COMPRARE O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:15 pm

Detto altrimenti: un postaltrui di Gianluigi De Marchi         (post 3348)

 Spread su, borse giù, un’altalena … e allora che fare dei vostri sudati risparmi? Il governo dice di si … ma che fare? Qualche consiglio dal mio “vecchio” amico Gianluigi De Marchi www.demarketing2008.it

Inizia 

Spread alle stelle, BTP a picco, rendimenti in rialzo: conviene comprare i titoli di Stato a questi prezzi? Come sempre in finanza la risposta è una sola: dipende!

Può sembrare strano che non ci sia una risposta chiara e netta, ma il mondo della finanza non è rigidamente regolato da leggi, nonostante alcuni “esperti” affermino il contrario…

Dipende…

Sì dipende da alcuni fattori che è bene considerare, in modo che chi volesse acquistare lo faccia in piena consapevolezza.

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“La prudenza non è mai troppa …”

Prima cosa: ricordarsi che ogni investimento, anche quello apparentemente più sicuro e tranquillo (come sono tipicamente i buoni del Tesoro, titoli di Stato) ha un grado di rischio. Nel caso specifico il rischio è rappresentato dall’oscillazione del famoso “spread”, cioè del differenziale tra i rendimenti italiani e quelli tedeschi. Nei momenti di tensione che viviamo in questo periodo il differenziale si è ampliato e ciò ha provocato un calo (in certi casi vistoso) del prezzo dei BTP. Chi acquista oggi è certo che otterrà un rendimento futuro interessante, impensabile fino a qualche mese fa, ma non è detto che sia un affare. Se infatti lo spread continuasse a crescere, i prezzi continuerebbero a scendere e, in caso di necessità di ricuperare i soldi investiti, ciò provocherebbe una perdita. Consiglio per gli acquisti: comprare sì, ma solo se si è ragionevolmente sicuri di non avere necessità di disporre del capitale nei prossimi anni, attendendo quindi la scadenza dei titoli.

Seconda cosa: tenere presente che più la durata del titolo è lunga, più il rendimento è alto ma, parallelamente, più è alto anche il livello di oscillazione dei prezzi. E’ logico che un BTP a due/tre anni abbia quotazioni abbastanza stabili, perché la scadenza ravvicinata consente di riavere il proprio risparmio in tempi ravvicinati, mente le scadenze lunghe (a 10, 15 o 30 anni) espongono i risparmiatori a variazioni di prezzo molto ampie. Un esempio chiarisce subito la situazione: il BTP 4,5% con scadenza febbraio 2020 è sceso da 108 di maggio a 104 di oggi (perdita del 3,7%), mentre il BTP 3,45% con scadenza marzo 2048 è sceso da 113 di maggio a 92 di oggi (perdita 18,6%). Consiglio per gli acquisti: chi punta alla massima sicurezza scelga scadenze brevi (due/ tre anni), chi punta a rendimenti elevati scelga scadenze lunghe.

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L’Autore, reperibile in internet o a Torino

Terza cosa: ricordarsi che la cedola nominale dei titoli rappresenta un “paracadute” che protegge contro eventuali scivoloni delle quotazioni. A parità di durata, reggono meglio i prezzi di un titolo che paga il 5% di uno che paga il 2%. Consiglio per gli acquisti: chi volesse comprare oggi un BTP dovrebbe orientarsi verso un’emissione a cedola alta, che fra l’altro gli consentirebbe di beneficiare di un flusso cedolare più consistente.

Quarta cosa: la regola base per tutti quelli che investono è la diversificazione, che consente di ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Puntare su un solo titolo è come puntare sul 36 alla roulette; si può guadagnare tanto ma si può anche perdere tutto; puntare su un “giardinetto titoli” consente di mediare le oscillazioni dei vari titoli, guadagnando di meno rispetto al migliore, ma perdendo di meno rispetto al peggiore. Solo chi ha le carte truccate può vincere rischiando tutto… Discorso analogo per le categorie di titoli: è bene evitare di concentrare gli investimenti su un solo settore (obbligazioni, azioni, titoli di Stato) ed è meglio sparpagliare il capitale su più tipologie, mescolando (in proporzioni variabili secondo il personale grado di rischio accettato) un po’ di BTP, un po’ di azioni, un po’ di ETF e così via. Consiglio per gli acquisti: se avete finora solo titoli di Stato in portafoglio, astenetevi dall’incrementare la posizione, perché accettate un rischio più elevato; se invece non ne avete è il momento buono per mettere nel dossier un po’ di Buoni del Tesoro.

Insomma, usare il cervello e non farsi trascinare né dalla depressione né dall’entusiasmo.

 Finisce

 Visto che amici che io, raga?

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