ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2019 @ 5:46 pm

(se non ci conoscete, leggeteci nel blog …)


Detto altrimenti: un post “in contumacia”, in assenza dell’imputato         (post 3512)

Sala prove: Giovanni Soncini all’opera

L’imputato sono io che mi sono ammalato proprio in occasione della seratona accademica di ieri. E pensare che nel secondo tempo della serata noi dell’ Allegra Compagnia dei Guitti avremmo dovuto rappresentare – in costumi d’epoca – una commedia del ‘700 secondo un testo sintetizzato da Maria Teresa! E come ci eravamo preparati! Prove e prove a casa nostra, una prova costumi ed una prova generale da Cristina. Comunque ieri sera non mancavo solo io tra gli interpreti, ma anche la mia “amata”, ossia un affascinante Giovanni Soncini in voluttuosi abiti femminili, perché abbiamo controriformato la commedia dell’epoca e i ruoli femminili sono interpretati da maschi. Uno spasso, ma ora i maligni vanno dicendo che Giovanni ed io siamo malati entrambi a causa dei baci troppo ravvicinati che – nonostante la sua barba ispida – ci saremmo scambiati durante le prove: le malelingue! Infine, per lo stesso motivo, mancava anche un nobiluomo, solo che quello (purtroppo!) io non me lo ero proprio baciato e dico purtroppo perché quel ruolo è ricoperto dalla bella Mirna!

Ragionpercui, all’allarme lanciato ieri pomeriggio “Riccardo ha 39 di febbre!” si è messo in moto il piano “B”: Alfonso si è offerto seduta stante di recitare uno spassoso monologo di  Anton Cechov sui danni del fumo e la serata è stata salvata. E la commedia è spostata a marzo, l’intervento di Giovanni sulla prospettiva nella pittura da marzo a maggio e la mia conferenza di maggio “Viaggio in Lucania” all’anno prossimo. Ma veniamo alla serata di ieri.

Nella prima parte il giovane cantautore trentino Giovanni Dallapè ha eseguito alcuni suoi brani, accompagnato dalla chitarra del simpatico Pierluigi Colangelo il quale è intervenuto alcune volte raccontando fra l’altro come i due si siano conosciuti proprio alla Scuola di Mogol.

Giovanni, già allievo musicale di Cristina, laureato in Scienze dell’Educazione, ha frequentato il CET-Centro Europeo di Toscolano la cosiddetta “Scuola di Mogol” ossia il Centro di Eccellenza Universitario della Musica Popolare, nella verde Umbria. Le sue canzoni hanno un comune denominatore nel ritmo gradevolmente cadenzato, sottolineato dall’accompagnamento della chitarra. I testi sono in gran parte legati al pensiero personale dell’Autore e sono stati presentati in ordine cronologico di composizione e accompagnati da aneddoti e curiosità. Ne è risultata quasi una sua biografia e del resto il titolo del CD che ha pubblicato “Un punto di vista” allude proprio a qualcosa di personale. Giovanni è stato molto gradevole, sorridente ed affabile nel porgere a tutti i presenti la sua opera.

Il CD di Giovanni Dallapè

Intermezzo eno-gastro-(astro)nomico – Angolo tecnico delle anteprime, già recepite nel post “Prossimi eventi”.

Seconda parte della serata: il monologo di Alfonso “I danni del tabacco” di Anton Cechov. In realtà quello scritto da Cechov è un duetto fra un oratore indotto dalla propria moglie a tenere una conferenza sui danni del fumo di tabacco e la moglie stessa, che lo incita, lo corregge, lo interrompe, lo strattona, lo frena al punto tale che il conferenziere, invece di trattare l’argomento impostogli dalla moglie autoritaria e nevrotica, parla dei propri guai, dei trentatré anni di vita matrimoniale succube di una donna che lo tiene al guinzaglio come un cane e come uomo tuttofare nella scuola di musica da lei gestita. Passano i minuti, ma i danni del tabacco non vengono a galla: solo la desolazione interiore del conferenziere e il suo desiderio di fuggire lontano, di scordare tutti gli anni di vita matrimoniale e trovarsi solo di notte alla luce di una luna amica. Ma la voce stridula della consorte lo riporta alla realtà e quindi giunge frettolosamente alla conclusione della sua conferenza sui danni del tabacco. E per ribadire tali danni, il povero uomo si accende una sigaretta. Ottima la recita del Duo Masi: di Alfonso conoscevamo già l’arte e le capacità, arricchite in questa occasione da una gustosissima mimica facciale, e la moglie Augusta è stata una vera rivelazione: ha interpretato benissimo la parte di una donna severa, rigida, arcigna addirittura despota nei confronti del marito. Anche di questo ci siamo complimentati con Alfonso che fuori onda, ai nostri microfoni, ha dichiarato: “Sì, l’ho preparata io. Le ho semplicemente detto di trattarmi un poco meglio di come mi tratta usualmente!”

La Presidente Cristina con Giovanni e Pierluigi

Risate e applausi da standing ovation l’hanno detta lunga sul loro divertimento: scrivo loro e non nostro perché io ero a casa a curarmi l’influenza! Acc ….

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