LA MIA TERZA PATRIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2018 @ 9:04 am

Detto altrimenti: “io, la mia patria, or è dove si vive …” (post 3445)

Fra tre giorni è Natale. “Natale”, un sostantivo o un aggettivo sostantivato; il luogo, il giorno della propria nascita o di una fondazione (ad esempio di un città, da cui il “natale” di Roma). Io sono nato a Genova (la mia prima patria), per lavoro ho vissuto a Genova, Torino, Milano, Roma (tralascio le puntate estere). Da trent’anni (ne avevo 45) abito a Trento, la mia seconda patria, il luogo nel quale, per la raggiunta maturità ed esperienza di vita, sono riuscito ad apprezzare innanzi tutto  i migliori rapporti umani come pure l’ambiente, fatto di dimensioni a misura d’uomo, aria pulita, dolomiti, boschi, laghi. Laghi. Già, perché l’unica cosa che manca al Trentino è il mare: ma non vi preoccupate raga, scialla, calma, che ce la caviamo benissimo con i nostri tanti laghi, primo fra tutti el nos Garda:

“Anne lacus tantòs? Te, Lario, maxime teque / fluctibus et fremitù adsurgens Benace marino?” E che dovrei dire dei laghi così belli? Di te, Lario, ma soprattutto di te, Benaco, che quando entri in tempesta hai fremiti ed onde tipiche del mare?) – Così Virgilio nel secondo libro delle sue Georgiche (versi 159-160).

E che dire di come Catullo canta Sirmione e il Garda? “Paene insularum, Sirmio, Insularumque ocelle, quascumque in liquentibus stagnis marique vasto fert uterque neptunus, quam te libenter quamque laetus inviso, vix mi ipse credens Thyniam atque Bithynos liquisse campos et videre te in tuto. O quid solutis est beatius curis, cum mens onus reponit, ac peregrino labore fessi venimus larem ad nostrum, desideratoque acquiescimus lecto? Hoc est quod unum est pro laboribus tantis. Salve, o venusta Sirmio, atque ero gaude gaudente; vosque, o Lydiae lacus undae, ridete quidquid est dome cachinnorum. – Sirmione, perla delle penisole e delle isole, di tutte quante, sulla distesa di un lago trasparente o del mare senza confini, offre il Nettuno delle acque dolci e delle salate, con quale piacere, con quale gioia torno a rivederti; a stento mi persuado d’avere lasciato la Tinia e le contrade di Bitinta, e di poterti guardare in tutta pace. Ma c’è cosa più felice dell’essersi liberato dagli affanni, quando la mente depone il fardello e stanchi di un viaggio in straniere regioni siamo tornati al nostro focolare e ci stendiamo nel letto desiderato? Questa, in cambio di tante fatiche, è l’unica soddisfazione. Salve, amabile Sirmione, festeggia il padrone, e voi, onde del lago di Lidia, festeggiatelo: voglio da voi uno scroscio di risate, di tutte le risate che avete.

E Dante? “Suso in Italia bella giace un laco / a piè de l’Alpe che serra Lamagna / sovra Tiralli c’ha nome Benaco” (Inf. XX, vv. 60-62) . E ancora: “Luogo è nel mezzo là ove il trentino / Pastore e quel di Brescia  ‘l veronese / segnar porìa se fesse quel cammino. / Siede Peschiera, bello e forte arnese / a fronteggiar Bresciani e Bergamaschi / ove la ripa in fondo più discese. / Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che in grembo a Benaco star non può / e fassi fiume giù pe’ verdi paschi. / Tosto che l’acqua a corre mette co’ / non più Benaco ma Mencio si chiama / fino a Governol dove cade in Po”. (Inf. XX,vv. 66-78).

E che ne dite della mia poesia italo-tedesca, dedicata alla mia terza patria?

Riva del Garda 

Fanciulla che dormi

in un letto di Vento

al mattino

tu adorni

di mille colori

il ricordo

di luce

profumo

di fiori.

E appena ti svegli

trattieni il respiro

e un poco rimani

a fissare

l’azzurro del cielo.

Ma ecco che esplode

il tuo sentimento:

ti vesti di un velo

di lago già adorno

da mille pagliuzze d’argento

di onde e di palme

che voglion danzare

di piccole foglie d’ulivo …

… è l’Ora d’amare!

Maedchen du ruhst

auf luftigem Lager

und schmuckst

am Morgen

mit tausend Farben

die Erinnerung

an Licht

an Wohlgeruch

an Blumen.

Kaum erwacht

haelst du den Atem an

und blickst

gebannt fuer ein Weilchen

zum hellblauen Himmel.

Doch schon treibt zum Sturm

dein Gefuhl:

du unhullst dich mit einem Schleier

mir dem See, der schon geziert

mit tausend silbernen Halmen

im beginnenden Tanz

mit den feinen Blaettern der Olive

die dich umfliegen …

… es ist die Ora zu lieben!

E allora, volete che un Genovese trasferito in Trentino fosse insensibile al fascino del Garda? No di certo, ed infatti ci ha subito messo sopra una barchetta a vela da regata, un Fun di sette metri di nome Whisper, numero velico ITA 526. Ed ecco quindi Riva del Garda, la mia terza patria che oggi intendo celebrare con tre poesiole (una per Whisper, due per il Natale Rivano) e con una favoletta per i bimbi, La Leggenda (di Natale) del Garda

WHISPER  (barca planante come una tavola da surf: a quella velocità freme come se avesse un motore, per poi, quando il vento è calato, scivolare silenziosa senza un sospiro, un bisbiglio …)

btyS’illumina al sole

Ti aspetta

la prendi

la porti nel vento

respira il tuo stesso respiro

sussulti

lei freme

sospira.

