vietarla, di concedere la grazia”.

Al che si obietta: ma democrazia è potere? Si, rispondo, potere del popolo. Quale potere? Quello di emanare (far emanare) leggi generali limitando al massimo le eccezioni, le deroghe. Ecco, questo esercizio popolare del potere è esercizio democratico del potere, cioè democrazia, cioè pluralismo equilibrato. Nel rispetto delle decisioni di una maggioranza democraticamente costituita.

The End (del post)

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