PRIMA LE MUCCHE E I VITELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2017 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: lo so … lo so … una cosa sono i nostri terremotati, altra i migranti in coda sotto la neve a Belgrado …     (post  2609)

downloadSarà un caso che questo sia il secondo post consecutivo nel quale mi occupo (anche) della ex Jugoslavia, ma l’immagine di una fila di persone, mal vestite, al freddo, sotto una forte nevicata, in attesa di ricevere a Belgrado l’unico pasto caldo della giornata (da consumarsi al freddo) mi ha colpito, anche in relazione al maggiore spazio che i nostri organi di informazione danno ai provvedimenti per salvare il bestiame delle zone terremotate dal freddo. La nostra gente … ci mancherebbe altro. Ma … e gli Altri?

Gli Altri … “Come le bestie” titola un nostro quotidiano. No, dico io, peggio delle bestie. Queste Persone (la lettera maiuscol non è utilizzata a caso .sono utilizzate come “scudi umani” nel senso: “Vedete come si sta male qui in Serbia? Non ci venite … chi ve lo fa fare?”. Ecco quello che penso.

images (1)Nell’immediato dopo guerra mi recai più volte a Prijedor nella Repubblica Serba di Bosnia per missioni umanitarie. Quando entravo in certe scuole, trasformate in dormitori pubblici, aule nelle quali i banchi degli alunni erano stati sostituiti da impalcature di legno grezzo di letti a castello a tre o anche quattro piani, notai che le differenze rispetto ai lager nazisti erano solo due: la promiscuità e il fatto che ogni persona avesse con se’ un proprio poverissimo “corredo” in sacchetti di plastica, quelli dei supermercati. Oggi l’immagine di quella fila interminabile di persone torturate dal freddo, dalla fame, dalle malattie, dalla mancanza di un futuro, mi ha richiamato analoghe foto, ugualmente e tremendamente vere, quelle degli “appelli” nei suddetti lager.

Migranti, i nuovi schiavi. Esposti alle bombe, alle violenze dei traghettatori terrestri e marittimi, al fuoco del deserto, al gelo di Belgrado, alle prigioni ungheresi … ecco i nuovi schiavi che (soprav)vivono (ma come fanno? Fino a quando?) in condizioni molto peggiori dei loro antenati “schiavi formali” del vecchio Testamento, almeno secondo quanto scrive S. Paolo nella lettera agli Efesini (6, 5-9):

“Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo, e non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, compiendo la volontà di Dio di cuore,  prestando servizio di buona voglia come al Signore e non come a uomini.  Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo sia libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene. Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che per loro come per voi c’è un solo Signore nel cielo, e che non v’è preferenza di persone presso di lui”.

Chi se lo sarebbe aspettato da un santo? Dice … sarà stata una svista … No, raga, che poi quello S. Paolo rincara la dose nella prima lettera ai Corinzi (7, 20-21).:

“Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione!”

Evvabbè … mi viene in mente una canzonetta del “regime” degli anni ’50 (io avevo sei anni, ma che memoria!) trasmessa per radio : “La vita è bella, te la devi goder; se non hai nulla, non hai pure i pensier; al chiar di luna, si può sempre sognar; e se amaro è il destino un bicchiere di vino fa tutto scordar”. (Zun zun! N.d.r.).

E’ uno scandalo, un grosso scandalo. Quale? Lasciare morire la gente affogata, nel freddo, sotto le bombe? No, raga, non mi sono spiegato: lo scandalo grosso sono le truffe vere o presunte delle case automobilitiche che “trassano” (dialetto torinese: imbrogliano, truccano) sulle emissioni delle loro auto. Vogliamo mica  mettere …?!