IN ATTESA DEL S. NATALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Dicembre, 2016 @ 7:56 am

Detto altrimenti: “Il canto di Natale di Trento al Fersina”     (post 2564)

Gentili lettrici e amici lettori, da oggi alterno ai miei soliti post alcuni scritti sul Natale, in prosa o in versi. Si tratta di edizioni 0 riedizioni di mie antiche “produzioni” da vile meccanico della letteratura e della poesia… ma l’importante è provarci, non vi pare? Il “numero zero” di questa mini serie è dedicato al fiume Fersina, “la Fersena” in dialetto, (Bersn, in lingua mochena) l’affluente urbano di sinistra dell’Adige, che suo tempo scendeva più diretto in città ed il cui corso è stato deviato dall’Austria per evitare le alluvioni nella zona delle Ghiaie, deviazione a mezzo di un robusto bastione sul quale oggi si trova il Viale Trieste. Inoltre, deviando a sinistra orografica la Fersena e a destra orografica l’Adige, l’Austria ampliò l’area urbana vivibile della città nel suo centro.

Da internet si apprende: “Il torrente Fersina nasce dal Lago di Erdemolo (mhn. Hardimblsea) a 2036 m al margine occidentale della catena del Lagorai, scorre nella Valle dei Mocheni (Bersntol), lambisce la Valsugana (dalla quale è separato dalla Sella di Pergine) e qui riceve da destra il torrente Silla (proveniente dall’altopiano di Pinè) quindi dopo aver percorso una profonda e spettacolare forra (l’Orrido di Ponte Alto), attraversa la città di Trento dove sfocia nell’Adige. La sua lunghezza complessiva è di 37 km mentre la sua portate media (registrata presso l’idrometro di Canezza) è di 3 m³/s. Le sue acque sono utilizzate a scopi irrigui”.

 Ma ecco la poesia (le foto sono mie tranne la pesca dell’airone che è di Luigi Zullo)

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Nevegada!

Sei vivo.

Mi parli col suono di luce

dei tuoi mille occhi di rivo

splendenti nel verde.

Dapprima

mi sembri annoiato

nel lento rigiro

che sempre conduce

al tuo limitato infinito

eletta dimora

di anatre urbane

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A pesca (tecnica base)

ed aironi

in morbide anse di steli

ov’acqua

fra ‘l fiore che odora

con tenue sospiro si perde.

Ma ecco

improvviso

uno slancio

al pari del cervo brunito

che hai visto saltar le tue rive

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Altra tecnica di pesca …

braccato dal cane

ed hai ristorato

offrendoti invito alla sete

ed alle corse un po’ schive

del giovane re incoronato.

Ancora …

hai negli occhi il ricordo

di una prudente marmotta

del falco

che lento

si libra nel cielo in agguato …

di un movimento …

di vita che lotta …

di tenero nido violato.

Tu nasci ove aria rinfresca.

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Fersina fiorito

Poi …

scendi la cima

scoscesa di valle tedesca

qual liquido velo nuziale

che adorni la Sposa Atesina

e rechi in pianura

la figlia del suolo innevato

i fulgidi pesci d’opale

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E a valle … il Bondone!

il tenue lenzuolo

che dona ristoro all’arsura

di ninnula cuna

il manto di brezza

che stendi alla luna

ed olezza.

E dolce assopisci il bambino

cantandogli la ninna nanna

che i monti ti hanno affidato.

.

 

.Tu sei Poesia

il capolavoro scolpito

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L’inchino

del grande Pittore Trentino

che ascolto

rapito all’oblìo

insieme alle fronde

degli ippocastani

che sopra le spalle

ti fan capolino ondeggiando

e curioso

protendono il volto

sull’armonioso spartito

del tuo gorgoglio.

img_2483Ma ora prosegui il tuo viaggio

e mentre ricevi altre sponde

le mie vecchie mura imperiali

riflesse

ti rendono omaggio

più belle pe’ i grandi regali

che porti di piccole onde

ai nostri Natali.

                 La tua Città

.

.