DEMOCRAZIA DIRETTA … MA DIRETTA DA CHI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Ottobre, 2018 @ 9:20 pm

Detto altrimenti: tanto tuonò che piovve!       (post 3340)

Dirigere, verbo transitivo della seconda coniugazione. Il suo participio passato ha significato passivo: orchestra diretta da Tizio, democrazia diretta da Caio, e così via.

La carota e il bastone. Prima carota: “Diminuiremo il numero dei parlamentari! Questa è una parte della democrazia diretta!”. E tutti giù, ad applaudire, a votarli …

Seconda carota:Introduciamo il referendum propositivo (di una nuova legge, ad esempio. Oggi esiste solo quello abrogativo di una legge esistente): sarete voi cittadini a proporre le leggi!” Applausi da standing ovation.

Prima bastonata: a proporre il referendum devono essere 500.000 cittadini, ma poi per approvarlo basta  la maggioranza dei votanti senza quorum e “siccome che” a votare vanno in pochi, quei pochi (ben indirizzati dal capo rete) faranno pervenire in Parlamento la proposta di legge.

Dice … eh, si, vabbè, ma il Parlamento è libero di agire! Dico: nossignore, perché “loro” vogliono introdurre anche il vincolo di mandato per i parlamentari (che oggi agiscono senza vincolo di mandato). Terza carota: “Noi vogliamo abolire le scilipotate!”  e tutti giù, ad applaudire e a votarli. Ma non basta, oltre alle bretelle vogliono anche la cinghia dei pantaloni; infatti se il testo approvato dal Parlamento differisse da quello proposto dai referendari, vale quest’ultimo (seconda bastonata!). Ed il gioco è fatto!

Allora ecco come può funzionare: tre/quattro persone vogliono una nuova legge, ad esempio per modificare la Costituzione (per eliminare l’obbligo del pareggio di bilancio e/o per uscire dall’UE). Tramite la rete di cui hanno il completo controllo, organizzano un gruppo di 500.000 cittadini. Non serve altro. Se avete letto con un minimo di attenzione le righe sopra, il gioco è fatto e addio democrazia, anzi no, la democrazia ritornerebbe al suo significato originario, secondo un percorso inverso a quello storico: da potere del popolo (fino a ieri, qui da noi) a strapotere di una parte del popolo (della rete, qui da noi oggi) a potere sul popolo da parte di chi gestisce la rete e “dirige la democrazia” la quale, appunto, sarebbe una democrazia diretta da pochi, cioè un’oligarchia.

Che poi mi ci gioco la sottana che non ho che za che ghe sem, “Facciamo senza quorum anche i referendum abrogativi, dai … che così le leggi possiamo sia farle che disfarle a piacere” (terza bastonata). Dice … ma tu caro blogger sei un malpensante. E’ vero, lo sono, perché a pensar male si fa peccato ma si indovina!

Ma la gente applaude e li vota: “Evviva, riducono il numero dei parlamentari! Io stesso potrò contribuire a far emanare una legge! Evviva”! Al che in sintesi, io dico molto amaramente “Cornuti e contenti”. In dialetto genovese “pigià e bacchè e basgià u brugu”, prendere le legnate e baciare il bastone. In dialetto trentino “anar col cul ne le pedae”, andare a mettere il  culo nelle pedate, andarsele a cercare.

E se mi sbaglio mi corrigerete.

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