IUS SOLI NON VOTATO? VERGOGNA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Dicembre, 2017 @ 8:01 am

Detto altrimenti: vos pudeat!                             (post 2982)

imagesLo definite in latino questo diritto non votato e quindi negato ed in latino io mi rivolgo a voi: vos pudeat, vergognatevi! Qual è il colore della vergogna? Sicuramente il rossore che dovrebbe comparire sulla vostra faccia: ed allora questo post lo scrivo tutto in rosso. D’altra parte il rosso è anche il colore del Natale, solo che è un rosso diverso, quello della fiamma dell’amore, del calore dell’umanità che voi non avete.  Siete usciti dall’aula o forse nemmeno ci siete entrati: (ecchè … la vigilia di Natale … i regali … i parenti … ma che volemo scherza’?) è mancato il numero legale … che dire? Io non sono mai mancato ad una riunione di Direzione, di Consiglio di Amministrazione e di Assemblea dei soci. Mai. Era il mio lavoro, era il mio dovere. Ma evidentemente per voi non è un lavoro tanto meno un dovere. E’ un privilegio che vi siete accaparrato, molto ben retribuito da emolumenti che vi definite sa soli.

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download (1)Mi viene in mente un vecchio film di Totò, parodia dell’avvento del fascismo. Totò, soppesando nel palmo della mano il distintivo del partito fascista dice: “Essere o non essere … fascista? Io il distintivo lo porto … in tasca”. E così voi: si, io sono un parlamentare ma al momento ero fuori stanza … e se c’ero dormivo. O forse temevate di dovere votare con voto palese? Ma quella di Totò era una commedia sia pure tragicomica, la vostra è una tragedia vera. Anzi … no. La nostra è una tragedia, quella che ci costringete a vivere: siete eletti e auto-stra-pagati per legiferare e non legiferate (anzi, legiferate tanto, troppo, eccessivamente il che equivale a non legiferare bene: plurimae leges corruptissima res publica, dicevano i nostri antenati romani); per prendere decisioni e non le prendete; per occuparvi della res publica e invece pensate solo alla res privata. Vos pudeat, vergonatevi!

Detto questo, Buon Natale a tutte le mie lettrici e a tutti i miei lettori e scusate lo sfogo, ma quando la se ghe vol, la se ghe vol, per dirla in dialetto trentino. Cosa? Dite che loro non capiscono … ah già, cives romani sunt … e allora lo ripeto nel loro dialetto: quanno ce vo’, ce vo’.

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E adesso, dopo qualche ora, verso sera, una considerazione più pacata (ma – sia chiaro – non rinnego nulla di ciò che ho scritto prima!): essere assenti (peccato di omissione direbbe chi ha la Fede) indica una qualità (negativa e purtroppo costante) della persona: oggi sono assente dall’aula parlamentare per questo voto; da anni la mia mente è assente rispetto ai naufraghi dei gommoni; da sempre sono assente di fronte all’iniqua distribuzione delle risorse naturali e pubbliche; altri sono assenti dai dovuti controlli per cui si arriva ad acquistare oltre dieci treni nuovi, li si posteggia a Battipaglia e li si lascia ad arrugginire inutilizzati; oppure … a Tizio si dice che dalla cassa di quel partito mancano 20 milioni di euro ma Tizio,  che di quel partito ero presidente, era  assente.  Dice: ma che… fai politica? No raga, scialla, calma: cerco  di non essere assente e quindi di fare Politica, ovvero di occuparmi della Res Publica, ovvero della Cosa e Casa di Tutti (non sto utilizzando a caso le lettere maiuscole). Grazie se mi vorrete sopportare …

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