E BIKE 5

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Luglio, 2017 @ 9:34 am

Detto altrimenti: esperimenti di E-bike   (post 2788).

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Una mountain bike, equipaggiata con motore Bosch 400 watt, pneumatici da strada, per fare a 73 anni pedalate che facevo fino a qualche anno fa con la bici da strada (corsa). Magari ce la farei anche oggi, ma rischierei di fare un regalo all’INPS, visto che ormai sono un V.I.P.-Vecchietto In Pensione …

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Ed ecco il resoconto della mia uscita di ieri.

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Sono partito alle 08,00 da Riva del Garda (65 mlm) direttamente in salita verso e sulla strada provinciale ex SS 421 dei Laghi di Molveno e Tenno, che porta, verso nord, al Passo del Ballino (765 mlm), passo che mette in comunicazione le Valli delle Giudicarie Esteriori con la parte settentrionale del Lago di Garda, collegando Ponte Arche (frazione di Comano Terme) a Riva del Garda. Il passo prende il nome dal minuscolo paese che lo incorona alla sommità, quasi una sorta di storico dazio o di porta a difesa da attacchi nemici.

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Dal passo, la mattina, scende sulle acque del lago di Garda il vento “Balin” o “Balinot”, in genere con una forza che è grosso modo la metà del vento che scende a Torbole dalla Valle del Sarca. I due venti (entrambi brezze termiche) poco più a sud si uniscono per formare il Pelèr, quello che “fa il pelo” all’acqua, e che, verso mezzogiorno, lascia il passo alla brezza da sud, la più famosa “Ora” del Garda.

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davC’è poco traffico in discesa verso Riva, la mattina. La pendenza è intorno al 6-7%. Procedo utilizzando la modalità “eco” ovvero il primo livello di “aiuto elettrico”. Nei punti più ripidi inserisco il secondo livello (“tour”).  Superata la località Deva, il bivio per la località Campi e il paese di Pranzo, in 9 km di salita + 1 km di falso piano/leggera salita, arrivo all’albergo Lago di Tenno. Chi voltasse a destra, scenderebbe a Riva del Garda per la “vecchia” strada, molto più panoramica (e a tornanti) di quella “nuova” che ho percorso per la salita. Io prendo a sinistra e supero sulla destra, in basso sotto di me, lo splendido smeraldo del Lago di Tenno. In 5 km (1/3 in falsopiano, 1/3 in salita ed 1/3 all’ 8-9%) raggiungo il Passo del Ballino. In totale ho percorso 15 km in 90 minuti. Consumo elettrico circa 30% del totale disponibile.

Appena dopo il passo – una ventina di metri – si diparte a sinistra la vecchia strada (sterrata) romana, la quale, in costa, raggiunge la strada che da Fiavè sale a Balbido, il Paese dipinto. La deviazione merita di essere fatta, ma io ieri avevo un altro programma: fare un sopralluogo per l’uscita che farò fare all’amica Lucia Bruni, in arrivo a Riva domani. Chi è Lucia? Be’ … basta che la cerchiate qui sul blog fra i miei post …

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Don Guetti secondo Marcello Farina

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Escludo il motore elettrico e in 10 km di discesa, compresi due falsopiani, attraverso l’altopiano di Fiavè (Giudicarie esteriori). Mi fermo brevemente a Vigo Lomaso per una visita alla casa di Don Lorenzo Guetti, fondatore della Cooperazione Trentina. Scendo velocemente, per ripidi tornanti, a Ponte Arche. In totale ho percorso 25 km.

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Il Maso Limarò e la ciclabile del mio racconto, visti dall’alto (di una precedente pedalata)

Qui prendo la SP in direzione Trento. La strada, inizialmente in leggera salita, è abbastanza trafficata e talvolta le auto che la percorrono sembrano avere una fretta indiavolata. In parte è “assistita” da una pista ciclabile (nella quale mi butto a capofitto!), fino a raggiungere – finalmente! – la ciclabile del Maso Limarò che si snoda sulla vecchia sede stradale e sovrasta un bellissimo canyon. Peccato che il Maso sia chiuso, e non nel senso di “riposo settimanale” ma nel senso che proprio non riaprirà più: infatti noto che tutte le attrezzature “adventure” (ponte tibetano, cavi sospesi, parete di roccia attrezzata, etc.) sono state smontate. Evidentemente non tornavano i conti. Peccato.).

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La discesa su Sarche

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 Lo supero, raggiungo la fine della ciclabile e con tre larghi tornanti in pochi km raggiungo il paese di Sarche. In totale 37 km.

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Qui supero ed evito la ciclabile Sarche-Pietramurata che piega a destra verso sud (“Riva del Garda km 25”) e preferisco dirigermi in pianura verso nord su sentiero sterrato e passerelle fino al Lago Toblino.

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Andrea, con l’attestazione di una giovanissima allieva

Breve sosta al bar. Da Toblino torno a Sarche, piego leggermente a sinistra, costeggio su SP poco frequentata il ramo del Sarca che conduce al Lago di Cavedine dove mi fermo al Centro Velico-Bar-Ristoro “Wind Valley” del mio amico Andrea Danielli (altri 9 km, in totale 46). Dopo quattro chiacchere e una breve sosta, torno verso nord per 2 km, attraverso il Sarca su ponte ciclabile a sinistra e mi immette sulla ciclabile che scende da Pietramurata a Dro e quindi a Ceniga: compio una breve deviazione per una visita al bel Ponte Romano e quindi, sempre in ciclabile, raggiungo Dro – Arco – il Lago di Garda – Riva del Garda. In totale ho percorso 75 km in quattro ore e mezzo, comprese le soste per due brevi spuntini e alcune foto.

NN.BB. (infatti si tratta di ben tre N.B.!)

Dal Centro velico citato si può proseguire verso sud costeggiando l’estremità sud del lago. Dopo una salitella di 1,7 km al 3-4%, si scende prima dolcemente e poi di volata, su strade carrozzabili fino a Drò. A destra, la vista della “ruina” dantesca (le marocche).

La tratta più “pericolosa”? Il lungo lago Torbole-Riva del Garda, attraversato da guinzagli con cane attaccato, bagnanti e pedoni che ci sono solo io e poi glialtrichisseneimporta, colleghi velo-ciclisti troppo veloci, etc. etc..

Consumo elettrico totale: 60%. Occorre considerare che in salita spingo molto sui pedali, il che fa risparmiare carica elettrica. In pianura talvolta la escludo e talvolta, per puro sfizio, mi diverto a fare scatti veloci, il che invece aumenta il consumo.

 Fine

Good E-bike everybody!

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