ACCADEMICI DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Marzo, 2018 @ 11:43 pm

Detto altrimenti: chi erano costoro?                           (post 3101)

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           Cristina, Giovanna, Letizia

Erano, e sono, un gruppetto di soci fondatori che dieci anni fa hanno dato origine ad un Circolo Culturale Privato, l’Accademia delle Muse,  nel quale si entra per amicizia-passa-parola, senza alcuna formalità. Il nucleo originario di una quindicina di persone oggi consta di circa cento Accademici, frequentanti nella misura media del 45% e attivi in quella del 20%. Non male. Ci riuniamo una volta al mese da ottobre a giugno presso la casa della Presidente Cristina (grazie, Presidente!) e in ogni serata trattiamo tre argomenti: il primo – la cena (!) – il terzo. Nel senso che ognuno offre ai colleghi ed amici l’arte sua: musica, canto, storia, fotografia, poesia, pittura, viaggi, sport, teatro, letteratura, giornalismo, etc.. Questa sera (poco fa!) è stata la volta di “Chicche musicali: musica a sorpresa”, nel senso che il trio Cristina Endrizzi (pianoforte) Letizia Grassi e Giovanna Laudadio (voci) ci hanno offerto alcune splendide perle musicali:

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              Giovanna, Cristina, Letizia

    Yiruma, “River flows in you” – piano solo

  • F. Lehar, “Lied und Czardas” – Letizia
  • Bizet, dalla Carmen, “L’amour est un oiseau rebelle” – Giovanna
  • Piazzolla, “Invierno Porteno” – piano solo,
  • Barry Gibb, “Woman in love” – Giovanna
  • C. Orff, dai Carmina Burana, “O fortuna” – Giovanna, Letizia
  • C. Gounod, “Marcia funebre per una marionetta” – piano solo
  • L. Delibes, da Lakme’, “Duetto dei fiori” – Giovanna, Letizia
  • L. Bernstein dall’operetta Candide, Aria “Glitter and be gay”.

Perfetta Cristina per scelta dei brani e loro esecuzione. Le voci: più profonda Giovanna. Letizia non più solo soprano drammatico ma soprano anche oltre! E poi la sua mimica, l’interpretazione! Da vera professionista del bel canto. Ogni brano preceduto da una breve significativa ambientazione storico-musicale. Bravissime! Vi siete meritate la nostra standing ovation!

Seconda  parte della serata: intermezzo eno-astronomico, si “astronomico” considerata la qualità eccelsa dei cibi e delle bevande! Grazie alle Signore Fattrici di tanta meraviglia! E’ seguito il consueto “Angolo delle anteprime”, momento nel quale ogni Accademico segnala gli eventi – propri o altrui – nei quali è particolarmente coinvolto e che poi vengono trovate segnalate qui sul blog.

Indi la terza parte della serata: “Un Boato di colori” ovvero l’arte e le opere di Matteo Boato, così introdotto dalla Presidente Cristina e da Giovanni Soncini:

Cristina

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        Matteo nel laboratorio di Gabbiolo

Marzo 2017: al Muse, nell’ambito dell’evento “La voce della piazza”, l’amica Accademica Nadia Ioriatti legge alcuni brani dei suoi libri “Io tinta di aria” e “Aria che allenta i nodi” in uno spazio addobbato come piazza dai quadri di Matteo Boato. Riccardo ne trae un post, indi sale a Gabbiolo ad intervistare il pittore, ne nasce un secondo post e Matteo è invitato a diventare dei nostri. Matteo, non solo pittore. Infatti il “ragazzo”, classe 1971, ne ha fatto di cose! Diplomato in chitarra classica, ne è stato insegnante; è stato Ufficiale di complemento; è ingegnere civile; ora è pittore. Ha due figlie di 12 e 10 anni, Matilda e Beatrice, due nomi, musicale l’uno (Matilde ricorda “Matelda”, un capolavoro-calypso di Harry Belafonte); poetico l’altro (Beatrice, la Beatrice di Dante): figlie appassionate di Pittura, Musica e Danza. Matteo racconta: “Papà architetto veneziano. Io ho il ricordo di tutto ciò che di bello mio papà mi insegnò a vedere, non solo a guardare. La laurea (“la chitarra va bene ma se fai l’ingegnere troverai facilmente lavoro”); il servizio militare; il lavoro (anche nel gruppo Stet, Telecom e Sodalia). Poi a 28 anni, il colpo di fulmine: in tre giorni ho deciso che dovevo fare ciò che mi sentivo di fare: ed era la pittura. Così mi comandava lo stomaco, più che il cervello”. Benvenuto fra di noi, Matteo! Ed ora sulla tua pittura, qualche parola di presentazione da parte del tuo collega pittore, già prof universitario di fisica, Giovanni Soncini.

