POLITICI, USATE I MEZZI PUBBLICI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Giugno, 2012 @ 6:04 pm

Detto altrimenti: il primo a farlo, a mia memoria ed esperienza, fu il Sindaco di Genova Vittorio Pertusio (1951-1960; 1961-1965).

Quel sindaco usava il tram, ogni giorno, casa-ufficio e ritorno. L’auto blu c’era. Ferma, in garage. Pertusio abitava nel mio quartiere, Albaro, ad est della piana ove di trova la famosa Piazza della Vittoria e la Stazione Ferroviaria di Genova Brignole, ad est, verso l’alba, Albaro, appunto. Una collina un tempo sede solo delle ville signorili e dei poderi contadini, poi divenuta sempre più anche quartiere residenziale a scapito dei poderi dei contadini, poderi “urbani” che a Genova si chiama(va)no “ville” ed il cui “capo”, baccan, padrone (in Toscana direbbero “capoccia”).

Io, ragazzino, classe 1944, mi stupivo di quanto mi raccontavano, ammirati, i miei genitori. Erano suoi amici. Mamma, insegnante delle sue figlie. Babbo, Maresciallo dei Carabinieri, si era reso colpevole di un reato non arrestandolo quando Pertusio era ricercato come antifascista.

Pertusio usava il tram ed ascoltata i “mugugni” (termine genovese per “lamentele”) ed i problemi della gente. Quello che dovrebbero fare i nostri politici odierni. Scendere dalle auto blu ( o grigie), uscire da una sorta di isolamento acustico e soprattutto intellettuale, ascoltare, ascoltare, ascoltare … quindi capire ed infine condividere.

Io non sono un politico. Tuttavia – sotto altra veste, quella di manager d’azienda – ho sperimentato il passaggio dall’uso quotidiano dell’auto all’uso dei mezzi pubblici. A Torino, garage-auto-garage. Trasferito a Milano andai ad abitare a Monza. Ogni giorno Monza –Milano e ritorno: in totale 36 km alla media di 36 km/all’ora? Magari! In realtà la velocità era di 36Km/3ore! Quindi, spesso, usavo il bus ed il treno. Il treno … a Monza, salendo, trovavo impiegati e impiegate provenienti, ogni giorno, anche da Sondrio! La prima cosa che notai, il rumore, anzi, il suono delle voci. Come quando camminate per le calli veneziane. Già questo fatto vi sorprende, voi che eravate abituati al giornale radio o ai nastri di tedesco, voi che lavoravate alla Siemens e che lo dovevate imparare …

Subito dopo, i contenuti dei loro discorsi. I problemi quotidiani, le difficoltà, le speranze, la lotta per fare quadrare i conti, gli artifici per trovare il tempo per fare tutto, soprattutto le madri … Un mondo di eroi e soprattutto di eroine quotidiane, alle quali nessuno avrebbe mai dato la medaglia, per le quali nessuno mai avrebbe proposto l’erezione di un monumento all’Eroe civile ignoto. Eppure c’erano, anzi, ci sono ancora, tanti … che oggi pagano l’IMU, che fanno il proprio dovere, ognuno a portare la sua goccia di prezioso contributo al Paese, come padri, madri, lavoratori, lavoratrici. Sono loro le persone che i politici devono ascoltare mentre esse, eroi sconosciuti, vivono la propria vita e la propria battaglia quotidiana. E poi confrontare il piano dei loro problemi, quelli delle “vite vere”, con il piano – purtroppo non intersecante – dei  problemi (troppo diversi) delle “vite della politica”, vite che accettano di vedersi dimezzati i  “rimborsi” elettorali … tanto ne spendevano un quarto …

Perché ho scritto questo post? Perché in questi giorni mi è capitato di percorrere più volte il tragitto Trento- Riva del Garda e ritorno sui bus pubblici …