NON ULTIMI … e allora … riparti, Trentino!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2017 @ 8:15 am

Detto altrimenti: il Comitato Non Ultimi compie un anno!       (post 2646)

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Il Comitato “Non Ultimi”, per non essere ultimi in Italia ad avere la legge sulla parità di genere. Eppure il Trentino rischia questo deplorevole primato. E poi ce la prendiamo con certi stati orientali che discriminano le donne! E noi? Noi no, per carità … noi non discriminiamo, ci mancherebbe! Noi qui in Trentino … che colpa ne abbiamo se prima di discutere questa proposta di legge dobbiamo occuparci di questioni “ben più serie”! Ve ne è un elenco lungo così! E poi, quand’anche … occorre discutere gli emendamenti proposti dai “partiti poltrone e sofà”. Eh già … perché qui si tratta della difesa di tanti “posti di lavoro” di altrettanti padri di famiglia. E la donna? Che la piasa, la tasa e la staga in casa, recita un vecchio proverbio ancora apprezzato da un certo nostro ex senatore che non nomino ma che la sua donna in casa c’è stata visto che ha dovuto allevare un elevatissimo numero di figli …

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Dice … ma tu, caro blogger, sei un uomo, chi to fa fa’? Ti conviene? Si, mi “conviene” innanzi tutto per una ragione di coerenza con ciò che sento essere una cosa giusta, doverosa. E poi anche per un po’ di egoismo, nel senso che “mi conviene”. Dice … ti conviene? Chevvordì? Vuol dire che l’umanità è formata da uomini e donne, sensibilità diverse destinate a integrarsi a vantaggio di entrambi i generi e non si vede perché nel proprio governo essa debba avere soprattutto uomini, capaci soprattutto di eccellere in … violenza: sul lavoro, in famiglia, fra Stati.

downloadFra Stati … la guerra. Quella combattuta “eroicamente”. Già, da millenni ce l’hanno raccontata: dignum et decorum est pro patria mori”, è cosa degna e onorevole morire per la patria. Ma non è meglio “vivere in pace per la patria”? E poi, l’eroismo delle Donne (la maiuscola non è utilizzata a caso) rimaste a casa o deportate, dove lo mettiamo? Deportate? Per questo aspetto suggerisco lo spettacolo teatrale “La guerra di Tina”, spettacolo nato dalla volontà di Maria Vittoria Barrella e Andrea Casna, e che ha visto la partecipazione di Renato Barrella (testo), Maura Pettorruso (regia), Emanuele Cavazzana (luci) con la collaborazione del Comune di Lavis e dell’ Associazione Culturale Lavisana (Presidente Daniele Donati), lavoro nel quale si racconta la storia delle donne trentine internate, per motivi politici, durante la Grande Guerra.

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Eroismo. Sicuramente quello del soldato che muore per obbedire agli ordini, ma è eroismo anche quello della mamma che si alza a Monza alle 05,00, prepara la colazione e la cena per la famiglia, infagotta l’ultimo nato e – con qualsiasi tempo – lo porta a piedi dalla nonna che abita in una via vicina, per poi correre a prendere bus-treno-tram e recarsi per le otto a Milano a lavorare, Milano dalla quale ripartirà tram-treno-bus per fare un po’ di spesa, andare riprendersi la creatura, andare a casa, far partire la lavatrice, riassettare le stanze, servire la cena, addormentare i figli e … fare l’amore con il marito. E noi uomini? Noi gh’avem i misteri (mestieri), gli affari, gli incontri ai circoli, politici, sportivi, gli allenamenti, la partita di calcio, etc.. Si, lo so, sto un po’ esasperando il racconto ma:

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  1. Quelle mamme, vere eroine, le ho viste e conosciute io personalmente, quando abitavo a Monza e lavoravo a Milano, dove mi recavo in auto;
  2. Il filosofo Austriaco Hans Kelsen affermava che per verificare l’esattezza di una tesi occorre – sperimentalmente – esasperarne il contenuto.

Quindi: buon compleanno, Comitato Non Ultimi e … riparti, Trentino!

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