THE POST AFTER … IL POST PRECEDENTE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Marzo, 2017 @ 8:58 am

 

Detto altrimenti: il viaggio “dalla” Toscana! (post 2667)

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          Al Ristella. Sullo sfondo, Montemassi

Due agritur, di quelli “veri”, di quelli dove si lavora la campagna, non poderi semplicemente “adattati”, magari con piscina e dove a riceverti c’è un impiegato o … la macchina automatica per la distribuzione delle colazioni! Che poi la colazione può esserci o meno, ma quello che non deve mancare è il fatto che siano aziende agricole attive, meglio se a lavorarvi e ad accogliervi con un sorriso sono i proprietari. In questi giorni ne ho “abitato” due. Il primo, vicino a Montemassi: il Podere Ristella di Daniela e Sirio (v. internet), con il figliolo che studia musica al conservatorio di Alessandria (ve ne ho parlato nel post precedente).

 

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Dalle Giuncaìne, lo sguardo verso la Diaccia Botrona e il mare

Il secondo Le Giuncaìne (v. internet), i piccoli giunchi, lungo la strada degli Agritur, a cinque km da Castiglione della Pescaia. E veniamo quindi a questo nostro ultimo giorno della “Quattro giorni toscana”. Ieri sera ci siamo trasferiti dal Ristella proprio alle Giuncaine, dove eravamo stati ai primi d’ottobre 2015 con il gruppo dei pedalatori FIAB-Federazione Amici della bicicletta, Trento. Accoglienza da vecchi amici visto anche che le due proprietarie si sono scoperte amiche d’infanzia di un parente dei parenti della mi’ cognata che poi è la moglie del fratello della mi’ moglie … lo so, è un po’ lunga ma è una incredibile-simpatica- gradita combinazione lo stesso, che poi quel parente si chiama Edoardo come il mi’ figliolo!

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Alle “Giuncaine”: Antonella e Daniela

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In entrami gli agritur, accoglienza amicale e familiare. Da tornarci peddavvero occhevvipare cittini!? Ma si deve partire! Alla volta di Ribolla, questa volta in auto e fate attenzione: passata la ferrovia e prima della nuova Aurelia, in quel 20 metri di strada a sinistra si apre uno stradello poderale che conduce a Fattoria Vaticana e a Castel di Pietra, quello di Pia de’ Tolomei (v. post precedente).

Una mia poesia: Campagna toscana (com’era … e com’è nella memoria)

La luce accecante / sprigiona profumo di terra / da zolle rimosse ne’ campi. / Le pietre a contorno son ricche / di more spinose e di fichi: / in siepi sinuose costeggiano il bianco tratturo / che porta ad antico podere. / Ascolti cicale. / Sull’aia / un popolo gaio rincorre il mangime. / All’ombra d’un fitto pagliaio sonnecchiano cani. / C’è acqua nel pozzo / e lunga catena stridente vi cala una brocca di rame. / Profumano i pani appena sfornati /  ‘l fuoco rallegra la propria fascina. / Un fiasco di vino sul desco richiuso con foglie seccate. / Nell’aria le mosche. / La stalla è vicina: giumente imponenti frantuman pannocchie, / corone regali sovrastano candidi corpi giganti / e gran carri stanchi riposan le ruote dal duro lavoro. / Filari frequenti ed ulivi perforan la coltre del grano. / Colori: / la terra di Siena / il giallo del sole / il verde d’olivo. / Prezioso convivio, colture scomparse, / memorie scolpite per sempre da tratti d’amore.

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La strada nella prima parte a saliscendi, nella seconda parte è costeggiata da filari di cipressi da togliere il fiato tanto sono … toscani!

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Laggiù, Castel di Pietra (quel che resta dopo 800 anni)

Inizia il ritorno: un po’ di Aurelia e via, al mare! Costeggia costeggia ci si ferma a Quercianella (Livorno) …   scusi … un ristorante? Qui, guardi, da “Fiammetta” (Albergo Ristorante Fiammetta, tel. 0586491064- info@hotelfiammetta.it) … grazie … prego … buongiorno … siamo in due … prego si accomodi … menù di mare, del giorno, prezzo fisso €22,00? … Si grazie … una voce alla cucina: mamma, due menù di mare … Gestione familiare, meglio di così non si può.