Giovanni Soncini

IMG_4337Di Matteo Boato ammiro la capacità di coltivare, in contemporanea agli studi pur impegnativi di ingegneria civile, anche interessi artistici, in particolare la musica e la pittura. Poiché nulla conosco di musica e non essendo di professione un critico d’arte, mi permetto di limitarmi a pochi commenti introduttivi alla sua attività di pittore, passione che ci accomuna e che entrambi condividiamo, lui ormai da professionista ed io da appassionato dilettante. Premetto che conosco l’opera pittorica di Matteo per aver visto “in anteprima” le immagini che verranno proiettate questa sera e per aver visitato il suo sito internet. Le pitture di Matteo raffigurano spesso ambienti cittadini, quali case e piazze, che sono state l’oggetto dei suoi studi di ingegneria, ma che vengono riviste e trasformate con l’immaginazione dell’artista e riprodotte sulla tela con colori primari (rossi, gialli, blu) particolarmente vivaci stesi con una pennellata materica, quasi tridimensionale. La sua è una tecnica pittorica diversissima dalla mia e che proprio per questo ha destato la mia curiosità e ammirazione.

Matteo stesso

Vivo il dipingere come fosse un diario, un continuo raccontare la mia vita.

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Un nuovo Rinascimento: Arti a colloquio (pittura, musica, canto)

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Dipingo prevalentemente su tela, legno e ceramica, quello che mi suggestiona, quello che vedo di accattivante dal mio vascello in volo sul mondo, quello che amo, come un’autobiografia. Per rincorrere sogni, per dare vita alle persone o agli ambienti che desidero toccare, con i quali voglio interagire. Una semplice e primaria necessità di espressione; un’esigenza di raccontarsi e di raccontare.

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        Cristina e Matteo

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Ho incontrato la pittura da bambino e per quanto mi sia possibile continuo ad essere bambino in questo. Era a quel tempo innanzitutto adatta, in quanto tecnicamente semplice, a rendere vivi pomeriggi solitari e lunghe estati in montagna. Un mezzo espressivo che tuttora considero il più adatto al mio fare, perché il segno si espleta hic et nunc, esce direttamente dall’io, dallo stomaco senza intermediazioni tecniche che filtrino o condizionino il procedimento creativo e richiede inoltre mezzi di supporto poveri, ma assai durevoli.

Pongo alla base di ogni mio lavoro il disegno, inteso come origine del gesto, strategia cognitiva, strumento per controllare contorni e colori, progetto per ordinare parti, sguardo che procede per congiunzioni e disgiunzioni, artificio per vedere, restituire l’unicità della sensazione e assicurare il possesso dei fenomeni, per estrarre da ignoti fondali l’anima del visibile, perché il disegno sta tra l’intuizione e la forma, è l’analogia metaforica del pensiero.

Il “bello” della pittura è la sua capacità comunicativa e vedo una stretta relazione tra opere pittoriche e universalità del messaggio. Così quando finisco un lavoro che considero emotivamente positivo, che considero o meglio sento creativo, ho l’impressione di essere di fronte ad un déjà vu. Per chi guarda, la tela è un punto di vista, una finestra sul mondo che sta dietro le cose e gli uomini. Per me che ne faccio uso è un luogo mentale, anzi è proprio la mia mente, il mio cielo.

 Il vostro blogger

download (3)Matteo, artista affermato in campo internazionale. Le serie di dipinti “Palazzi”,  “Piazze”, “Mani”, “Archi”, “Paesi” … con ombre che sono materia e materie ombra; prospettive piane che sposano visioni tridimensionali; realtà immaginate “dall’alto”, colori “scolpiti” su tele che sembrano pareti di marmo … una nuova “Fantasia” disneyana, visto che Matteo, musicista, sposa note a colori e colori a note.   Successo pieno della sua esposizione, accompagnata da diapositive e filmati con colonna musicale di due musicisti famosi: Matteo e Bach. Bravo, anzi, bravissimo Matteo! La proiezione è stata ricca e è durata molto: nessuno si è alzato, nessuno si è stancato: tutti siamo stati rapiti dal regalo che ci stavi facendo. E poi, Matteo, grazie anche per i regali dei tuoi preziosi cataloghi e di tre splendide xerografie!

