Erri De Luca a Trento, giovedì 15 dicembre 2011

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2011 @ 8:43 pm

Erri De Luca

La chiesa di San Lorenzo a Trento è una di quelle che ti tolgono il fiato, nella sua semplice bellezza dolomitica, tale è il colore delle rocce che la formano. Non è rivestita, è costituita, formata appunto, di rocce. Romanica, austera ed invitante come i pinnacoli del Brenta. Piena di gente, nelle navate e nel coro. E in piedi. Conduce Paolo Ghezzi, già direttore de L’Adige.
Erri De Luca, prima dell’inizio della riunione, passeggia fra la gente, saluta amici e sconosciuti, firma dediche sui suoi libri. Anche su quelli di Maria Teresa e miei. Sorride pacato. Più lungo che magro, un napoletano che ha “navigato il mare della vita” e “scalato montagne di pietra”. L’argomento? La montagna, il rapporto con l’uomo. Ma il discorso si amplia molto. Dice di non essere credente. Appunto …dice. Conosce benissimo le Sacre Scritture. E’ alla ricerca del significato della vita, del senso più intimo dei sentimenti umani, delle cose. Penso: magari, “utinam”, tutti i credenti fossero alla ricerca come lui. Gli dico che non ci credo. Lui è un ricercatore della fede. Mi risponde che “non riuscirai a fare di me un ricercatore” E invece … dice di non credere, ma accetta che esista per me il mio Dio. Allora ti sei fregato da solo – penso dentro di me – perché il mio Dio pensa anche a te, esiste anche per te, anche se tu dici che non è vero.. Dei tanti pensieri espressi da Erri, ne cito solo tre. Il popolo di Israele si è salvato quando ha accettato le tavole della legge come propria legge, sul Monte Sinai. Il popolo italiano del dopoguerra, diviso fra monarchici e repubblicani, fra ex partigiani ed ex fascisti, fra nordisti e suddisti, ha trovato la sua unità, è diventato un vero popolo, un popolo libero nel momento in cui si è dato la Costituzione. Ogni modifica, ogni sottrazione a quel documento, afferma, corrisponde alla perdita di un pezzo della nostra libertà ed identità. La paura? In montagna e ovunque è un sentimento naturale: chiediamoci innanzi tutto perché e di cosa abbiamo paura. La paura di Dio? E’ solo la paura di perdere il suo amore (e questo sarebbe un non credente? N..d.r). E poi, l’amore. E’ un sentimento egoistico, totalizzante. Esiste solo lui e annulla tutti gli altri. E tu devi dare tutto il tuo amore, devi esaurirne la scorta. Allora l’amore si ricreerà in te, la scorta si ripristinerà, e comincia un’ altro dono d’amore. Alla faccia del non credente!
E oltre a questo, molto, molto di più. Grazie, Erri.
E voi, conoscete i suoi libri? Secondo voi, chi ha ragione? Chi dice di non credere o chi dice che lui crede, anche se non lo sa?

Detto altrimenti: Erri è uomo poliedrico, abile a sintetizzare ma difficile da essere sintetizzato