LA NOSTRA CULTURA BIMILLENARIA: NON ABBANDONIAMOLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2017 @ 12:26 pm

Detto altrimenti: non interrompiamo le letture dei classici alla Biblioteca Comunale di Trento (post 2714)

Questa volta “mi” sono copiato e vi riporto una mia lettera inviata poco fa al quotidiano “Il Trentino”.

Inizia

anonimo atenieseAlla mia tenera età di pensionato, da anni e per anni ho seguito da “alunno” le conversazioni tenute sugli autori classici latini e greci dalla Prof Maria Lia Guardini presso la Biblioteca Comunale di Trento, letture che hanno spaziato dalla poesia alla commedia, alla tragedia, alla storiografia, alla lirica, alla filosofia, alla politica, all’epica, alla morale, etc.. Orbene, recentemente mi par di cogliere nell’aria che non si intenderebbe più, da parte della Biblioteca, proseguire oltre la serie di incontri. Al che, innanzi tutto desidero ringraziare il Comune di Trento, la Biblioteca Comunale e Maria Lia (così siamo autorizzati a chiamarla, noi suoi “scolari”, oppure prof senza puntino) per quanto è stato fatto fino ad oggi: infatti da ogni incontro siamo usciti arricchiti di ricordi, esperienze, riflessioni che ci hanno aiutato a comprendere e vivere l’oggi e ci hanno condotto a dare un sia pur piccolo contributo a che non si disperda un patrimonio enorme: quello della nostra cultura d’origine, più che bimillenaria.

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Grazie Maria Lia. Infatti, poiché “natura non facit saltus”, la conoscenza del passato ci aiuta a vivere il presente e a prepararci al futuro. E questo è vero in ogni campo: in quello del sviluppo del pensiero, della comprensione politica, del gusto estetico. Rinunciare a conoscere e a godere di questi tesori è un po’ come metterci alla pari dei paesi i quali, come “cosa” più vecchia, hanno le pantofole della nonna! Erasmo da Rotterdam: “Se ho qualche soldo, prima compero libri, poi cibo e vestiti”.

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il mondo di atene.

Un esempio? A scuola ci avevo osannato la “grande” democrazia ateniese, senza però suggerirci la lettura dell’ “Anonimo Ateniese” o dei libri di Luciano Canfora, dai quali emerge che sì, formalmente era una democrazia, ma in realtà si trattava un “principato”, termine inventato dallo storico Tucidide per non essere costretto a definire “dictator” Pericle, che era a capo di un impero coloniale di 250.000 persone di cui 30.000 cittadini di cui 5.000 si recavano all’Assemblea di cui 5 prendevano la parola di cui uno solo decideva. Si, è vero, le arti fiorirono, ma la politica dell’epoca era per tutti solo politica di guerra, e quella firmata Pericle fu fallimentare: in Egitto, a Siracusa, fino alla sconfitta micidiale ad opera di Sparta. Come non fare un parallelo fra il colonialismo di allora e gli effetti del colonialismo dei nostri secoli appena trascorsi?

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Concludo con un invito al Comune di Trento ed alla sua Biblioteca di non far interrompere questi preziosi cicli di lettura, ma anzi di fare in modo che essi siano sempre più portati a conoscenza della popolazione, giovane e diversamente giovane.

Finisce

La sensazione che se ne trae è che “la scuola facile”, il “a cosa servono latino e greco” e  l’invadenza della rete, possano trasformare menti potenzialmente pensanti in menti non pensanti. Io ho amici in tutte le classi sociali. Recentemente sono stato invitato ad un matrimonio di una coppia di giovani al top. Ho sentito i genitori di altri top-figli dirsi in quale scuola-università estera stanno (seriamente) studiando i propri rampolli. Ma … gli altri? I figli non top?

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