E DOPO IL POST PRECEDENTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2017 @ 2:46 pm

Detto altrimenti? … risalito a Trento, subito a scuola! A lezione dei classici dalla Prof senza puntino Maria Lia Guardini …   (post 2962)

… presso la biblioteca Comunale di Trento (prossima riunione – aperta a tutti – martedì 16 gennaio 2018, “La poesia d’amore presso i classici”). Io … io sono stato assente (giustificato) alle ultime due riunioni, causa nascita nipotina bolognese di nome Bianca. Riprendo oggi. Il tema? L’ultima fase della “teknè politika” presso il mondo greco.

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Anonimo Ateniese, si dice possa essere Crizia, il libretto lo trovate in libreria ma se vi chiedono chi sia l’autore … ma se è anonimo, cribbio! Crizia sotto mentite spoglie, anzi sotto spoglie paludate, lui, da oligarca estremo, critica il sistema democratico. Da leggere. Nel testo compare per la prima volta nella storia il legame fra economia e politica e quello fra cultura e politica e la democrazia appare  come il migliore dei malanni a suo avviso eliminabile solo con un colpo di stato (non condivido, n.d.r.) Sull’Anonimo Ateniese ne trovate ben di più se navigate fra i miei post.

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Segue Lisia (“Katà Eratostene”, 62-78). Contro Eratostene (che in altra sede aveva difeso per l’eccesso di legittima offesa contro chi gli stava “usando” la moglie). Lisia è un democratico, un logografo (scrittore di arringhe per i convenuti/attori nei tribunali) ma se nell’orazione “a favore” di Eratostene scrive come tale, in quella “contro” Eratostene fa politica.

E’ la volta di Platone (“Menesseno”, 237 c – 239 a), di cui Crizia era zio. Nella “Parodia di un epitaffio” Platone pare contraddire se stesso, quello della Settima Lettera, nella quale critica sia la forma aristocratica di governo che quella democratica, rifugiandosi nella “forma filosofica”: fossero filosofi a governare (condivido, n.d.r.). Circa la democrazia, egli dice: “ Qualcuno la chiama democrazia, altri come piace loro, ma in realtà è una aristocrazia con l’approvazione (o con la distrazione, n.d.r.) delle masse” (condivido, n.d.r.).

Penultimo, Isocrate (“Panegirico”, 100-109). Una difesa dell’impero ateniese. Li chiama alleati, ma sono “sottomessi” (ad es.: schiavi i Melii; annientati gli Scionei). Inneggia alla concordia degli alleati la cui partecipazione era alla base della fortuna di Atene. Ma poi … verso la fine della guerra del Peloponneso … i cosiddetti alleati si vendicano a Atene muore (404 a. C.).

Last but not least Demostene (“Terza Filippica”, 36-46). Evidenzia la differenza fra gli Ateniesi d’una volta e quelli contemporanei. Filippo prima, Alessandro dopo, determinano la fine del predominio politico culturale di Atene. Omologano le città greche e spostano il centro culturale ad Alessandria.

Morale: la colpa è di Pericle che per primo istituì lo stipendio per i politici.

Fine

Trovate che con questo post io me la sia cavata troppo a buon mercato? E’ vero, ma sono stato assente alle lezioni precedenti e poi, lo confesso, questa volta non avevo studiato: ho letto in fretta e parzialmente  i testi per la prima volta direttamente in aula durante la lezione: ecchè, mica uno può fare tutto, cribbio! Leggete il post precedente, ero risalito la mattina stessa da Riva del Garda …ero!

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