.

NATALE RIVANO

imagesLa Notte

accende il velo del Lago

di mille faville di stelle.

 Raccolta in se stessa

nel freddo

la nobile antica città medievale

monta silente la guardia

dall’alta sua torre Apponale.

 “Son tante …

son belle …”

lei pensa,

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    “Stelle” in regata

“Son come in regata

le piccole vele di luce

in questa incantata

Attesa invernale!”

 Ma ecco

la flotta argentata

sale improvvisa nel cielo

e resta sospesa

a comporre una Grande Cometa.

 La Pietra Merlata

trattiene il respiro

e avverte sul viso il tepore

del nuovo

dolcissimo

Evento Divino.

 “E’ l’Ora o è Vento?”

Si chiede la Rocca Imperiale.

Risponde la Notte sorpresa:

“Non vedi la Stella?

E’ questo il momento

del Santo Bambino

che dona al tuo lago

la brezza più bella,

il Suo Soffio d’Amore:

e giunto il Natale!”

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 NATALE 2018 A RIVA DEL GARDA

Riva città Natale

Riva di acqua e di vino

Riva adottiva

Nosiola – Schiava – Trentino.

Riva vicina lontana

Riva la dirlindana

Riva dall’alto e dal basso

Riva di sasso.

images (1)Riva la Torre Apponale

Riva Torrione si sale

Riva in orizzontale

Segreta amante locale.

Riva la mala voce

Riva delizia e la croce

Riva lo fa e lo tace

Riva se ne compiace.

Riva le sue regate

Riva parroco pio

Riva la benedice

Riva ci sono anch’io.

download (1)Riva di Gianni velista

Riva Riccardo in regata

Riva straorza strambata

Riva guardatelo a vista.

Riva te le riscalda

Riva le Terme Romane

Riva la Busa la Valle

Cantieri – Rotture – Cheppalle. 

Riva il luccio la lenza

Riva che pesca ed aspetta

Riva cattura e poi getta

Riva riconoscenza.

Riva lavoro si campa

Riva la buona stampa

Riva comunicazione

Riva illusione.

Cantiere (3)Riva ed i suoi parcheggi

Riva Centrale Littorio

Riva giornali che leggi

Riva – Capro – Spiatorio.

Riva divisa con Roma

Riva presente ed assente

Riva acconsente

Ribelle? Schiava? Padrona?

Riva Regina dell’Ora

Parcheggio-1Riva operosa

Riva che parla o lavora

Riva faconda di prosa.

Riva di freddo e di caldo

Di neve di palme ed olivi

Musica mille motivi

Riva i baloni del Baldo.

Riva Lago di Fiori

Peler – Stravento – Vinessa

Riva di luci e colori

Riva la Poetessa.

Riva la Contadina

Riva la Pescatrice

Riva la Cittadina

Riva Incantarice.

Riva le mille voci

Todeschi – Taliani – Rivani

Riva gli albergatori

Incassi – Piene – Le mani.

Riva all’olio d’oliva

Riva gioiosa f’estiva

Riva la pasta alle sarde

Chi non le assaggia ci perde.

Riva trentina frontiera

Riva di falchi e poiane

Nuvole bianche lontane

Riva – Si dorme – La sera.

Fiaba che vince ogni sonno

Riva fra Trento e Trieste

Riva il suo capodanno

Riva le Buone Feste.

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LA LEGGENDA DI NATALE DEL LAGO DI GARDA 

Tanti, tanti anni fa, un pastorello pascolava il suo gregge lungo i fianchi di una ripida montagna del Trentino. Era la vigilia di Natale e faceva molto freddo. Il pastorello si riparò dentro una capanna e accese un fuoco per scaldarsi. Egli era così stanco che si addormentò e dormì sino a notte fonda. Svegliatosi all’improvviso, s’accorse che il gregge si era disperso giù nella valle. Spaventato, si mise a piangere. All’improvviso gli apparve un Bambino come lui che gli chiese: “Perché piangi, pastorello?” “Le mie pecore si sono disperse nel fondovalle, rispose, ed io non riuscirò a ricondurle all’ovile”. “Non ti preoccupare”, gli disse il Bambino, e, volto lo sguardo a valle, con un gesto ne sbarrò lo sbocco verso la pianura. Ed ecco che le lacrime del pastorello riempirono la valle e la trasformarono in un grande, meraviglioso lago, il Lago di Garda. Fu allora che il pastorello vide arrivare a Riva tante barchette a vela, sospinte da una provvidenziale brezza. Man mano che le barchette toccavano terra, riprendevano l’aspetto originario di pecorelle non più smarrite, ed egli potè ricoverarle al sicuro nell’ovile, e, per la felicità, le lacrime del pastorello si trasformarono in lacrime di gioia. Per il pastorello e per tante altre persone oltre a lui da quel momento, ogni giorno, ad una certa Ora, sul Lago si alza la stessa brezza per ricondurre a Riva le barchette a vela e le pecorelle che si fossero eventualmente smarrite.

BUON NATALE TRENTINO E RIVANO A TUTTE E A TUTTI!

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