FFF – FIAB DA FIABA NEL FERRARESE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2017 @ 5:57 am

Detto altrimenti: con la federazione Italiana Amici della Bicicletta, 29 aprile – 1 maggio 2017     (post 2713)

(foto mie R, di Adriana A e di Edoardo E)

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           Foto R

Lui, un giovane sportivissimo sui 30 anni, Valtellinese. Lavora a Rovereto. Si iscrive a FIAB-Trento. Regala analoga iscrizione a Mariangela e Lorenzo, i suoi giovani e giovanili genitori che abitano a Sondrio. I due nuovi amici il 29 aprile mattina vengono in auto da Sondrio a Ferrara (dove arriviamo col pullman magistralmente guidato dall’ottimo ormai amico Piero) per unirsi a noi che arriviamo da Trento alla nostra TGR-Tre Giorni Ravennati! Ecco i presupposti per la costituzione di Fiab Sondrio, Presidente Mariangela, visto che Lorenzo afferma di essere ciapà via mal, ovvero già stracarico di impegni. I due amici si offrono per illustrarci gli oltre 100 km delle ciclabili nella loro zona: Tirano, Sondrio, Como. Benissimo, grazie, accettato! Andremo a fare un sopralluogo. Da parte nostra saremo lieti di portarli nelle ciclabili trentine per loro meno “immediate”, quali quella del Maso Limarò o la Ragoli – Val di Genova, cascate del Nardis. Affare fatto. Ma veniamo alla nostra tripedalata che potremmo chiamare, in loro onore, “da Como a Comacchio”. Qui a fianco: “Dalle Alpi alle … saline!”

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                           Foto A

1° giorno, 77 km. – Massimo, la nostra “guida Fiabbina locale” che non ringrazieremo mai abbastanza, ci guida a pedali alla visita della Città: il mercato, il Castello Estense, la casa di Ludovico Ariosto, Palazzo dei Diamanti, il giro delle mura. Indi verso nord, a raggiungere la destra Po, fino a Mulino del Po. Sosta pranzo e visita al mulino galleggiante, montato su di un barcone che veniva ancorato al centro del fiume per sfruttare la forza della corrente più forte.

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                               Foto E

Si riparte in pullman direzione est fino a Serravalle. Indi in bici – Castello di Mesola (sosta alla Fiera dell’asparago!) – verso sud fino al nostro Hotel Rurale Ristorante Oasi. Cannevié. Si, una vera oasi di verde e di acqua: si dorme in casette del ‘700, quelle che una volta erano dei pescatori. La proprietaria Maria Teresa ed il marito sono ospiti premurosi ed attenti e – intuendo la nostra voglia di pedalare – sono sempre pronti agli appuntamenti delle colazioni mezz’ora prima dell’orario previsto: come noi, del resto! Il nostro presidente Guglielmo Duman regala loro il vessillo-targa della Fiab, a significare che il luogo è “Amico degli Amici della Bicicletta”. Altre note positive: l’ampio spazio per la manovra del nostro bus+rimorchio; ampio locale per il ricovero delle biciclette; stanze ben riscaldate.

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              Foto R

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2° giorno, 43 km. – Si va con il bus fino a Goro. Indi in barca al Faro di Goro e in laguna, a vedere aironi, falchetti, i cavalieri d’Italia, le volpoche, etc.. Quindi si ripedala verso nord sulla destra orografica del Po di Goro– Oasi Bosco di S. Giustina – Castello di Mesola (sosta pranzo) – Verso sud – Codigoro – Abbazia di Pomposa (dell’anno 1000, con guida!) – Oasi Cannevié. Qui a fianco, come se avessimo utilizzato il campanile dell’Abbazia quale pennone di una nostra gigantesca bandiera!

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                   Foto R

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Qui a fianco: acquisti di frutta al Castello di Mesola

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3° giorno, km 30. Si parte in bicicletta da Cannevié verso sud per tratti boscosi e sterrati costeggiando Valle Bertuzzi e i Lidi di Comacchio fino a Porto Garibaldi. Indi verso est fra le saline fino a Comacchio dove ci spaparanziamo a tavola per un sontuoso pranzo d’addio presso la Trattoria della Pescheria, nel centro storico.

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                        Entrando in Laguna (R)

Partecipanti: 38. Condizioni metereologiche: ottime fino al terzo dopopranzo, quando ha un po’ rannuvolato. Forature: due. Incidenti: nessuno. Morale: altissimo! Bici utilizzate: mtb, da città. Grazie Fiab, grazie Massimo, grazie Guglielmo! La prossima? Da Trento a Borghetto all’Adige per la Festa della Bicicletta insieme ai colleghi fiabbini di Valpolicella: 55 km, ritorno pochi in bici molti in treno, capogita il sottoscritto blogger.

