I CLASSICI A TRENTO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Marzo, 2017 @ 3:04 pm

Detto altrimenti: … non sono solo spumanti!   (post 2668)

Già, raga, ci sono anche i classici greci e latini. E stamattina, fresco fresco (si fa per dire!) da una Quattrogiorni Maremmana, eccomi a scuola dalla Prof senza puntino Maria Lia Guardini, nella Biblioteca Comunale di Trento per il commento su Tacito: “Germania” e “Agricola”.

Publio (o Gaio) Cornelio Tacito (55-120 circa d. C.) è stato uno storico, oratore e senatore romano. Vi risparmio scopiazzature da internet (cfr. ivi).

imagesGermania, un’opera monografica scritta dopo “Agricola” di cui parlerò dopo. Descrive i Germani e la Germania. Non si sa quale scopo avesse: se puramente etnografico, geografico o politico-morale: infatti è (anche) sempre presente il raffronto fra le due morali, quella germanica e quella romana. Va sottolineato che l’opera è stata scritta dopo l’altra, l’ “Agricola” che altro non era che suo suocero fatto uccidere per avvelenamento da Domiziano in quanto Agricola era severo censore della corruzione dell’apparato imperiale. Al pari di Lucrezio, per Tacito il progredire della cosiddetta civiltà va di pari passo con la decadenza della morale (“i Romani furono virtuosi sino a quando ebbero paura dei Cartaginesi. Dopo la distruzione di Cartagine, non più”). Politicamente potrebbe essere interpretata come un sollecito per l’imperatore Traiano a darsi una mossa e ad invadere il nord fino alla GB, come poi avvenne. Tuttavia prevalgono gli aspetti etnografici: germani, alti, forti, biondi, occhi azzurri (che Hitler abbia letto Tacito?).

Nel descrivere l’ordinata gerarchia dei capi germanici salta all’occhio il disordine del Senato romano (ma no!? Oggi inveece …): ecco l’aspetto moralizzatore che ritroviamo anche nella morale familiare: punito duramente l’adulterio, tuttavia solo quello femminile, mentre a Roma vigeva un certo libertinaggio (maschile e femminile). Insomma, celebrazione dello stato di natura contro il malcostume romano. Stato di natura nel quale valevano più i buoni costumi che le leggi.

Sconcertante la “modernità romana” di Tacito!

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Agricola. Elogio funebre di Agricola, funzionario non corrotto: ecco il punto, ecco il perché della sua condanna a morte da parte di Domiziano. Agricola, prima severo repressore delle rivolte dei popoli assoggettati, poi elogiatore della “esportazione della civiltà” che però si traduceva nella distruzione della civiltà altrui (cfr. nostro recente e attuale imperialismo): ne è testimonianza il discorso di Calgacco, capo dei Britanni: “Eravamo stati salvati solo dalla lontananza; i Romani … predatori del mondo, della terra e dei mari; avidi verso i ricchi, arroganti verso i poveri; rubano, uccidono, stuprano e lo chiamano Impero; fanno il deserto e lo chiamano pace”.

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Sconcertante la “modernità europea e nordamericana” di Tacito!

Prossimo appuntamento: martedì 21 marzo ore 10,00 in biblioteca per la visita ai testi di Ovidio, nel 2000esimo anniversario della morte.