LE NUVOLE DI ARISTOFANE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2018 @ 12:11 pm

Detto altrimenti: letture in Biblioteca …        (post 3149)

download (1)… in Biblioteca Comunale di Trento, con la prof senza puntino (cioè “prof” e non “prof.”) Maria Lia Guardini, letture e commento dei classici, oggi sarà la volta della commedia di Aristofane “Le Nuvole” quella che – secondo una visione ex post – diede sia pure incolpevolmente e inconsapevolmente una buona giustificazione alla condanna a morte di Socrate. Girellando qui fra i miei scritti (alias: navigando fra i miei posts … che buffa quella “s” del plurale inglese!) troverete altri mie scritti circa i nostri studi di allievi della nostra prof. I classici, qualquno (si, qualquno cioè tutti quei qualcuno scritti con la “q”!) si domanda a che servano. Ebbè, raga, poiché nessuno nasce imparato … e allora perché non approfittare delle esperienze del passato, della logica già vissuta per vivere e capire meglio il presente? Dice … ma è roba vecchia, superata. Dico: quando mai? Ecchè, tu ti misuri rispetto al metro della tua vita? Ciò che viene da 30 anni fa sarebbe giovane, ciò che arriva da 2500 anni fa sarebbe vecchio? Ma se viviamo in un mondo “da milioni di anni” e verso altrettanti (speriamolo per i nostri post-post-post nipoti), cosa vuoi che siano 30 o 2500 anni, quando stiamo ricevendo onde gravitazionali che hanno percorso uno spazio di milioni di anni luce!

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Aristofane, chi era costui? Si domanderebbe Don Abbondio. Un commediografo greco al tempo della guerra del Peloponneso. Aristofane, αυτός που εμφανίζεται ο αριστός”, colui che appare il migliore: come nome niente male glie lo avevano dato i suoi! Nuvole, commedia dissacrante degli dei, della filosofia soprattutto sofistica, di Socrate. Non che i sofisti fossero dei bandieruola, una sorta di gost writers del pensiero prezzolati e pronti a dimostrare il tutto ed il suo contrario, disposti a vendere discorsi al politico acquirente di turno. No. Erano solo dei dimostratori tecnici di come la retorica, evolutasi in arte oratoria, fosse un’arma formidabile, capace di sovvertire la realtà. Loro stavano solo avvertendo la gente della pericolosità di una nuova arma letale. Quello che non capisco, oltre il suo travisare la natura dei sofisti, è perché abbia tacciato Socrate di un sofismo deteriore, non vero, Socrate, maestro universale della libertà di pensiero e dell’investigazione.

Poco sopra ho scritto “sarà la volta”, perché sto scrivendo questo mio pezzo prima di andare a lezione dalla prof senza puntino. Appena sarò rientrato a casa, verso mezzogiorno, vi racconterò quanto sarà emerso in quella sede.

Fine della pre- scrittura. Ora inizia la post-scrittura

Una commedia del 423 a.C. nella quale Aristofane critica tutte le istituzioni di Atene, e lo fa mettendo in bocca ad un suo concittadino famoso, tale Socrate, una serie di atteggiamenti e pensieri che proprio non gli appartenevano. Vis comica, satira … solo che quando nel 399 Socrate venne condannato a morte perché accusato di contestare il principio di autorità e di corrompere i giovani, Aristofane un qualche problema di coscienza se lo fece sicuramente, lui che morì 19 anni dopo, nel 380.

Le nuvole, il padre che vuole educare il figlio (nelle Vespe il rapporto si invertirà) e per far ciò lo manda a scuola da Socrate al quale sono attribuite le peggiori qualità: pseudo sofista, esasperato atomista e naturalista, dissacratore degli dei. Socrate, lui che fu “solo” il principe dell’antropocentrismo volendo centrare la ricerca sull’individuo, lui che fu maestro del libero pensiero e dello spirito critico.

Aristofane attribuisce a Socrate tutte le tendenze della “nuova cultura”, verso la quale egli aveva un rapporto di odio-amore. E lo fa in modo violento, fortemente satirico … rimanendo attaccato alla “sua“ commedia nella quale l’uomo è anche cittadino: identità che andrà sfumandosi nella cosiddetta commedia di mezzo, sino a perdersi nella commedia nuova dell’Età Ellenistica, nella quale si conferisce centralità al carattere delle persone, non al loro essere politico.

Nella nostra discussione-esame di oggi, abbiamo discusso molto più di Socrate che di Aristofane, confrontando – ad esempio – la visione di Aristofane con quella di Platone (“Apologia di Socrate”). Solo che una è stata scritta molto prima della sua morte. L’altra dopo.

Prossimo appuntamento: 8 maggio, stessa ora e luogo, Le Vespe, sempre di Aristofane. Il 22 maggio parleremo del Diskolos di Menandro (commedia nuova).