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Dopopranzo… il mare? Qui sotto, prendete lo stradino, son 100 metri … grazie … meglio se smaltiamo quelle bollicine … Il mare a metà marzo: gente in costume a prendere il sole e noi con i vestiti “trentini”! Evvabbè … ci crogiuoliamo come na grigua au su (dialetto ligure, una lucertola al sole).

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Un ultimo sguardo al mare di Quercianella e via, si torna sui monti!

Si riparte. Quale via? Dai, facciamo Pisa-Firenze così dopo sulla Firenze-Bologna  proviamo la variante di valico, la “Direttissima” (all’andata s’era fatta l’autostrada “vecchia”). E qui troviamo le “dolenti note” stradali. Infatti già il nome inviterebbe a correre, sennò che direttissima è? La carreggiata ha tre corsie, due per la marcia ed una di emergenza. Su quella di sorpasso un avviso luminoso: velocità massima 110 kmh, tutor in azione. E qui viene il bello (si fa per dire). A destra una fila di TIR alla velocità di circa 90 kmh, che procedono in colonna alla distanza di 50 metri uno dall’altro. A sinistra, sulla corsia veloce, una teoria di auto che dovrebbero procedere non oltre la velocità consentita. Ovviamente io sono sulla sinistra a 110 kmh. Ma non va, non va perché sei subito sollecitato dal lampeggiare furioso di chi, tallonando a pochi metri la mia “poppa”, vuole che io gli ceda il passo. Ma come fare? Dovrei riuscire al incastrarmi enne volte in quel pericolosi 50 metri inter-TIR! Esito un poco ed ecco il capolavoro di delinquenza stradale: il lampeggiatore folle mi sorpassa sulla destra sfruttando molto pericolosamente quei 50 metri, indi rientra a sinistra davanti a me costringendomi a frenare il che fa sì che io mi  faccia quasi tamponare da un secondo furgone lampeggiatore (anch’esso folle) che aveva prontamente preso il posto del suo collega, sempre a pochi metri dalla mia “poppa”.

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Le stanze alle Giuncaine

Un sorpasso analogo l’ho subii tempo fa nella Galleria dei Giovi sulla Milano Genova, durante il quale la mia auto venne graffiata sul lato destro da un’auto che mi stava superando a destra mentre io, a seguito del suo lampeggiare. Stavo rientrando sulla destra! Strage evitata per un pelo!

Morale: mi auguro che la Società gestrice e la Polizia Stradale si attivino prima che succeda una strage in galleria. Io comunque non farò mai più la variante di valico, ma utilizzerò il vecchio tracciato, ora denominato “panoramico”, molto più sicuro e tutto sommato non più lento, visto quanto succede nel nuovo.

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Podere Ristella

Veicoli lenti e veloci nelle stesse gallerie … mi è venuto in mente quando, qualche anno fa, io ero azionista e Consigliere di Amministrazione del GEIE privato per il traforo del Brennero, Alptransfert-Consulting-GEIE/EWIV, Europaische Wirtschaflitiche Interessen – Vereiningung, Gruppo Europeo di Interesse Economico ATT3, Bolzano/Bozen, progetto che prevedeva tre canne separate, una per ogni senso di marcia ed una di soccorso, per i solo treni merci (lenti) teleguidati, mentre i treni passeggeri (più veloci) erano previsti transitare sulla vecchia liea (la panoramica) rimodernata. Ciò per diversi motivi:

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    Una “nave” da Montemassi all’Elba …

    Far transitare sullo stesso binario in una galleria lunga quasi 60 km treni passeggeri a 150 kmh e treni merci a 70 kmh prima o poi può causare disastri;

  • alle merci non interessa viaggiare veloci, ma arrivare all’orario previsto;
  • ai passeggeri non interessa impiegare un’ora di meno per percorrere la Tratta Bolzano-Monaco di Baviera:
  • i costi e i tempi di costruzione delle tre canne sono notevolmente inferiori rispetto ai progetti tradizionali.

Ma questa è un’altra storia.

E torniamo alla variante di valico. Che il vento disperda le mie parole, ma temo che presto possa accadere un brutto incidente in galleria, il che si tradurrebbe in una strage. Dopo si provvederà a gestire questa “emergenza” prevedibile e prevista, come succede ormai a tutte le “emergenze” italiane. Evvabbè … Io nel frattempo sconsiglio vivamente la variante di valico a tutti i colleghi automobilisti a meno che non decidano di procedere come un TIR, in ordinata colonna, fra due mostri della strada. A me, questa volta è andata bene. Ma non sfiderò la sorte una seconda volta!

 

 

 

 

 

 

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