TRAMONTO SUL MAR LIGURE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2019 @ 2:54 pm


Detto altrimenti: prosegue la serie dei post liguri in memoria di Fabrizio De Andrè   (post 3494)

Immaginate di essere a bordo di una canoa monoposto da regata, una di quelle a remi, quelle con gli scalmi esterni ed il seggiolino scorrevole. Infrangendo la legge, vi siete allontanati molto dalla costa. Il mare “respira”, nel senso che sembra il dolce sospiro di un giovane seno di donna. Non vi sono increspature di sorta: le uniche, piccolissime, le fanno le gocce d’acqua che stillano dai vostri remi alzati. Ed è il tramonto. ( La foto non rende l’dea, ma quando ero in barca non avevo con me nè telefonino nè macchina fotografica! Al largo, su una barchetta, da soli … mare calmissimo: la sensazione è molto diversa da quando lo “vivete” da riva. Pare un lenzuolo felliniano, si gonfia e sgonfia lentamente, un vero e proprio respirare …).

Tramonto sul mar ligure

Non sai / dove l’onda di sale sia nata / se vegli / oppur se riposa / né quale sia l’ultima meta dell’ala incantata / che avanza e ritrae il suo velo / la liquida seta di sposa / ad un cielo / che colma lo spazio d’amore. / E senza rumore / la mente s’immerge nell’acqua / nuotando pian piano / per non farle male / e con la sua rete / cattura al ricordo le nuove emozioni. / Poi / tu alzi i remi / e come in un rito / depositi in mano al tramonto dei suoni / l’essenza feconda / di piccole gocce di smalto / prezioso vagito / che hai ripescato / dal fiordo abissale / profondo infinito. / E vento di luce / d’azzurro cobalto / sospinge la barca alla sponda / sorgente dal mare / che ormai / al cielo lontano / si è unito.

RL