BIKE PRIDE A BOLOGNA EDIZIONE 2018

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Maggio, 2018 @ 6:36 am

Detto altrimenti: Domenica 13 maggio, a Bologna tutti in bici (e a Trento, tutti alla sfilata degli Alpini)

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Bologna, Piazza Maggiore, quella che erroneamente molti chiamano Piazza Grande, piazza che invece è a Modena

Bike day a Bolzano, a Trento, e domani, come da anni, a Bologna. Bike Pride Bologna è promosso da associazioni del settore fra le quali FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Inoltre ha moltissimi enti e associazioni sostenitori e partner aderenti. L’edizione 2018 sarà in un’edizione provocatoriamente “selvaggia” pensata per “invadere” le strade della città di colori, travestimenti e, soprattutto di mezzi a due ruote. Gonne, clave e parrucche di ciclisti di ogni età si incontreranno tra le vie di Bologna per ironizzare sul dibattito cittadino degli ultimi mesi: definiti come selvaggi, i ciclisti sono stati al centro di una campagna, mediatica e non solo, che li ha marchiati come responsabili dell’aumento degli incidenti stradali. Il Bike Pride, dunque, ha l’obiettivo di riportare la discussione sui temi della mobilità sostenibile, sul pensare a nuove forme di trasporto urbano in una città che affronta un inquinamento crescente, a promuovere l’uso della bici per contribuire al miglioramento della viabilità e della qualità della vita di tutti e tutte.

http://www.bolognatoday.it/eventi/bike-pride-bologna-2018.html http://www.facebook.com/pages/BolognaToday/163655073691021

davIn questi giorni sono a Bologna a trovare la mia nipotina. Questa mattina rientro a Trento per godermi la coda dell’adunata degli Alpini. Mi perderò quindi il Bike Pride Bolognese. Bologna, città da visitare proprio in queste stagioni di mezzo: l’aria, smossa dai venti primaverili, è migliore, la temperatura ideale. Ma … la bici? Dice … non te la sei portata al seguito come fai di solito? No, lo scopo della mia trasferta era godermi la splendida nipotina di sette mesi e poi bisognerebbe conoscere un po’ meglio la città prima di avventurarsi fra le sue piste ciclabili, non ancora integrate in circuiti completi, sicuri. Tranne una, quella che si sviluppa per ben 8 km al centro dei doppi viali che – mura ideali – abbracciano l’intera città medievale. Anche in questa … o meglio, soprattutto in questa però resta il problema della qualità dell’aria che il ciclista respira durante la pedalata, perché ai due lati della pista scorrono ben quattro corsie di auto lanciate in accelerazioni e frenate fra un semaforo e l’altro.

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Bologna, “città sull’acqua” anche se molti non lo sanno, ricca di falde d’acque e canali (qui a fianco: un canale in pieno centro città – Leggete in internet “Canali in Bologna”) e “ricca” di verde nei suoi molti giardini e viali alberati. Tuttavia l’aria è quella di una città capoluogo della pianura padana, cioè normalmente inquinata. Per salvaguardare la salute dei cittadini occorrerebbero interventi drastici, di quelli che rischiano di essere impopolari ai fini elettorali ed allora il meglio è nemico del bene e ben venga il Bike Pride. L’obiettivo? Semplice: come le città sono arrivate a fregiarsi del titolo di “Nuclear free” cioè libere da armi ed impianti nucleari, così dobbiamo arrivare ad avere città “Car free”, libere dalle auto.

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Olanda: vere e proprie rotatorie ciclabili!

Biciclette e incidenti stradali?  Nel secondo dopoguerra l’Olanda ebbe uno sviluppo del PIL a due cifre che determinò un enorme incremento delle auto in circolazione e degli incidenti stradali che videro come vittime soprattutto i bambini.  La popolazione scese in piazza a protestare. La risposta fu la trasformazione del traffico stradale in traffico ciclistico. Fiab Trento (Presidente Guglielmo Duman) ha recentemente  organizzato e concluso un viaggio di alcuni giorni in Olanda, anche per verificare quel sistema di mobilità alternativa. Un analogo viaggio dovrebbero fare tutte le amministrazioni comunali interessate a questa trasformazione.

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davBologna, città d’arte: la Basilica di San Francesco. San Francesco giunse a Bologna nel 1222 e la sua predica determinò un decisivo interesse verso il francescanesimo. I Francescani, tramite l’opera di Bernardo di Quintavalle, avevano ottenuto da Nicolò Pepoli già dal 1213, la modesta casa di Santa Maria delle Pugliole, la quale sarà il primo insediamento francescano a Bologna. Qui i frati rimasero fino al 1236, anno in cui, per interessamento di Papa Gregorio IX e per la concessione delle autorità civili, ebbero la possibilità di avviare la costruzione del grande complesso che, fin dalle sue fondazioni, ebbe carattere di monumentalità.

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