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E allora, cosa aspettate? JOINT US, UNITEVI A NOI, ISCRIVETEVI ALLA FIAB (v. in internet).

P.S.: i dislivelli … al contrario! Noi Trentini, abituati ai “dislivelli all’insù” delle nostre montagne, qui ci siamo confrontati con i “dislivelli all’ingiù” della campagna al di sotto del livello del mare!

RICEVO E PUBBLICO IL CONTRIBUTO DELLA NOSTRA GUIDA LOCALE, IL FIABBINO MASSIMO:

Ferrara : un pentagono nell’acqua

Ferrara è città nata sull’acqua del Po e dal fiume ha ricevuto ricchezza e difesa. Nei secoli il fiume ha cambiato corso e la città ha dovuto adeguarsi riuscendo ogni volta a migliorare ed a trasformare le sciagure in opportunità. Così è stato al termine del XV secolo quando il Duca Estense Ercole I ha aggiunto alla città un largo tratto della campagna posta a nord tra il nuovo corso del Po e le antiche mura . Le nuove mura ,quelle ancor oggi esistenti, furono tracciate formando un pentagono –figura magica per gli Estensi- ed oggi servono da parco e attrezzatura sportiva per i cittadini. La nostra escursione è partita da qui ed è proseguita toccando i luoghi più significativi ( Castello Estense, Cattedrale , Palazzo dei Diamanti) per poi lasciare l’abitato in direzione nord per raggiungere il fiume ,che è posto a 7 km dalle mura. La ciclabile “Destra Po” che abbiamo percorso rientra nel tracciato della Eurovelo n.8 , corre sulla sommità dell’argine del   Po Grande seguendone il tracciato fino a Serravalle per poi seguire il Po di Goro (primo ramo sud del delta ) fino alla foce posta a Gorino Ferrarese .Nel nostro percorso in barca il secondo giorno abbiamo visto il faro che sancisce il termine del Po di Goro nel mare .

Il paesaggio ferrarese è del tutto orizzontale : un territorio generato dalle sabbie e dal limo portati dai fiumi che hanno “colmato” nei secoli le lagune costiere dove l’acqua dolce si confondeva con quella marina formando un mix indispensabile alle anguille per maturare e riprodursi negli stessi luoghi dove gli uccelli di palude migranti o stanziali hanno da sempre un habitat strepitoso. Qui nelle poche emergenze tra le acque della palude e specialmente sulle dune costiere sono nati dei boschi dove daini e cervi hanno fatto la felicità dei cacciatori. Qui però hanno trovato posto anche comunità di monaci che nella solitudine delle “valli” hanno potuto esercitare le loro regole lontani dal “secolo”. E’ spettacolare il campanile dell’abbazia di Pomposa con la sua verticalità che all’origine doveva essere un punto di riferimento per tutti i viandanti , pellegrini o altro, che si recavano a Roma dal nord Europa o che ritornavano. Gli Estensi esercitarono la loro potenza in questi luoghi provocando la decadenza dell’Abbazia ma erigendo nei pressi –a Mesola – un castello elegantissimo che secondo le loro intenzioni doveva essere base per una espansione verso nord e sul mare , cosa ovviamente malvista dalla Repubblica di Venezia che approfittò dell’allontanamento degli Estensi da Ferrara per procedere alla costruzione di un canale che ha completamente cambiato il corso terminale del Po creando il delta attuale ,liberando la laguna veneziana dalle sabbie e insabbiando la parte sud del delta creando la “Sacca di Goro” . Oggi il paesaggio è molto influenzato dalla regimentazione delle acque che ha separato i fiumi dalle lagune ma rimane comunque una parte di “selvatico” sulla costa dove il mare confina con la campagna e la pineta ,dove non ci sono stabilimenti balneari e gli uccelli di palude continuano a trovare spazi per nidificare. Come ad esempio presso le saline di Comacchio, non più utili per produrre il sale ma oggi sede di una numerosa colonia di fenicotteri ormai stanziali.

In mezzo a tutto questo sta Comacchio, una cittadina costruita su dossi divisi da canali superati da ponti in mattoni, che scolano le acque e permettono il rapido spostamento delle “batane” : le barche di palude utili alla pesca delle anguille . L’economia di questa città è vissuta interamente su quel pesce fino all’ultimo conflitto poi è arrivato il turismo che ha una parte non secondaria nella gastronomia dai sapori decisi ed unici.

GRAZIE, MASSIMO!