BURRO O CANNONI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2017 @ 7:29 am

Detto altrimenti: una scelta, aut-aut, direbbe Soren Kierkegaard … (post 2898)

Per Kierkegaard (filosofo danese, 1813-1855) la vita è una perenne “angoscia” a causa delle continue scelte che si devono fare: aut-aut, in latino, “o questo”/ “o quello”,  in italiano. Qualche anno dopo un economista, downloadPaul Samuelson (USA 1925 – 2009), sintetizzava un concetto simile: “Burro o cannoni”. Già … come vogliamo/dobbiamo investire le nostre (limitate) risorse? In opere a salvaguardia del territorio da alluvioni e incendi; nella sistemazione delle buche stradali (è di questi giorni la condanna del Comune di Bussolengo VR a oltre 2 milioni di euro per l’incidente occorso ad una ragazza che con il suo motorino ebbe un grave incidente a causa di una buca sul manto stradale); nel completamento delle tante infrastrutture colpevolmente incompiute; nel reddito di cittadinanza; nella sistemazione di precari e esodati; nel rilancio turistico del paese; etc., oppure continueremo a pre-definire bilanci separati (rectius, privilegiati) ad esempio in favore di gestione separate INPS per pensioni milionarie e in favore di  armamenti a valere sui quali continueremo (impunemente) ad acquistare i costosissimi caccia bombardieri F35?

Rilancio del turismo: il nostro Paese è un Museo a cielo aperto. Abbiamo bellezze naturali e artistiche multiplo di quelle francesi, ma la Francia sviluppa un volume di turismo doppio del nostro. Perché? Non sarebbe forse il caso di attivare queste potenzialità economiche anche in vista dell’invecchiamento della popolazione che sta “pericolosamente” invecchiando, il che comporterà un pesante aggravio per i conti pubblici (pochi a lavorare, molti a percepire pensioni)?

Dice … ma sono state fatte delle scelte … sono stati impegnati fondi … sono stati sottoscritti accordi … Ok, ho capito, ma esiste anche l’eccessiva onerosità sopravvenuta, esiste anche la necessità di rivedere l’ordine delle priorità, esiste anche la ragionevolezza di cambiare una propria precedente decisione … o vogliamo continuare a giocare in una “serie A” anche se non ci appartiene più? Se vogliamo restare a buon diritto in questa prima serie, dobbiamo vincere l’inerzia di una pericolosa deriva culturale.