AUTONOMIA E’ DEMOCRAZIA E VICEVERSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2018 @ 1:01 pm

Detto altrimenti: fra poco in Trentino tutti al voto … ma per chi?         (post 3332).

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E’ condiviso da tutti che un bene si apprezza quando esso ti viene a mancare: la salute innanzi tutto, il cibo,  la democrazia. Tuttavia, mentre ci alimentiamo ogni giorno e corriamo dal medico e in farmacia al primo accenno di raffreddore, non siamo altrettanto solleciti nella difesa del mantenimento della  salute della nostra Democrazia, nelle piccole come nelle grandi circostanze. Ora, la malattia è una stato che conduce alla guarigione, all’invalidità o alla morte: ed allora, coraggio! Sta a noi curarla fino alla sua guarigione!

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download (1)Nelle “piccole circostanze”: viviamo ed operiamo in associazioni e tolleriamo che in una assemblea elettiva si proceda al voto prima delle relazioni della presidenza uscente e della sua approvazione o meno da parte dei soci, perché “molti se ne devono andare”; in altro ambito, tolleriamo un regolamento dello Statuto che stravolge l’impostazione democratica del documento fondativo del sodalizio; ancora, operiamo in una Università e tolleriamo che l’assemblea che deve valutare e approvare una gestione sia per il 95 % del tempo dedicata alla esposizione dell’operato e solo per il 5% alla discussione pubblica; non basta: in molti casi la presidenza uscente organizza lei stessa la presidenza dell’assemblea che deve valutare il proprio operato; o ancora, il collegio dei probiviri controlla tutti tranne che il Direttivo che si controlla da se stesso (per dirla con Orazio, quis custodiet custodes ipsos?) Infine (ma l’elenco potrebbe continuare) in politica tolleriamo che i partecipanti ad una commissione elettorale, in violazione dello Statuto, siano candidati. Nel reagire a tutto ciò, dobbiamo diffidare delle unanimità, come ci insegna il premio Nobel russo – sepolto a Venezia – Josif Brodskij nel suo bel libo “Il canto del pendolo” (Ed. Adelphi), “se non altro perché nei grandi numeri più facilmente può nascondersi il male”.

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Ma veniamo alle “grandi circostanze”, ad esempio ad una tornata elettorale, anzi, alla prossima tornata elettorale nella Provincia Autonoma di Trento. Autonomia? Dall’esterno e del tutto superficialmente viene spesso definita come un privilegio. E invece, da quando è nata, Autonomia ha significato  libertà di pensiero, amore per la cultura locale, capacità di comunicazione, capacità di governo, assunzione diretta e personale di responsabilità.  Così la Cooperazione di Don Lorenzo Guetti: tutti siano corresponsabili sin dall’inizio per la costruzione di un bene che in tal modo è un Bene Comune: qui a fianco il libro di Marcello Farina su Don Guetti . Ma questa è un’altra storia. Veniamo al titolo di questo mio contributo.

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downloadNei millenni “Democrazia” ha assunto in successione tre significati diversi: 1) potere sul popolo (il democrator era il tiranno); 2) strapotere del popolo (così criticato dai nobili esclusi dal governo); 3) potere del popolo. Oggi siamo, anzi, eravamo al terzo significato, ma stiamo regrendendo verso il secondo, cioè verso lo strapotere del popolo “delle reti”, popolo gestito da poche persone che fanno passare per “volontà del popolo” la loro volontà personale (così già 20 anni fa Umberto Eco nel suo libro “Il fascismo eterno” ripubblicato oggi da La Nave di Teseo). Attraverso questo inganno, alcuni “diventano” forti e attraggono molti deboli: infatti, per dirla con Friedrich Nietzsche (“Così parlò Zarathustra – vittoria su se stessi”: “…il debole è indotto dalla sua volontà a servire il forte, volendo egli dominare su ciò che è ancora più debole … il debole si insinua nella roccaforte e nel cuore del potente e ne ruba potenza”.

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E invece dobbiamo muoverci verso un quarto significato di Democrazia, ovvero Democrazia come Autonomia. Infatti, quando al centro si manifestano tendenze autocratiche e antidemocratiche, tanto più sorgono in periferia spinte autonomistiche per la conservazione, almeno a livello locale, della Democrazia (così l’austriaco filosofo del diritto Hans Kelsen in “Teoria generale del diritto e dello Stato”). Da qui la mia conclusione: le nostre imminenti elezioni sono “Amministrative locali” e tali devono restare, evitando di essere ammaliati e letteralmente “irretiti dalle reti” di una certa politica nazionale, perseguendosi da parte nostra una Democrazia Locale Vera e non solo formale.

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downloadPer non cadere preda del richiamo delle sirene-fuochi-fatui-della-politica-centrale occorre poi fare un altro passo: quello di riconoscere “i sublimi” della politica per quello che sono, cioè personaggi veramente poco sublimi, i quali non si sono mai “distolti da loro stessi” incapaci come sono “di saltare oltre la propria stessa ombra” (parole di Nietzsche, op. citata). A costoro suggerisco la rilettura della favoletta “Il re è nudo” e ai loro seguaci l’altra, di Esopo, quella del leone, dell’asino e della volpe, da me citata nei post precedenti (1)

Buone favole ma soprattutto  buon voto a ottobre a tutte e a tutti !

(1) Una volpe e un asino incontrano un leone. La volpe offre al leone di intrappolare l’asino contro la propria salvezza. Il leone accetta. La volpe intrappola l’asino. Il leone corre a divorarsi la volpe e poi, con calma, va a mangiarsi l’asino bloccato nella trappola.

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