L’AUTONOMIA SECONDO LUIGI SARDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2017 @ 10:59 am

Detto altrimenti: Autonomia ieri, oggi, domani … (post 2933)

(a seguito e integrazione del post precedente)

downloadMercoledì 22 novembre a Villazzano Luigi Sardi ha ripresentato il suo libro “1945 1946 dalla guerra all’Autonomia”. La sua è la testimonianza di un bambino, cronista, giornalista, scrittore, storico. Già … storico, perché non si dimentichi, perché si ragioni per il futuro conoscendo il passato. Passato, presente e futuro: noi orientali (purtroppo) viviamo soprattutto di futuro: faremo, avremo, programmiamo: ci alimentiamo di incerto. In oriente si dà maggior importanza al “certo” a ciò che è successo, documentato: al passato. Ed ecco invece Sardi l’ “orientale”, prezioso archivio storico, patrimonio dell’Umanità Trentina. Dice … patrimonio chi? Lui o il suo archivio? Ma il suo archivio, ovviamente! Lui è vivo e vegeto e che ci campi mill’anni ancora, altro che farlo diventare un archivio!

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9788834200292_0_150_0_75Dal suo libro, il primo germe dell’Autonomia, in un ufficietto del Vaticano, lo mostrò il politico Alcide Degasperi al giovane militare in divisa Edo Benedetti, aprendo sulla scrivania qualche foglio: “Ecco, questa è la cornice che dobbiamo costruire, entro la quale vivranno tre culture; italiana, tedesca e ladina”.

Altra gemma che Luigi ci regala, il confine al Brennero. Dice … chiaro: l’accordo Degasperi-Gruber. E invece no. Quell’accordo, una o due paginette, riguardava l’uso della lingua in Alto Adige. Il Brennero, un regalo della Russia che volle punire l’Austria per il totale insuccesso del neo costituito partito comunista austriaco e premiare in qualche modo i comunisti nostrani.

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Farina come idee, di chiunque, purchè non ne manchi (di farina e soprattutto di idee!)

Fino a qui tutta farina del suo sacco, non certo del mio. E allora, del mio sacco che ci metto? Eccomi a voi. Recentemente sono stato in gita di piacere in una valle austriaca, con tanto di trenino a carbone (per quanto … nuvolacce di fumo nero a ridosso delle case …nella ecologica Austria!?) e lago in quota. Tutto bello, tutto curato … anche troppo. Troppo nel senso di monoculturale, per me soffocante … non ci potrei vivere. E invece si in una Euregio pienamente attuata sì che ci vivrei, in una zona aperta allo scambio delle diverse culture che vi si trovano, culture che reciprocamente donano – ognuna – un po’ di se stesse e ricevono – ognuna – un po’ dalle altre. Arricchendosi tutte.

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Questo a livello (della nostra) Euregio. Ma se ampliamo la scala del ragionamento, la (poca) farina del mio sacco che mi permetto di aggiungere al ragionamento è la seguente. Abbiamo l’Erasmus per gli studenti? Facciamo un Erasmus anche per i Governanti. Che i nostri amici del sud del paese vengano a frequentare uno stage (di mesi!) qui da noi e che i nostri vadano in missione in Austria e Germania, tanto per limitare le spese della trasferta. Tutti a vedere “come eventualmente meglio fanno gli altri”.

download (1)Dice … ma sull’Autonomia, che ci dici? Dico quanto Luigi Sardi ha fatto notare presentandoci il suo lavoro, e cioè che se non stiamo su con le recie (sic) rischiamo di essere come quel vaso manzoniano di coccio costretto a viaggiare fra fasi di ferro. Ed allora, facciamo come Bolzano che “vive del passato” ovvero – basta guardare il telegiornale – “Abbiamo fatto, abbiamo realizzato, abbiamo deciso” ed essere un po’ meno trentini “Faremo, realizzeremo, decideremo”. Ma soprattutto la nostra Autonomia deve essere Autonomia del libero pensiero, della libera genuina espressione da parte di ognuno, del rispetto del pensiero altrui, della voglia e della capacità di “ambiare in meglio, di un rinnovo generazionale ad ogni livello, altro che “ispe dixit” e “quieta non movere”!  Chiudo con la Funivia del Bondone. Se ne parla dal 1902 (o 1904?) quando Cesare Battisti da Milano andò a Como e si entusiasmò di fronte alla funicolare di Brunate, per cui, rientrato a Trento, lanciò l’idea della Funivia del Bondone. 1902-1904. Ma dopo Cristo. Dice … ah … vabbè … dopo Cristo … allora non è poi così grave …

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