CRISTO SI E’ FERMATO AD EBOLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Gennaio, 2018 @ 8:46 am

 

Detto altrimenti: qualche riflessione su di un libro vissuto         (post 3030)

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Basilicata, Lucania … fuori dai più consueti percorsi turistici. Ma ora Matera, capitale della cultura europea 2019, i suoi “sassi” ed allora tutti a Matera. Anche un originale televisivo … trasmissioni varie. Finalmente. E con la Basilicata, Carlo Levi, il suo confino ad Aliano che – fra l’altro – gli ispirò il libro Cristo si è fermato a Eboli (Einaudi, 1945) scritto nei due anni precedenti. In esso Levi denunciò le condizioni di vita disumane di quella popolazione contadina, dimenticata dalle istituzioni dello Stato, alle quali “neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta”. Nella parte finale del suo lavoro Levi fa un’analisi socio politica dei luoghi e della loro miseria, nel senso …

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          Il costo della raccolta supera il ricavo …

    “quindici anni di fascismo avevano fatto dimenticare a tutti il problema meridionale …”

  • “ … non può essere lo Stato a risolvere la questione meridionale, perché quello che chiamiamo problema meridionale in realtà è il problema dello Stato …”
  • “ … siamo di fronte a due civiltà diversissime, nessuna selle quali è in grado di assimilare l’altra … campagna e città… … civiltà precristiana e civiltà non più cristiana …”
  • “… la miseria … voler far coltivare grano in terre inadatte ….”
  • “ … il lato sociale del problema … il vero nemico non è il latifondo ma la piccola borghesia dei paesi che vive di piccole rapine e della tradizione imbastardita di un diritto feudale … aspetto questo portato alla massima acutezza dal fascismo …”
  • “ … il problema meridionale si risolverà se arriveremo a duna nuova forma politica dello Stato che sia anche lo Stato dei contadini …”

 

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     Aliano: tomba di Carlo Levi

Acuta chiara e cruda analisi, la sua. Carlo Levi, di origine ebraica (così ci insegna Woody Allen: si definisce con queste parole un ebreo ricco, altrimenti si dice semplicemente “ebreo”) cita Cristo, i suoi insegnamenti, la sua assenza in quei luoghi.

Un auspicio: che un’analisi analoga sia fatta oggi da chi ci governa per risolvere il problema dei disoccupati, sottoccupati, sottopensionati, non pensionati. La “piccola borghesia” esiste anche oggi. Ed è quella di chi ha un lavoro, una pensione, un futuro. Gli altri no. Ma questa è un’altra storia …

Dice … ma perché caro blogger, questa mattina ti sei messo a scrivere della Basilicata di tanti anni fa … dei suoi problemi sociali ed economici di ieri (e anche di oggi?). Dico: così, mi è capitato … quel libro io ce l’ho sul comodino: fa coppia con “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche e con “Nel nome dell’umanità” di Riccardo Petrella. Si quei libri “fanno coppia” in tre … embè? Che c’è di male a fare coppia in tre? Mica sono marito, moglie e amante… sono solo tre libri! La sera allungo la mano, prendo a caso uno dei tre libri e leggo-rileggo qualche pagina. Tutto qui.

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        S. Teodoro Vecchio (abbandonato)

Dice … ma la Basilicata oggi? Dico: l’estate scorsa ci sono andato, due settimane, due giorni a Matera, gli altri soprattutto nell’interno. Cosa? Se sono stato anche a Maratea? No raga, a Maratea no, non era quel tipo di località che mi interessava, piuttosto l’interno, la Basilicata “vera”. Le mie conclusioni? Eccole. I primi ad “accorgersi” del suo valore naturalistico-agricolo-economico sono stati alcuni grandi gruppi industriali o ricche famiglie (nobiliari) che stanno creando moderni latifondi o semi-latifondo agricoli. Una campagna coltivata da operai e mezzi meccanici: operazione che frutta denaro ma distrugge la storia autentica del territorio. La foto qui accanto di San Teodoro vecchio è un emblema di questo stravolgimento.

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La campagna di S. Teodoro Vecchio oggi è coltivata con macchine movimento terra

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I secondi che stanno per accorgersi della bellezza e del valore degli Spazi Lucani saranno i ricchi stranieri che dopo avere valorizzato (alias acquistato) il meglio di Umbria, Toscana a Puglia, arriveranno presto a capire, acquistare e valorizzare la Basilicata. Credo che l’inizio di questa nuova, pacifica e danarosa “invasione” potrà iniziare dal 2019, quando Matera sarà “invasa” dall’Europa. A meno che …

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davDice … a meno che cosa, blogger? Dico: a meno che lo Stato non lanci un piano di riappropriazione (da parte dei giovani) del territorio simile a quello che ha lanciato per la valorizzazione delle case cantoniere dismesse, per cui si potrebbero dare in concessione gratuita le centinaia di casette ex riforma agraria a giovani investitori (di lavoro, di entusiasmo, di energia vitale, di idee, non certo di denaro) per la riappropriazione delle locali antichità: casette, paesi, terreni, calanchi, Spazi Lucani.

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Cicloturismo: una forte potenzialità di sviluppo, ma occorre qualche intervento

La povera Lucania, o meglio, per non essere io frainteso, la Lucania povera è rimasta indenne dalle iniziative imprenditoriali (chiamiamole così!) dell’ndrangheta: infatti la strada litoranea ionica in Lucania è stata completata, in Calabria no. E allora … coraggio … la “occupi” lo Stato: è ancora in tempo!

Dice … ma le attuali positività della Lucania, quali sono? Dico: la Gente, gli Spazi Lucani, l’archeologia, il cibo, la storia, l’arte, le montagne, il mare, il non affollamento, la durata del tempo (che scorre più lentamente e ti concede di pensare, riflettere), i tracciati da una valle all’altra, quasi avventurosi ma sicuri, vere sorprese con il navigatore che ti indica “prendere il sentiero di sinistra/destra” che poi è una stradina asfaltata …; le presenza arabe e albanesi … e poi Matera! Leggete il mio LP-Long Post ai primi di settembre!

Cosa? Le mie proposte? Dite che sono un sognatore? Che la mia è un’idea utopica? Sì, lo ammetto, anche perché tutto sommato mi conviene in quanto l’utopia è un traguardo semplicemente “non ancora” raggiunto! E poi … poi anche un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno e quindi prima o poi sarà  l’ora giusta anche per la Lucania!

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