FRANCIA E GERMANIA … E NOI … NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2018 @ 6:20 am

Detto altrimenti: rifondazione europe ..ista!                                                (post 3147)

Ebbene si, lo confesso, io, classe 1944, in pensione da qualche anno, sono stato un dirigente d’azienda all’età di 30 anni e manager due anni dopo. Manager, non imprenditore se non di me stesso. La cultura che mi appartiene è quella di una persona alla quale hanno sempre detto: “Questo è il problema, quella la porta, torni con la soluzione”.

Ho lavorato in gruppi e in imprese grandi piccole, italiane, estere, industriali, finanziarie e commerciali, pubbliche, private e miste. Ho sempre avuto un capo, talvolta anche “politico” (nelle imprese pubbliche e miste): persone molto, molto  diverse fra di loro. Tuttavia indistintamente tutti costoro mi hanno sempre giudicato dai risultati che si attendevano da me, nel senso che mi pagavano in quanto io “avrei dovuto raggiungere quel tale risultato”. Ed io quel risultato l’ho sempre raggiunto, solo che a quel momento per loro era faticoso dirmi “Bravo, grazie”. A parte quindi questa amara constatazione che per loro la riconoscenza nei miei confronti era solo “la speranza che io ottenessi ulteriori risultati”, resta una constatazione positiva: quella della loro estrema concretezza nel mettere a fuoco la “politica dei risultati” attesi (e poi da me sempre conseguiti, ma questa è un’altra storia).

Ma veniamo al dunque: cosa mi spinge a questa rivalutazione della politica dei risultati? Una duplice constatazione: da un lato Francia e Germania – senza di noi – si apprestano a rifondare l’UE, quella che noi stessi co-fondammo con i Trattati di Roma di 60 anni fa; e l’altra, quella del “risultato” della nostra legge elettorale, che ci ha fatto impantanare, che ci lascia senza un governo proprio quando un governo servirebbe, se non altro per non essere esclusi da questa “Rifondazione UE”; dalla ripartizione (ridotta) dei fondi UE post Brexit; dal porre un freno a quei 5.000 Euro al secondo che aumentano il nostro debito pubblico; etc..

La nostra politica, i nostri politici, a custodia del nostro sistema democratico, sociale, economico. I custodi … ma … come scriveva quel tale … come si chiamava? Ah sì, ora ricordo: si chiamava Giovenale. Era uno che scriveva satire in una delle quali raccontava di un marito che temeva che la moglie lo tradisse. Al che un amico gli suggeriva di porre alcuni custodi a guardia della fedeltà della consorte. Ma Giovenale fa dire al marito: “Quis custodiet ipsos custodes?” (già, bravo, ma quelli, i custodi, chi li controllerà?).

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