DEMOCRAZIA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2017 @ 6:38 pm

Detto altrimenti: la storia si ripete: bene o male, ma si ripete …   (post 2610)

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downloadNel preambolo alla Costituzione Europea reso noto il 28 maggio 2003, si fa esplicito (ed erroneo!) riferimento alla democrazia ateniese (Periclea) senza considerare che il termine “democrazia” ha assunto nei secoli e nei millenni contenuti assai diversi. Lo stesso errore ha commesso Obama nel suo ultimo viaggio in Grecia da Presidente USA (fine 2016), quando ha salutato la Grecia come patria della democrazia. Di quella, la loro d’un tempo, si. Non certo di quella che ci sforziamo di realizzare noi oggi.

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Ma quale era allora, la democrazia di Pericle? 250.000 o anche più persone (in tutto il principato imperiale coloniale ateniese); 30.000 cittadini (maschi, adatti al combattimento, che si potevano armare con denaro proprio); al massimo 5000 partecipanti alle assemblee; 10 a prendere la parola, uno a decidere: il Princeps Pericle, per trent’anni di seguito, nonostante le tante guerre perse. Escluse tutte le donne, gli stranieri sudditi dell’impero e gli schiavi (quattro per ogni cittadino libero, in media). Qui a fianco, lo so … è una provocazione, ma … altro che il nostro Ventennio! Pericle s’è fatto un trentennio filato filato! (Per quanto … riguardo a guerre perse … anche il nostro …)

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A seguito del successivo allargamento della cittadinanza anche ai marinai anche se non possidenti e ai falliti per debiti non più riducibili in schiavitù, i detentori della cultura e dell’educazione politica si divisero in due gruppi: un primo gruppo rappresentò il ceto politico che oggi diremmo composto da “illuminati” che accettò di governare un sistema nel quale i non possidenti erano la maggioranza. Un secondo gruppo, gli “oligarchi” rifiutò questo primo “compromesso storico”, prese a riunirsi in sedi segrete, a tramare, a ordire piani golpisti, operando sul piano del potere occulto: oggi potremmo dire roba da loggia P2 o da peggiore trasversalità politica occulta.

Ecco che la cosiddetta democrazia ateniese è stata o un “principato pericleo” o una “guida del regime popolare”, non certo un “governo popolare” (oggi diremmo democratico). “Democrazia”? Handle with care, perché le parole sono pietre …  scriveva Don Milani!

Dice … ma chi oggi, qui in Trentino, cosa accade? La (vera) politica è aperta (democratica)  o chiusa (elitaria)? E chi se ne sentisse escluso? Be’ … qui da noi vi sono partiti “escludenti” e partiti “includenti”. I primi sono partiti alla Pericle, top-down, comandati da un bravissimo retore, demagogo, corruttore del popolo dei suoi beneficiati o beneficiandi, popolo da lui assecondato e appunto perciò corrotto (così Gorgia di Pericle). I secondi sono partiti aperti alla partecipazione di ognuno, partiti alla down-top, nei quali le decisioni maturano dalla base, nelle assemblee, le cui delibere vengono rispettate e attuate. Sta al cittadino scegliere.

Politica aperta. Anche sotto un altro profilo. Oggi noi ci diciamo che la democrazia politica è (anche) una politica accessibile a tutti. Ma chi sono quei “tutti”? Tutti coloro che voglionio fare politica; tutti coloro che sperano di riuscire a farne un mestiere redditizio; tutti coloro che si impegnano nell’essere utili alla collettività e fra costoro, tutti coloro che – almeno inizialmente – si possono autofinanziare il loro percorso politico. Già … perché con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, si è buttato via il bambino con l’acqua sporca. Mi spiego: se alcuni tesorieri di alcuni partiti politici rubano, non si toglie il finanziamento pubblico ai partiti, bensì si arrestano i ladri e si organizza un sistema di gestione e controllo preventivo, concomitante e successivo. In caso contrario si chiude, non si apre, la politica alla democrazia e la si riserva “a chi se la può permettere”.