PRIMA GLI ITALIANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2019 @ 11:51 am

Detto altrimenti: ma i senza tetto no!     (post 3505)

L’an trova, sota a un muc de carton
l’an guarda’ che’l pareva nisun
l’an tuca che’l pareva che’l durmiva
lasa sta che l’e’ roba de barbon.

L’hanno trovato, sotto a un mucchio di cartoni
l’hanno guardato che sembrava nessuno
l’hanno toccato che pareva dormisse
lascia stare che è roba da barboni

Molti Italiani “barboni” (mi scusino queste Persone per il termine che utilizzo, ma è per farmi capire) sono senza tetto, senza dimora, senza alcun reddito né proprietà, dormono per strada ma non riceveranno il reddito di cittadinanza perché “non hanno residenza in Italia da almeno 10 anni”. Infatti solo 200 su 8000 Comuni italiani (non ottemperando in 7200 alla  L. 24 dicembre 1228 del 1954 ed alla Circolare Istat 29/1992) hanno creato una Via … fittizia nella quale registrare tali Persone per cui questi Italiani sono invisibili: i nuovi paria. Dice: “Ma il reddito di cittadinanza non è assistenzialismo: è un ponte verso il lavoro …“. Ok, ma allora bisogna costrire un “ponte” anche fra i senzatetto e il sistema di questa nuova misura, in accordo con la politica comunale (v. Bologna) che è passata dalla loro assistenza alla “collaborazione” reciproca, per un percorso di uscita da quello status. Altrimenti l’azione comunale rischia di cadere nel vuoto: una sorta di accompagnamento verso il … nulla.


P.S.: La Circolare Istat 29/1992 ha stabilito che ogni Ufficio Anagrafe deve registrare la persona senza tetto o senza dimora nel registro della popolazione residente, istituendo – in caso di assenza di domicilio o residenza – una via fittizia che non esiste dal punto di vista territoriale/toponomastico ma ha equivalente valore giuridico e nella quale la persona elegge il proprio recapito.