A SCUOLA DI CLASSICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Ottobre, 2018 @ 2:43 pm

 

Detto altrimenti: come funzionava l’informazione 2500 anni fa?   (post 3370)

btyBiblioteca Comunale di Trento oggi ore 10,00, piano terra, sala multilingue, Prof senza puntino Maria Lia Guardini detta Lia. 2500 anni fa mancavano libri e giornali, radio, TV e internet. Per i bimbi c’erano i giochi. Per gli adulti il teatro. Teatro inteso come “luogo” e come “attività teatrale”. I Berlusconi d’allora che facevano? Finanziavano rappresentazioni teatrali, per trasmettere ed avere il consenso sulle proprie idee. Il pubblico si recava a teatro, più spesso a cielo aperto, si portava cibo e bevande e passava la giornata fra lo spettacolo, il dialogo con i coretuti e le chiacchere. Ma … ma c’è un ma: non tutti li Autori erano disponibili a farsi strumentalizzare, ve n’erano di quelli controcorrente o anche semplicemente stufi di una politica ristagnante.

Prendiamo Aristofane, aristos – faino, colui che appare il migliore. Nato forse in Egitto nel 445 a. C. morì nel 380 all’età di 65 anni. Ottimo poeta, coraggioso scrittore anche contro i potenti e i “migliori”: poeti, statisti, politici. Nella sua vita visse due guerre, due colpi di stato oligarchici, due restaurazioni democratiche. Di lui ci sono arrivate 11 commedie.

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Buongiorno desidera?” “Pluto”. “Quello di Walt Disney?” “No grazie, Pluto è il titolo dell’ultima commedia di Aristofane, scritta nel 388 (avanti Cristo, mi raccomando!). Per favore mi cerchi un’edizione con la traduzione in italiano, grazie”. Tutto vero!

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La stella cadente della democrazia ateniese che già poi tanto democrazia non era stata, bensì un principato/oligarchico/imperialista ma questa è un’altra storia. Comunque diciamo così: “democrazia”, una grande novità politica basata sul koinòn, la comunità, la collettività; su ideali di libertà (a differenza del regime persiano); sulla aretè, la virtù che si traduceva in giustizia e in legge.

L’aretè … un migliaio e mezzo di anni prima Omero la riconosceva presente per nascita: “Io so’ io e tu chi sei?”. O ci nasci o non ci diventi. In Aristofane invece “il coraggio uno o ce l’ha oppure se lo deve dare, non si scappa” (a differenza del manzoniano Don Abbondio che se uno il coraggio non ce l’ha non c’è nulla da fare).

E allora, vediamo un po’ … nelle commedie precedenti Aristofane attacca frontalmente e nominalmente i potenti, lotta per la democrazia. In Pluto egli appare stanco, nauseato, sfiduciato: la commedia è la presa d’atto della centralità del dio … denaro! Al posto dei valori che sono il fondamento dell’idea utopistica democrazia, quelli che sostengono la collettività, emerge e prevale l’interesse del singolo individuo: il disvalore denaro. Da analisi politica la sua diventa analisi sociologica.

Alcuni passi:

  • le doti che contano? La disonestà!
  • Occorre educare il figlio secondo le abitudini nazionali del momento (la disonestà)
  • Se vuoi fare arricchire chi se lo merita, ci sarà un potente ad impedirtelo.
  • Con il denaro ti comperi il favore degli Dei (vendita delle indulgenze!)
  • Dando denaro facile a tutti, nessuno vorrà più lavorare.
  • Molta moneta, troppa, in circolazione … ma non ci saranno beni sul mercato perché nessuno li produce.
  • Il politico che fa carriera, fa soldi e non pensa più alla gente: diventa nemico della democrazia.
  • Il sacerdote, quando nessuno lo vede, ruba e mangia le offerte fatte agli Dei … “ a scopo salvifico, s’intende!”

Insomma, provate a leggere la commedia (un paio d’ore saranno sufficienti) e leggetela avendo presenta la politica e la società odierna. Poi ne riparliamo.

Prossimo appuntamento martedì 13 novembre, “I Persiani” di Eschilo, ore 10,00, Biblioteca Comunale di Trento, piano terra, sala Multilingue.

(ingresso ed uscita liberi)

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