DEMOCRAZIA DIRETTA … MA … DIRETTA DA CHI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Agosto, 2018 @ 3:27 pm

Detto altrimenti: ne ho già parlato, ma un amico mi chiede di insistere …. (post 3278)

“Democrazia” nei millenni ha assunto successivamente tre significati diversi: 1) Potere sul popolo: il democrator era un tiranno – 2) Strapotere del popolo, popolo che era criticato dalle classi nobili e ricche escluse dal governo – 3) potere del popolo.

La democrazia odierna – del terzo tipo – è il migliore dei sistemi imperfetti (quelli perfetti non esistono). Quando al centro (Roma) essa non è più rappresentativa delle reali istanze della gente, ma è gestita da autocrati, fa nascere spinte autonomiste. Ecco che la democrazia migliore, quella più “vera”, quella più originale espressione della gente è quella delle Autonomie Speciali.

Ora, recentemente da parte di gruppi politici si vorrebbe attivare la “democrazia diretta”, nel senso di “diretta espressione dei cittadini”. Al che mi permetto di evidenziare alcune sottolineature.

  1. La democrazia diretta esiste già, ed è quella che si attua attraverso le Autonomie Speciali.
  2. Gli strumenti attraverso i quali si vorrebbe introdurre la (cosiddetta) democrazia diretta vanno invece in direzione opposta, antidemocratica, conducendo il sistema politico verso una oligarchia.
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Con un po’ di attenzione si riesce a risalire venti contrari                  

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Mi spiego: alcune forze politiche hanno (favorevolmente per loro) sperimentato il successo elettorale raggiunto attraverso la manipolazione diretta delle masse, attuata con l’uso delle reti web e della politica delle mega- promesse, tendendo a scavalcare/superare il sistema dei partiti tradizionali, luoghi della rappresentanza reale, sedi di confronto di ragionamenti esterni ed interni a ciascun partito. In altre parole, queste forze politiche hanno capito che è più facile e redditizio convincere le masse che non convincere i partiti.Su queste basi hanno ottenuto una forte rappresentanza parlamentare.

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Ora stanno pensando di introdurre il referendum popolare propositivo (di future leggi) che si affiancherebbe a quello attuale, solo abrogativo (di leggi esistenti), per di più eliminando l’esigenza del “quorum” e cioè eliminando la condizione per la quale, per essere valido, il referendum avrebbe bisogno di essere proposto da un numero rilevante di elettori.

Da ciò discende che un numero esiguo di elettori potrebbe impegnare il Parlamento a legiferare con le nuove leggi volute dai referendum propositivi.

A questo punto quelle forze politiche vogliono introdurre anche l’obbligo del Parlamento di mettere a calendario in tempi brevi queste proposte referendarie e infine vogliono introdurre il vincolo di mandato per i Parlamentari (che oggi la nostra Costituzione lascia liberi da qualsiasi vincolo). Ragion per cui i parlamentari di questa maggioranza sarebbero obbligati a legiferare in tempi brevi e per di più secondo le indicazioni dei promotori dei referendum, a loro volta corrispondenti alla volontà dei pochi capi-gestori delle reti.

Ecco … “la volontà dei pochi”: una oligarchia. Ed il gioco è fatto: la democrazia si sarebbe  autodistrutta, trasformandosi “democraticamente” in una oligarchia.

Per alleggerire il discorso, ma restando seri, mi piace ricordare che quel termine “diretta” posto dopo la parola “democrazia”, è il participio passato del verbo dirigere, un verbo della terza coniugazione, transitivo: io dirigo il traffico, il traffico è diretto da me. Come tale, questi participi passati hanno sempre un significato passivo: democrazia diretta … ma diretta da chi?

Questa forma di democrazia diretta sarebbe la negazione della democrazia vera ed in particolare di quella delle Autonomie Speciali.

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