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     Pittura viva a Gabbiolo: viva come la Natura!

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Se volete saperne di più. Su Matteo, navigate in internet. Su di noi, navigate sul blog gente, navigate … perché in genere i miei colleghi si aspettano da me la pubblicazione del resoconto di ogni serata con ogni calma, diciamo entro le ore 08,00 del mattino successivo! I prossimi appuntamenti? Sono (faticosamente!) da me riepilogati nella prima pagina del blog che state leggendo. Grazie per avermi letto e … buona cultura a tutte e a tutti!

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Firmato il vostro blogger (preferito, vero?) Riccardo, Vicepresidente (ahimè senior) dell’Accademia delle Muse.

P.S.: ho recuperato il cv dell’amico Matteo: “tre uomini” in uno, anzi, quattro perché è padre di due splendide bambine.

Si laurea nel 1992 in chitarra classica e nel 1997 in ingegneria civile. Nel 1998 consegue il “diploma di architettura bioecologica” (Torino). Nel 2001, come un fulmine a ciel sereno, sceglie la via della pittura come unica professione. 

Attività espositiva

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Matteo “mette in piazza” le persone: ma a due o a tre dimensioni?

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All’estero: Barcelona (S), Belfast (GB), Berlin (D), Bruxelles (B), Cheboksary (Russia), Dandee (GB), Dresden (D), Edinburgh (GB), Fukuoka (J), Gabala (AZ), Glasgow (GB), Groeningen (NL), Hakone (J), Hong Kong (Cina), Kirov (Russia), Lisboa (P), London (GB), Lausanne (CH), Lugano (CH), Minamiashigara (J), Moscow (RU), Nizhny Novgorod (RU), Odawara (J), Paris (F), Rostov-on-Don (Russia), Sevilla (S), Sonthoven (D), St. Andrews (GB), Tarragona (S), Yaroslavl (Russia), Yekaterinburg (Russia);

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In Italia: Alessandria, Asolo (TV), Barletta, Bergamo, Carrara, Castelfranco V. (TV), Feltre (BL), Ferrara, Genova, lmbersago (MI), Mantova, Milano, Modena, Moena (TN), Mogliano V. (TV), Padova, Parlesca (PG), Riva del G. (TN), Roma, Rovereto (TN), Saronno (VA), Torino, Tortona, Trento, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Vigevano (PV).

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Foto di “chiusura”? Doverosamente la Presidente Cristina che accompagna Letizia!

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Partecipa ad attività formative dedicate alla progettazione artistica di gruppo (MART, 2010 e 2011; FPSM, 2014 – 2017), regia e scenografia (Pergine Spettacolo Aperto, con M. Detassis, 2007; Tour “Tutti Qui” di Claudio Baglioni, 2006), conferenze artistico/scientifiche (MUSE, 2011), performance (Galleria Civica di Trento, 2011; Auditorium di Trento, 2011; MUSE, 2013; Nizhny Novgorod (RU), 2014; Kirov (RU), 2015).

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Prende parte, come pittore e musicista, ad una ricerca scientifica condotta da L. Albertazzi, L. Channel, R. Micciolo, docenti dell’Università di Trento, e alla pubblicazione “Cross-modal association between materic painting and classical Spanish music” in Frontiers (Psychology). 

Film e TV – I suoi lavori vengono inseriti nella scenografia del film “La felicità è un sistema complesso” (2015, reg. Zanasi) e nella serie TV “Tutto può succedere” (2016 – 2017, RAI). 

Vince di alcuni concorsi nazionali per la realizzazione di opere d’arte pubbliche tra Provincia di Trento e Roma: Scuola Primaria e Secondaria di Levico Terme (TN), Nuova Corte d’Appello di Roma, Scuola Materna di Povo (TN), Scuola Materna di Mezzano (TN), Presidio Ospedaliero di Borgo V. (TN), Nuovo Polo Scolastico di Pergine V. (TN).

Bravo, Matteo! Brave Letizia e Giovanna! Grazie, Cristina!